TOM POV
"Smettila di fumare, coglione" Disse Gonkuro. Mi trovavo da lui perché, quando mi aveva visto vivo e vegeto in ospedale, mi portò subito a casa. Stavo fumando vicino alla finestra della mia camera, lui era appena entrato e io non risposi. "Se non fai lo stronzo come gli altri giorni, ti lascio andare da quella puttana di Ale e da tua figlia." Mi girai, ero sorpreso, ma non troppo. Volevo ringraziarlo, poi però ripensai a tutti i tagli, le ferite e le torture che mi aveva fatto in quei giorni. Girai la testa verso di lui, buttando la sigaretta ormai consumata dalla finestra.
"Allora, che devo fare oggi?" Domandai.
"Devi solo uccidere quest'uomo, poi ti lascerò andare" Tirò fuori una foto dalla giacca, era raffigurato un uomo biondo con occhi celesti. La sua pelle era veramente chiara.
"Tutto qui?"
"Si, tutto qui. Se fai un bel lavoro ti darò anche dei soldi"
Era successo qualcosa tra lui e quell'uomo, ma non feci neanche una domanda, non mi importava. Sfilai la foto dalle sue mani e mi diressi, con la pistola in mano, verso la porta. Dovevo uscire al più presto da quell'inferno. Ormai ero lì da più di una settimana, tra un giorno ci sarebbe stato il compleanno di Ale e dovevo assolutamente presentarmi. Sapevo ogni cosa: che era incinta, che Bill ha scopato con lei, che ha provato a suicidarsi e tutte le altre cose, i soci di Gonkuro la tenevano sotto controllo. Ho dato un pugno a tutte le persone presenti in salotto quando quel pezzo di merda mi aveva detto di ciò che Ale aveva fatto con Bill, ma dopotutto io e lui eravamo gemelli e lei mi mancava da morire. Mi stavo dirigendo verso la casa di quell'uomo, mi pietrificai quando vidi l'indirizzo. "482 - Apartment Life." Era uno dei vicini di casa di Ale, non potevo farmi scoprire, sennò quello stronzo mi avrebbe ucciso. Decisi di andarci comunque, ma dovevo stare molto attento.
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Ormai ero davanti alla porta della vittima. Stavo per entrare, ma Bill uscì di casa. Mi nascosi velocemente dietro un angolo, così che non poteva vedermi.
"Andiamo. Stiamo facendo tardi alla visita di Iris."
"Eccomi, stai calmo" Rispose Ale. Sbirciai per vedere cosa stessero facendo, li vidi baciarsi dolcemente. Erano veramente carini, anche se questa cosa mi spezzò il cuore. Si aprirono le porte dell'ascensore, stavano andando via. Ritornai al piano di Gonkuro e uscii dal mio nascondiglio, camminai lentamente verso la stanza 482. Bussai, poi sparai un colpo all'altezza della mia testa. Aprii la porta, l'uomo biondo cadde a terra, finalmente ero riuscito ad uscire da quella merda di situazione. Il braccialetto elettronico che faceva da GPS a Gonkuro si slacciò dal polso cadendo a terra e producendo un rumore metallico. Ero libero.
"Le serve aiuto?" Domandò una signora anziana, abitava lì vicino.
"Uhm, sì. Ho trovato quest'uomo qui a terra con un colpo di pistola sulla fronte. Presto, chiami un'ambulanza." Risposi a quella vecchietta, la sua bocca rugosa si spalancò, poi corse verso la sua stanza per chiamare qualcuno. Io camminai verso la casa di Ale, aveva lasciato la porta aperta. Entrai senza fare rumore e chiusi lentamente la porta.
"Tom?!" Urlò Veronica, mi fece saltare dalla paura. "Cosa ci fai qui?"
Volevo darle delle spiegazioni, ma le parole non uscivano dalla mia bocca. All'improvviso mi squillò il telefono, era una notifica di Gonkuro.
"Finalmente sei riuscito a 'scappare' da me, ma ti terrò d'occhio. Sono stato molto severo, soprattutto quando cinque anni fa abbiamo discusso su quel sito. So che abbiamo chiarito, ma volevo vendicarmi, rapendo la tua amata fidanzata e farla sembrare mia. Lo so...sono crudele, ma questa è la vita dopotutto. Comunque, se dirai qualcosa a qualcuno di quello che ti è successo e che ti ho fatto, farò passare l'inferno a te e alla tua ragazza, ci siamo capiti? Spero di sì."
Tenni gli occhi fissi sullo schermo, ma distolsi lo sguardo quando Vero parlò di nuovo.
"Mi dici cosa cazzo ti è successo? E soprattutto, cosa dirai ad Ale e a tuo fratello?"
Continuavo a fissarla, non sapevo cosa dire. Lei si avvicinò, sentivo la sua ira che mi attraversava il corpo, producendo un brivido lungo la mia schiena.
"Cosa hai fatto? Hai ferite ovunque" Mi toccò la cucitura fine sulla tempia, la sua voce era più calma.
"Quindi? Mi vuoi rispondere?"
"Semplicemente, mi hanno trovato steso per terra quando ho provato a spararmi. Quella maledetta pistola non funzionava, non uscì nemmeno un colpo, ero solo stordito per la poca aria"
"Nient'altro?"
"No, nient'altro."
Mi fissò per un secondo, poi si voltò.
"Bene, mi fido di te."
"Dove vai?" Chiesi perplesso.
"Torno a dormire, dovresti farlo anche tu. Domani è il compleanno di Ale."
Annuii. Lei si diresse verso la sua camera, invece, io, mi avvicinai al divano. C'era la culla di Iris, dentro aveva diversi giocattoli colorati. Dentro di me sentivo un mix tra senso di colpa, tristezza e gioia. Mi stesi sul comodo divano che non vedevo da giorni, sfilai una sigaretta dal pacchetto e iniziai a fumarla. Pensavo a cosa sarebbe potuto accadere quando loro due mi avrebbero visto.
Sentii bussare alla porta, una piccola vocina dolce pronunciò il mio nome.
"T-Tom?..."
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All Was a Lie - Tom Kaulitz
RandomSono Ale, la fidanzata di un ragazzo di nome Tom. Io e suo fratello ci odiavamo, ma ora siamo più amici che mai. Mi sono dimenticata tutto del passato, tranne alcune cose non molto importanti. Il mio scopo è quello di ricordare tutto, con un piccolo...