10 settembre.
Ore 09:00

Simba Thomas Dynevor

Sapete, quando ero piccolo sognavo di diventare il re del mondo. Ho sempre amato il film del "Re leone" e volevo essere degno di portare il nome del protagonista. Ogni tanto, mamma mi prendeva in braccio e mi portava fuori al balcone. Ogni volta mi diceva:

<<Un giorno tutto questo sarà tuo>>

Citava una frase del film ed io non vedevo l'ora, ma poi sono cresciuto, sono nati gli altri miei fratelli e sorelle e le cose si sono complicate. Il tempo è passato e mamma è cambiata. Ho sempre saputo che non stava molto bene con la testa, ma era gentile. Giuro che era gentile, era molto dolce e mi amava. Oltre a essere una psicopatica con un'ossessione per le fiabe e la Disney, giuro che era buona ed io la volevo così bene.

Non so perché cambiò, non ricordo quale fu il momento esatto, ma divenne fredda, divenne violenta, meschina e manipolatrice. Mi obbligò a iscrivermi a giurisprudenza e se non lo facevo mi minacciò di riempirmi di schiaffi. Mi minacciò di lanciarmi addosso di tutto e di più e sapevo che lo avrebbe fatto veramente. Non si è mai fatta scrupoli a farci male, a punirci.

Quando le dissi che, invece, volevo iscrivermi dall'Accademia di moda mi diede uno schiaffo, mi prese per i capelli, come se l'avessi insultata, come se le avessi detto chissà che cosa di grave.

<<Vuoi far cadere la famiglia in vergogna? È fuori discussione. È patetico>>

Disse che era roba da femmine ed io ero un ragazzo, non potevo permettermelo. Per lei era ridicolo e iniziai a crederlo anche io.

Avrei voluto nascere donna, avrei voluto fare ciò che ho sempre desiderato e amare chi avrei voluto. Mamma è sempre stata omofoba, lo sapevo, si era capito ed io ci ho provato a farla felice.
Ho provato a essere il figlio che lei desiderava ardentemente.
Ho provato ad andare bene in giurisprudenza.
Ho provato ad amare una ragazza.
Ho provato a non interessarmi ai ragazzi.
Ho provato a essere normale.

Non ci sono riuscito.

Vado male in giurisprudenza.
Sto con una ragazza da due mesi, ma quando provo ad andare a letto con lei non mi si alza.
Sono innamorato del mio migliore amico.
Sono gay.
Sono anormale.

Ci ho provato, giuro che ci ho provato, ma sono nato così. Sono nato male, sbagliato e se mamma mi vedesse ora, se vedesse come sono realmente mi metterebbe le mani al collo e mi ucciderebbe per la vergogna. Io non la fermerei.

So che ora potrei fare ciò che desidero, so che potrei provare ad amare chi desidero ma la continuo a vedere. Continuo a rivedere mia madre che giudica i miei desideri. I miei vorrei.

<<Sei uno sbaglio>>

Mi dice ogni volta che la vedo. Mi compare davanti, con i suoi occhi azzurri, con i suoi lunghi capelli neri, con addosso il suo vestito preferito, quello rosso lungo fino alle caviglie. Mi guarda con giudizio, come se fossi spazzatura e nient'altro. Io ogni volta le rispondo con un:

<<Lo so>>

Assomiglia molto a Esmeralda, l'ho notato dalla prima volta che l'ho vista. Ha sua stessa lunghezza di capelli boccolosi, ha il suo stesso taglio di occhi, con la differenza che i suoi sono verde smeraldo. Ha la stessa piccola bocca con le labbra a forma di arco di cupido. Forse non ha lo stesso naso, gli stessi zigomi, la stessa altezza, ma complessivamente, è lei. Mi mette soggezione ogni volta che la guardo, ma quando incontro il suo sguardo capisco che non è mia madre.

C'era una volta: Un amore FataleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora