Cap. 2 Come una specie di sogno

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Avevo appena finito di fare colazione, Tom mi diede un bacio a stampo e se ne andò a fare la spesa. Tom era un ragazzo alto, si vestiva sempre con maglie e pantaloni larghi, aveva anche un labret. I capelli erano lunghi e neri, pettinati in cornrows. Profondi occhi marroni, che una volta agganciati non riuscivi più a smettere di guardare. Io ero rimasta a casa con Bill. 

"Ho dimenticato di mandare un messaggio a mia madre, chissà cosa starà pensando," Ero molto agitata. "sono così stupida! ora che faccio, mi metterà di sicuro in punizione e non potrò uscire per il resto della mia vita". 

"Non disperarti, ci ho pensato io a scriverle." disse Bill con quel tono un po' annoiato. 

"Grazie, sei stato molto gentile". Passò più di un'ora, d'un tratto sentii bussare alla porta. 

"Ale! Ma che fine hai fatto? Non ti sei fatta viva in questi giorni e mi stavo preoccupando". Era Veronica -per gli amici Vero- la mia migliore amica. Lei era più alta di me, aveva capelli ricci di colore scuro. Non si è mai fidanzata e non ha intenzione di farlo. "Ciao Vero! Scusa, ho proprio dimenticato di scriverti" Le risposi. Ero felice di vederla, ma quello non era il momento giusto, ricordavo pochissime cose dei giorni passati. 

"Quindi venerdì andiamo tutti e quattro al concerto?" Disse Bill interrompendo la conversazione tra me e lei.

 "Quale concerto?" Gli chiesi. "Il concerto del tuo gruppo preferito. Hai sbattuto la testa da qualche parte stamattina?" Rispose Vero facendo uno di quei sorrisetti che faceva sempre. In quel momento mi sono ricordata di loro, i Nirvana. Loro erano la mia band preferita, ero molto felice di aver ricordato questo. 

"Quindi? Ci andiamo o no?". Io e Vero rispondemmo di sì contemporaneamente e ce ne andammo nella camera di Tom. Nel mentre lui era tornato portando dei cioccolatini e una rosa per me. Dopo cena Veronica dovette andare via, Quindi vedemmo un film tutti insieme, ma subito mi addormentai. Passarono mesi, ma ancora non ricordavo nulla. Ho voluto prendermi una pausa quindi andai a vivere da Tom e Bill. In quei mesi ho parlato con Bill di quello che mi era successo e gli chiesi perché non ricordavo più nulla. Mi diede dei consigli su come affrontare la situazione e mi promise che non avrebbe detto nulla a Tom, non volevo farlo preoccupare. Io e bill iniziammo a parlare come migliori amici, come fratelli.

"Si può sapere cosa sta succedendo?" Disse Tom arrabbiandosi, eravamo a tavola e io e Bill non smettevamo di parlare. Dopo che Tom si mise in mezzo calò un silenzio tombale. "Quindi? Mi spiegate perché ora parlate sempre se prima vi odiavate?". Nessuna risposta. Non sapevo cosa dire e neanche Bill, credo. "Mi volete rispondere?". Si stava arrabbiando ancora di più. 

"Nulla, Tom. Io e Ale stiamo semplicemente parlando" Disse Bill per non farlo arrabbiare ancora di più, ma non funzionò. "Tom, calmati. Io e Bill abbiamo fatto pace" Intervenni per salvare la situazione. 

"Esatto, ora tutto quello che le ho fatto e che lei ha fatto a me non conta più, abbiamo ricominciato da zero" continuò Bill. 

"Ah sì? E che avrebbe fatto Ale a te?" Disse imitando le ultime parole. Io stavo andando in panico, non sapevo più cosa fare. 

"Tom cosa sta succedendo? Non sembri più te stesso" Gli disse Bill con voce tranquilla. "Tom, dove vai?" chiesi. "Vado via, ecco dove".  Mise il solito cappello nero con la sua giacca di pelle, prese le chiavi della moto e se ne andò. Dentro di me dominava il senso di colpa, uno mai sentito prima. Passarono giorni su giorni, ma Tom non era ancora tornato. Però, una mattina, qualcuno bussò alla porta. Io stavo ancora dormendo, quindi andò Bill ad aprire la porta. Ero mezza addormentata ma riuscivo a sentire tre voci diverse, due erano di Bill e Tom, ma l'ultima non la riconoscevo. Avevo incontrato diverse volte gli amici di Tom -Gustav e Georg- ma nessuna assomigliava a quella. Scesi in cucina ancora con il pigiama, il mio pigiama con i gattini, strofinandomi l'occhio destro. 

"Ale?" Disse quel ragazzo. Mi fermai per un secondo. 

"Manu?" Manuel era il mio compagno di scuola quando andavo alle medie. Lui e Veronica si conoscevano da tanto tempo quindi decisi di farci amicizia. Manuel aveva una pelle quasi scura, capelli raggruppati in ciuffo liscio, occhi marroni e delle labbra abbastanza carnose. Ma mi concentrai di più su Tom 

"Dove cazzo eri finito? Ho passato le notti a piangere perché avevo un senso di colpa che non puoi neanche capire" Sono scoppiata in lacrime, nel mentre Bill cercava di consolarmi mettendomi una mano sulla spalla. 

"E' vero, Tom, che fine avevi fatto?" Intervenne Bill. Tom appoggiò il casco della moto sul comodino vicino a lui e mi abbracciò. Quando smise mi ero calmata.

 "Quindi, come fate a conoscervi tu e Manu?" disse lui. 

"Abbiamo fatto amicizia alle medie, è da tanto tempo che non ci vediamo. Invece tu come fai a conoscerlo?". Ero incuriosita anche dal fatto che non me lo aveva mai presentato. 

"Ricordi quando sono andato via? Ecco, a quel punto sono andato dalla tua amica e le ho bussato alla porta. Lei non c'era, ed è stato in quel momento che l'ho conosciuto". Tutto aveva senso, non mi sembrava una bugia. "Ragazzi, io vado. Si è fatto tardi e devo pure fare la spesa" Disse Manu. Lo salutammo tutti. Io e Tom siamo andati sul divano a giocare alla PS4 mentre Bill cucinava, come sempre. Ero immersa nei miei pensieri, non sapevo cosa chiedere a Tom, volevo parlargli ma non ne avevo il coraggio. Sembrava tutto così strano, come una specie di sogno.

*ehii, ho pubblicato subito un'altra parte anche perché non resistevo haha. Comunque pubblicherò soprattutto il fine settimana, fatemi sapere se questa storia vi piace<33*

All Was a Lie - Tom KaulitzDove le storie prendono vita. Scoprilo ora