10 settembre.
Ore 19:00

<<Che c'è non parli più? Ti hanno tagliato la lingua Esmeralda?>>

Mi chiede nonna Elisabeth con in mano la famosa cucchiarella. Grazie al cazzo che non parlo.

È arrivata da poco, l'agitazione e l'aria tesa ha riempito tutta la villa in un attimo. Ci siamo chiuse nel soggiorno per parlare delle cose in sospeso che abbiamo lasciato e, a quanto pare, iniziamo malissimo. Non abbiamo mai litigato veramente in un modo così pesante come ora e di conseguenza entrambe affrontiamo la situazione come troviamo più opportuno. Lei con la sua cucchiarella ed io con il mio silenzio.

<<Prima posa l'arma>>

Le dico mettendo una netta distanza di sicurezza tra me e lei.

<<Oh andiamo Esmeralda, non fare la tragica e parla. Giuro che non ti faccio niente>>

Le ultime parole famose...

Faccio un bel respiro profondo e stringo i pugni dietro alla schiena. Torno a guardarla e ripeto a me stessa di essere seria e matura, di non essere infantile, per lo meno di provarci a non esserlo. Visualizzo nella mia mente ciò che voglio sapere, ciò che mi ha dato fastidio, ciò che mi ha nascosto. Visualizzo tutte questa serie di cose e le unisco formando un'unica, piccola, e semplice domanda.

<<Perché non mi hai detto di papà e di mamma?>>

Chiedo semplicemente. Una domanda generica, perché la situazione è così ampia e complessa che fare domande specifiche, richiede solo un grande sforzo. Essere generica è meglio, così da capire cosa sa l'altra persona e cosa è disposta a dire.

<<Per questo motivo te ne sei andata lasciandomi solo un messaggio?!>>

Mi urla contro, pronta a lanciarmi la cucchiarella appresso, ma io alzo le mani in segno di resa e di guardia.

<<Avevi detto che non mi avresti fatto nulla!>>

Le urlo citando le sue precedenti parole.

<<Bhe, mentivo!>>

<<Non vale!>>

<<Non vale nemmeno lasciare la tua povera nonna sola, con un insulso messaggio!>>

Ahi, ha fatto centro con queste parole, ma ora contro attacco anch'io, esattamente come lei.

<<Bhe non è giusto nemmeno riempire di stronzate la tua povera nipote!>>

Ed anche io ho fatto centro a quanto pare. Stringe di più la presa sulla cucchiarella e mi guarda rigida. So già cosa dirà, la famosa frase che si sente dire spesso...

<<L'ho fatto per il tuo bene!>>

Mi dice ed io le credo. Il più delle volte si pensa che nascondere le cose sia utile, sia confortevole e sia un bene per l'altra persona, ma non è così. Le persone devono affrontare il problema, non soffocarlo, ciò non le aiuta. Mentire aiuta solo a far nuotare qualcuno nel dubbio, nella confusione e nell'illusione più totale. Io nuotavo nella menzogna, mi immergevo in essa, in cerca di una conchiglia di verità, in cerca di risposte. Quando la verità si viene a sapere fa male, ed è come una spada conficcata nel costato, che va a scavare nella carne facendoti sanguinare tanto, tantissimo sangue.

Si sa, le bugie hanno le gambe corte.

<<Non era il modo giusto per farmi bene nonna. Io dovevo sapere di mamma>>

C'era una volta: Un amore FataleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora