Capitolo 8

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POV's Noah
Mi ritrovai stesa sull'asfalto bollente di mezzogiorno, le orecchie mi fischiavano e la testa mi girava, anche se avevo il casco avevo dato una bella testata potente all'asfalto, meno male che ho la testa dura, pensai, aprii gli occhi verdi ma la luce del sole mi entrò nelle pupille facendomeli chiudere subito dopo per il troppo bruciore, <Noah stai bene?> disse una voce <cazzo> dissi provando a rialzarmi,

<non ti muovere Noah> disse sempre la stessa voce, girai la testa, vidi uno dello staff della pista sedersi vicino me, lo riconobbi dalla maglietta della divisa rossa, lo guardai meglio, era Tyler, un mio vecchio amico d'infanzia nonché il mio migliore amico, <sto bene Tyler> dissi sedendomi a terra, chiamatemi pazza ma il mio primo pensiero fu la mia moto che per fortuna era caduta sull'erba e non si era fatta niente, meno male

<te lo detto mille volte che al curva 5 è pericolosa, devi rallentare, puoi andare al massimo a 100km/h ma neanche, solo un pazzo andrebbe a 250km/h come stavi andando tu> mi rimprovero Tyler, avvolte è troppo pesante ma lo capisco, si preoccupa per me, anch'io mi preoccuperei se avessi una persona poco sana di mente come me affianco <si lo so> dissi togliendomi il casco e sciogliendomi la coda, mi scoppiava la testa,

<ti prego Noah, ascoltami, non ti dirò mai di abbandonare la moto perché è tutto quello che hai e comunque non mi staresti a sentire ma ti prego> disse facendo un pausa mettendo la mano sulla mia spalla, girai la testa verso di lui <quando sei su quella moto si lucida, pensa solo alla velocità e a tenerla sotto controllo, come dovresti fare con le tue emozioni> continuo, lo guardai negli occhi marroni, aveva dei ciuffetti ricci e biondi che gli ricadevano sulla fronte sudata,

aveva ragione, dovevo essere lucida li sopra, non dovrei pensare a nient'altro se non alla velocità, ma è più forte come me, la moto mi ha salvato quando stavo per crollare ma sono sicura che se continuo così sarà anche la mia fine, ne sono anche fin troppo consapevole <dove ti sei fatta male?> mi domando Tyler cambiando discorso e riportandomi alla realtà dai miei pensieri, questi sono un altra cosa che prima o poi mi ucciderà,

<mi fa leggermente male la gamba> dissi toccandomela sentendo un leggero dolore, <riesci a muoverla?> mi domando, feci come mi aveva detto ma ci riuscii poco, <vieni ti medicò la gamba prima che prendi infezione> disse prendendomi in braccio e portandomi verso il Box mentre altro due ragazzi ci seguivano con la mia moto nel box, abbassai la testa nell'incavo del suo collo, ci stavano guardando tutti, anzi, mi stavano guardando,

ecco perché vengo la sera o la mattina presto, perché sono sola e non ho gli occhi di nessuno puntati addosso come in questo momento, Tyler mi poggio sul divanetto nel mio box, mi tolse lo stivale, alzo il pantalone della tuta protettiva e per fortuna non mi ero fatta niente di grande, c'era solo un grandissimo livido viola che prendeva tutto il polpaccio e il resto del piede, ecco perché non riesco a muovere il piede,

mi tocco la gamba e gemetti dal dolore, cazzo faceva davvero tanto male, eppure di lividi ne avevo avuti sempre per colpa della moto ma a quanto pare questo li supera tutti <non ti muore da qui, prendo il ghiaccio e torno> disse Ty alzandosi <tranquillo non ho intenzione di muovermi> dissi, lui si giro verso di me, <per una volta hai deciso di ascoltarmi> disse ridendo per poi sparire dietro il muro del box,

rimasi da sola con la mia moto, incominciai a guardami intorno, non sapevo di avere tutte queste foto e ricordi qui dentro, mi guardai in torni guardando tutte le foto che avevo qui, erano tutte foto di me con le mie moto passate, la mia prima moto è stata un KTM bianco, ero innamorata di quella moto ma purtroppo ebbi un incidente, io ne uscii illesa mentre la mia moto un po' meno, ci tenevo tanto a quella non solo perché era la prima di tante ma perché apparteneva a mia madre,

possiamo dire che questa passione per le moto o i motori in generale noi
Baylor/Dallas c'è l'abbiamo nel sangue, mia zia Helen, la sorella di mio padre, aveva una BMW nera bellissima, mentre mio zio Lucas, il fratello di mia madre, aveva tantissime macchine da corsa e moto di tutti i tipi, mentre mia madre aveva il duo meraviglioso KTM bianco e a mio padre bastavano i suoi amati caccia militari, ognuno aveva i suoi gusti,

continuai a guardare le foto appese al muro del box finché non mi imbattei in una foto che pensavo di aver buttato, se non addirittura bruciato, eravamo io, Carter e due suoi amici, uno era biondo con gli occhi azzurri e l'altro castano con gli occhi marroni, guardai meglio il biondo, mi sembra di averlo già visto, ma dove?

L'angelo e il diavolo ~ Rudy PankowDove le storie prendono vita. Scoprilo ora