14. Abbandono

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La mattina seguente Katsuki si svegliò con un dolce sorriso in volto, tanto che lui stesso se ne sorprese.

Ma non troppo.

Si rannicchiò sotto al lenzuolo pregno dell'odore dell'Alpha ed emise un verso che solo un Omega poteva produrre: un verso di apprezzamento nei confronti di quel profumo che significava casa.
La sera precedente aveva finalmente messo in ordine i propri pensieri ed era giunto ad una conclusione definitiva.
Quell'Alpha non gli dispiaceva affatto: si era presentato come un vampiro senza cuore, lo aveva minacciato molteplici volte ma non aveva mai tentato di ferire mortalmente ne lui ne il cucciolo che portava in grembo.
Quando gli succhiava il sangue, l'Omega avvertiva un grande calore crescere nel proprio corpo.
A quanto gli avevano riferito gli amici vampiri, quella sensazione di calore era normale, tuttavia era giunto alla realizzazione del fatto che si fosse invaghito del rosso e non perché fosse gravido.
Il padre della bambina era stato ucciso solo due mesi addietro e avrebbe mentito a se stesso se avesse ammesso di non provare sentimenti per il ragazzo, ma la loro convivenza era divenuta una forzatura da quando aveva scoperto di essere incinto.
E così, anche quei sentimenti puri esistenti tra loro si erano pian piano andati spegnendo tanto da farli apparire solo come dei semplici coinquilini.

Si stiracchiò e sbadigliò sonoramente tirandosi a sedere mentre rifletteva sul da farsi.
Era sicuro che anche il vampiro provasse qualcosa nei suoi confronti dalle reazioni che aveva quando si trovavano vicini e anche quando andavano a passeggiare o a fare la spesa: non gli staccava mai gli occhi di dosso, controllandolo a vista.
Dopo aver tirato le somme, si voltò alla sua destra e notò che il vampiro non fosse sdraiato accanto a lui, così si alzò e si diresse verso la cucina dalla quale provenivano delle voci.

"Oh ben sveglio! Hai dormito bene? E' stata una nottata insolita per te"

"Ah? Ma voi due non avete una casa in cui stare? E tu coso biondo togliti dalla mia vista, mi stai nauseando."
Denki rise e smise di bere quello che a tutti gli effetti sembrava un succo al pompelmo, ma dalla consistenza fin troppo densa e scura.

"Tu puoi fare colazione e io no? Che ingiustizia."
L'Omega ringhiò infastidito e si guardò intorno notando l'assenza di una persona.

"Sta per entrare, era uscito un attimo per prenderti la colazione."

Come aveva appena finito di dire Izuku, la porta di casa venne aperta e una chioma rossa fece successivamente ingresso in cucina.
Katsuki lo osservò attentamente e notò che fosse tornato esattamente come il giorno precedente: i capelli neri e i tratti meno duri del volto così com'erano arrivati erano anche spariti.

"Quindi è tutto tornato alla normalità?"
Chiese avvicinandosi al padrone di casa per annusargli la ghiandola, gesto che l'Alpha sembrò non apprezzare poichè si allontanò di scatto poggiando il sacchetto di carta sul tavolo.

"Si. Ti ho portato la colazione perché non avevo voglia di avere la cucina piena di odori stamani. Tu sta qui e mangia, io e i ragazzi dobbiamo parlare del vampiro di ieri."
I tre vampiri lasciarono solo l'umano a cui non andò proprio a genio quella decisione: cos'era quella sensazione che aveva provato?

Perché Eijiro gli era parso... freddo e distaccato?

Non che palesasse le sue emozioni in maniera plateale ma non si comportava così da un po'.
Con fare indispettito afferrò sgarbatamente il sacchetto e li raggiunse in sala, sedendosi accanto al rosso che non lo degnò nemmeno di uno sguardo.

"Katsuki va di là, non voglio che tu ascolti."

"Fino a prova contrario quel bastardo ci ha attaccati e ha tentato di farti fuori. Quindi no, non starò di là come un fesso mentre mi tenete all'oscuro di tutto."
Izuku rise e si mise comodo con una gamba penzoloni sul bracciolo della poltrona.
Giocò con la propria pupilla osservando i due ragazzi seduti di fronte a lui e poi guardò Denki allo stesso modo, annuendo col capo.

Red Ghoul: Sarai Il Mio NutrimentoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora