Red Ghoul: Sarai Il Mio Nutrimento

18. Amuleto

Corse per le scale cercando di non sballottare troppo il corpo che stava trasportando tra le braccia.
Sentiva ancora quella voglia viscerale di immergere la propria bocca in quella ferita succulenta, ma con una grande forza di volontà riuscì a trattenersi.
Nei mesi trascorsi si era fortificato e non avrebbe mai più fatto del male a nessuno, men che mai all'Omega del proprio amico.
Perso nei pensieri, si accorse solo all'ultimo del pugnale che gli venne lanciato contro, riuscendo a scansarlo solo all'ultimo secondo. 
Fu costretto ad arrestare la propria corsa prima di mostrare i canini a colei che aveva lanciato l'arma.

"Ottimi riflessi al buio, odore interessante per un Alpha... tu devi essere un neonato immagino."

"Fammi uscire e avrai salva la vita."
La vampira dai capelli argentei raccolti in una treccia a chignon rise così tanto che gli occhi rossi si assottigliarono per pochi istanti.

"Tu che minacci me? Dovresti portare rispetto, sei in casa mia moccioso. E oltretutto hai la mia cena appresso. Lasciamelo gustare finchè non esalerà l'ultimo respiro e tu avrai salva la vita. Potresti diventare il mio nuovo servo dato che il precedente lo avete decapitato."
La donna vestita elegantemente fece uno scatto verso i due ma Shoto fu abbastanza veloce da spostarsi per non farsi colpire.

"Sono la più paziente tra le mie sorelle ma non tollero l'insolenza gratuita. Consegnami la carne."
Il bicolore rafforzò la presa sull'umano.

"E' il compagno di un mio amico e lo porterò al sicuro stavolta. Spostati."
Rispose sicuro Shoto senza farsi intimidire dallo sguardo mellifuo della creatura che aveva di fronte.
Risposta che alla donna non piacque affatto: tirò fuori i canini e posò un'unghia sulla parete, lasciando il segno del suo passaggio.

"Mi sono stancata di essere clemente. Ti sgozzerò e finirò di succhiare il sangue a quel semi-cadavere che stai trasportando."
Capelli argentei scattò di nuovo pronta a colpire il bicolore ma una mano l'afferrò per la gola, interrompendo così la sua corsa.

"Dimmi che non stavi per attaccare il mio compagno e ti risparmierò una morte lenta e dolorosa."
La vampirà si liberò con un abile mossa e saltò a qualche metro di lontananza mentre guardava innervosita il nuovo arrivato posizionarsi davanti agli altri due come a fare da scudo.

"Devi stare attento, lei è-"

"Lo so. Lo percepisco. Sarà anche più anziana ma non avrà la meglio quando osa minacciarti. Portalo all'ospedale, il suo odore si sta affievolendo troppo in fretta."
Shoto si avvicinò al ragazzo e strofinò il naso contro la sua ghiandola odorosa in un gesto affettuoso.

"Stai attento."
Un sorrisetto nacque sul volto dell'altro che si mise subito in posizione d'attacco.

"Dovrà passare sul mio cadavere prima di arrivare a te."

"Se tu avessi sentito le sue urla di dolore ti saresti eccitato come in pieno rut! Aveva una voce così graffiante!"
Ejiro attaccò nuovamente la rossa: ne aveva avuto abbastanza delle sue parole.
Si vantava di aver sventrato l'umano e non poteva più tollerarla.

La voleva vedere morta.

La vampira rise e gli arrivò dietro per attaccarlo, ma Denki le diede un pugno così forte da farla capitolare a terra.
La sorella dai capelli neri sprigionò il proprio odore e si scagliò contro i due ragazzi con l'intento di ucciderli entrambi.
Di rimando, i due amici ringhiarono e ripartirono all'attacco per metterle al tappeto.
Non era affatto facile: le due erano agili, scaltre e pronte a tutto pur di toglierli di mezzo.

"La nostra sorella avrà già ucciso il vostro neonato. Credete davvero che potrà tenergli testa?"
Gridò la mora mordendo Denki tra il collo e la mandibola, facendolo urlare dal dolore.
Eijiro corse in soccorso all'amico rompendo l'osso del collo della vampira con un colpo secco.
Il corpo della creatura cadde a terra a peso morto, senza convulsioni e senza rantolii, in un religioso silenzio.
Denki si mise la mano sul collo ferito per constatare l'entità dello squarcio e tirò un sospiro di sollievo quando si rese conto di aver perso pochissimo sangue.
Si sgranchì il collo prima di tirarsi su con la schiena.