Cap. 15 dolore o gioia?

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"Ma lui è..." cercai di capire chi fosse "...Manu?" Bill fece una faccia strana, anche io a dir la verità. Cosa ci faceva qui?

"Vero, vieni! Li ho trovati!" Urlò Manuel. Veronica spuntò da dietro un albero.

"Ale!" Corse verso di me e io verso di lei, ero felicissima di vederla. Ci abbracciammo, poi mi diede un piccolo bacio sulla guancia e iniziammo a ridere. Sentivo qualcuno correre verso di noi.

"Dobbiamo andare, correre più lontano possibile. Bill, vieni." Corremmo tutti quanti. Ci nascondemmo dietro diversi alberi perché eravamo stanchissimi. Vidi un uomo correre, stava seguendo la strada. Era un socio di Gonkuro, dovevamo andarcene da lì. Feci segno agli altri di venire, passammo per una stradina sconosciuta che portava vicino a dove abitavamo. Ci incamminammo, stava per fare buio. Erano passate quasi quattro ore, ero stanchissima. Iniziai a tremare, non mi sentivo bene. Bill lo notò subito.

"Ragazzi, fermiamoci. Ale è stanca." Gli altri annuirono e ci sedemmo a cerchio vicino ad un albero. Mi sedetti in braccio a Bill, mi coccolava la pancia. Vero notò questo piccolo dettaglio. "Uh, mi sono persa qualcosa?" Feci un sorriso. "Non proprio, forse qualcosina." Guardai Bill innamorata, lui era l'unico che mi ricordava Tom dato che erano gemelli, anche se avevano due stili completamente diversi. "Ma Tom dov'è?" Chiese Manuel. "Giusto, che fine ha fatto?" Continuò Veronica. Mi pietrificai quando sentii pronunciare il nome di Tom. Non riuscivo a parlare, ero completamente bloccata. Bill rispose a posto mio "Diciamo...che è andato via...per sempre" Mi uscì qualche lacrima. "Cazzo, mi dispiace." Disse Vero. Si fece buio, saremmo dovuti andare via ma stavo ancora male. Bill mi prese in braccio e ci avviammo verso casa.

Arrivammo che era mezzanotte, entrammo nel nostro appartamento esausti. Manu dormì da noi, nella camera di Bill. Invece, lui si sarebbe addormentato con me. Entrammo nella mia camera, io mi stesi subito sul letto. Si fermò all'improvviso, poi mi guardò.

"Sei pronta?" Chiese. "Pronta per cosa?" Risposi, la situazione si fece intima. Lui non disse una parola, si tolse lentamente la maglia che aveva addosso scoprendo la parte superiore delle mutande e facendomi vedere i suoi pettorali non troppo definiti, come piacevano a me. Salì sul letto, gattonava sopra di me con lentezza, iniziai ad eccitarmi. Mi baciò, sentivo la sua lingua calda stare a contatto con la mia. Rivolsi lo sguardo verso i suoi jeans, interrompendo il bacio. Notai una sporgenza nei suoi pantaloni, in seguito gli slacciai la zip e la cintura. Continuava a fissarmi, io feci la stessa cosa, ri-iniziando un bacio che ogni tanto si interrompeva. Respiravo affannosamente, l'adrenalina e l'eccitazione mi scorrevano nelle vene. Bill si alzò togliendosi completamente i pantaloni e i boxer, fece scoprire del tutto la sua V.

"Hai messo le protezioni?" Chiesi. "Ovvio, non voglio avere altre sorprese." Rispose, manteneva un tono basso, ciò lo rendeva sexy. Mi misi in ginocchio sul letto, baciando le sue dolci labbra. Prese la parte sotto della mia maglia, me la sfilò da dosso e fece la stessa cosa con i pantaloncini, il reggiseno e le mutande. A quel punto eravamo completamente nudi. I nostri corpi erano intrecciati, mi fece gemere più volte al suo tocco, e non solo per quello. Si spingeva violentemente dentro di me, era la cosà più eccitante che avessi mai fatto.

Passò almeno mezz'ora. Io e Bill respiravamo affannosamente, era stato fantastico.

"Wow, Bill. Ci sai fare." Risi un po'. "Beh, secondo te perché quella puttana voleva restare con me anche la notte successiva?" Rise anche lui.

"Allora lo ammetti che era una puttana" "Già, in camera iniziai a sentire odore di altri uomini che avevano fatto visita alle sue parti intime. Poi, la sua vagina non era stretta come la tua, l'ho capito anche grazie a questo."

"Che cazzo sei, un esperto di sesso e parti intime?" Chiesi ironicamente. "Beh...se vuoi chiamarmi così, non mi dispiacerebbe" Fece una piccola risata. Mi avvicinai di più a lui, le lenzuola coprivano la parte superiore del mio corpo.

"Ti amo, Ale" "Ti amo anch'io, Bill"

Ci stavamo quasi per addormentare, quando sentii un rumore provenire dalla cucina. Sembrava che qualcuno stesse provando a buttare giù la porta d'ingresso. Bill si vestì e andò a controllare, io ero dietro di lui, il lenzuolo del letto era attorcigliato al mio corpo.

Bill prese la pistola che gli aveva dato Tom precedentemente. Vero venne in cucina, dove eravamo noi due. Mi abbracciò per tranquillizzarmi o proteggermi. Lui aprì la porta, puntando sempre la pistola avanti. Non riuscivo a vedere chi fosse, guardai Bill da dietro per vedere se avrebbe fatto qualcosa. Poi iniziò a parlare

"C-Cosa?..."

All Was a Lie - Tom KaulitzDove le storie prendono vita. Scoprilo ora