C'era una volta: Un amore Fatale

Pagina di diario

Cara, mamma...

Non ricordo quando abbia smesso di scriverti, ma rammento, che all'inizio lo facevo sempre. Era una scusa per stare ancora attaccata a te, al tuo ricordo, per non far crescere l'odio, la rabbia nei tuoi confronti.

Non so se scusarmi o meno, ma è successo. Ti odio.

Credo di essere più arrabbiata di prima, più triste di prima e il desiderio di scriverti è rinato e ora eccomi qui, che ti dedico, ancora una volta, una stupida pagina di diario.

Inizialmente scrivevo quanto mi mancassi e scrivevo conversazioni fittizie tra me e te, di un incontro che finiva con te che mi abbracciavi e mi baciavi, come ogni mamma fa con il proprio pargoletto. Ora questo fantomatico incontro non avverrà mai, perché, tu sei morta.

Mi è rimasto scriverti e sperare che ti arrivino queste parole, messe su carta. Spero che le legga e che ti penti delle tue azioni, delle tue bugie, di avermi resa così.

Il dolore mi ha trasformato, non lo nego, alla fine ero una bambina e ciò che mi hai fatto tu è stata una forma subdola di maltrattamento, ma, nonostante ciò, non te ne faccio una colpa nonostante sia ancora arrabbiata e ti odio, ti odio da morire, ma ti compatisco. Alla fine, stavi soffrendo anche tu, no?

Penso di si. Credo di si. È inutile che me lo domandi, anche perché sei morta, ti sei data fuoco...

Una fine ad effetto mamma, proprio da te, non mi aspettavo niente di diverso.

Voglio che tu sappia che ho accettato l'eredità, non so cosa mi aspetterà ora, non so se dirti grazie o meno, ma l'ho accettata per riuscire a riprendermi papà.

Spero vivamente che ciò che mi aspetta non siano mostri che si nascondono nel buio o altre novità o, bho, altre persone che mi abbandonano.

Spero, vivamente di riuscire a trovare il lieto fine, come nei film Disney che mi facevi vedere, l'unica cosa, spero, di non star vivendo, invece, le fiabe dei fratelli Grimm, ma anche se fosse non avrei paura, mamma.