Quella notte.

543 39 5
                                    

A:"Ricordo veramente poco di quella notte.
Come se qualcosa, o qualcuno, avesse cancellato i ricordi dalla mia mente.

Ricordo un profumo dolce, familiare: quello di Liam. Ricordo anche come mi alzai dal letto, dopo aver passato circa mezz'ora abbracciata a lui, dicendogli che sarei andata in cucina a prendere qualcosa da bere. Ricordo come non tornai in camera da letto."

?:"Vada avanti, signorina Steel"

O, potevo dire tante cose su quella notte.
Le immagini erano chiare e vivide nella mia testa. Purtroppo, se avessi raccontato la nuda e cruda verità, mi avrebbero presa per pazza, e mi avrebbero rinchiusa nel più vicino ospedale psichiatrico: Heichen House.

A:"Non ricordo nient'altro"
?:"Ne è assolutamente sicura?"

No.
A:"Al 100%"
?:"Signorina, lei ha idea della gravità della cosa?"

Perché i poliziotti erano così, per usare un termine molto educato, deficienti?
Avevo mandato una mia amica all'ospedale, con un braccio rotto e dei tagli sulle gambe. E mi ricordavo ogni singola cosa.

A:"Me lo sta chiedendo veramente?"
P(poliziotto):"Risponda, per favore"
A:"È ovvio che me ne rendo conto!"

P:"Allora risponda in modo sincero!"
A:"Lo sto facendo!"

Stavo mentendo a me stessa. Non era vero che ero sincera, ma non potevo fare altro.
Non mi avrebbe mai creduta.

P:"Signorina, lei porta le lenti a contatto per caso?"
A:"No, perché me lo chiede?"

P:"I suoi occhi, sono quasi del tutto neri."

No. Non di nuovo. Non per la terza volta in meno di 12 ore.

A:"Posso andare in bagno? La prego, sono qua dentro da 4 ore"
P:"Va bene"

Una guardia mi accompagnò in bagno, e rimase di fronte alla porta.
Mi misi davanti allo specchio e mi fissai.

Cominciai a piangere, sempre di più. Cosa avevo fatto di male per meritarmi una cosa del genere?

P:"Signorina, tutto bene?"
A:"Si, esco subito"

Uscii dal bagno con ancora le lacrime agli occhi. Non mi importava della guardia. Avrei preferito chiudermi in casa e circondarmi di sorbo.

P:"Signorina, può andare a casa. Si aspetti una chiamata da parte nostra"
A:"Si, va bene"

E me ne andai.
Dovevo trovare un modo per combatterlo.
DOVEVO. Avevo spedito Lydia in ospedale, non avrei permesso che qualcun altro si facesse male a causa mia.

E fu così che, mentre camminavo, mi venne in mente una cosa che mi aveva detto Scott quella notte:

IL DOLORE RENDE UMANI.

Lontano dagli occhi, lontano dal cuore (sequel de "Una completa estranea")Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora