Mi portò in un vialetto, eravamo solo noi due. Mi spinse con delicatezza contro il muro.
"So che sei spaventata, ma devi ascoltarmi bene..." Sibilò, lo capivo a malapena dato che avevo paura, ma allo stesso tempo ero ubriaca. "...in questi giorni ti possono succedere cose davvero schifose, ma non devi fare per nessun motivo al mondo le cazzate che vorresti fare. Semplicemente...non mollare, così che qualcuno verrà a salvarti"
Non avevo capito molto, ma mi lasciò andare. Andò via, scomparendo dietro un palazzo. Sentivo qualcuno correre verso il vialetto dove mi trovavo, era Bill.
"Ale!" urlò quando mi vide sola e ubriaca. Camminò velocemente verso di me, per poi abbracciarmi. "Dov'eri? Ti ho cercata dappertutto." Si staccò da me, guardandomi negli occhi. Mi diede un bacio, era pieno di passione, riuscivo a sentire la sua attrazione verso di me.
"Andiamo a casa prima che prendi altre bibite alcoliche insieme agli altri." Sorrise, mi portò nell'appartamento. Eravamo in ascensore, mi ripresi un po' dallo scombussolamento che l'alcol mi diede. Uscimmo dall'ascensore, vidi Valerio baciarsi con una ragazza: assomigliava molto a me, ma aveva capelli più lunghi dei miei e gli occhi erano a mandorla.
"Uh, guarda un po' chi ha conquistato una ragazza stasera." Disse Bill un po' ad alta voce, ma per fortuna non avevano sentito. Diedi un colpetto sul suo petto, facendogli capire che quello non era il momento giusto per parlare. Lui annuì, prese le chiavi e aprì la porta. Entrammo, ma improvvisamente mi fermai. Bill non mi aveva visto, ero dietro di lui.
"Bill.." Sussurrai, lui si girò. Mi guardò con una faccia preoccupata prima di venire da me. "Sento qualcosa che non va alla mia pancia.."
Mi guardò incredulo per qualche secondo, poi mi prese in braccio e mi portò dal medico.
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"Cosa intende?"
"In parole povere, la signorina Alessandra potrebbe partorire in uno di questi giorni. Questo succede quando si assume una vasta quantità di alcol, in questo caso la vodka, mischiato con alcune sostanze tra cui cannella e pepe nero. Lo usano soprattutto nelle discoteche per far 'perdere il controllo' alle ragazze, ma dato che lei è incinta, il miscuglio ha reagito in modo diverso." Il dottore organizzò dei fogli sparsi sul tavolo, per poi sistemarli uno sopra l'altro. "provocando, così, una crescita velocizzata del bambino. Quando la signorina partorirà, la crescita tornerà a valori normali. Il modo in cui ha reagito al drink non se lo spiegano neanche i medici..." Si fermò un attimo "...ma come dicono gli scienziati, il corpo a volte fa cose strane"
Bill era interessato, voleva a tutti i costi essere un buon padre e un buon fidanzato.
"Sa di preciso quando partorirò?" Chiesi, Bill stringeva le mani sulla mia pancia, massaggiandola dolcemente.
"Più precisamente tra una settimana, ma potrebbe farlo anche prima."
Non ero sorpresa dalle parole del dottore, pensavo di essere pronta ad avere un figlio, e anche Bill. Noi due ci amavamo, o almeno lui ama me. Bill è il gemello di Tom, quindi non so se lo amassi solo perché gli somigliava molto. Abbandonai questi pensieri, uscendo dall'ufficio del dottore con Bill.
"Bill, sei pronto ad avere un figlio?" Chiesi, il suo sguardo si fissò sul mio per qualche istante.
"Credo...credo di sì." Rispose.
"Bill, ti prego, dimmi la verità, dimmi ciò che pensi."
"Ale non ne ho idea. Sono pronto ad avere un figlio, ma a volte penso di essere solo un 'secondo Tom' per te..." Si fermò. "...io ti amo, ma vedevo il modo in cui guardavi Tom."
"Cosa stai dicendo? Per me non sei un 'secondo Tom', io ti amo, cazzo. Te l'ho detto, da quando noi due abbiamo migliorato il nostro rapporto, ho iniziato ad amarti." Lui abbassò lo sguardo.
"Il problema è che io ti amo da quando Tom mi parlò di te per la prima volta. All'inizio facevo lo scorbutico solo per non creare problemi tra voi due, ma ormai è troppo tardi.."
Non era possibile, mi amava da quando avevamo 10 anni?
Non dissi una parola, io e lui tornammo a casa insieme. Nessuno di noi due sapeva cosa dire, io non volevo parlare per paura di rovinare la nostra relazione, per paura che mio figlio non avrebbe avuto un padre anche non biologico. La situazione si complicò, iniziai a farmi diverse domande, ma non ci parlammo per tutta la sera. Il mattino seguente fu la stessa cosa: Passammo tutto il giorno senza parlarci. Andò avanti così per cinque giorni, Vero mi consolava di notte mentre piangevo, Bill iniziò a non dormire più con me. Manuel era tornato in Italia, avevo litigato anche con lui. Ele dovette tornare all'ospedale per aiutare un'altra persona. A casa eravamo rimasti solo io, Vero, Bill e Vale. Iniziavo a sentire mancanza di amore, e anche la mancanza dei fratelli Kaulitz. In quei giorni restavo sempre a letto, non volevo mai uscire, e soprattutto, volevo non esistere più.
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All Was a Lie - Tom Kaulitz
AcakSono Ale, la fidanzata di un ragazzo di nome Tom. Io e suo fratello ci odiavamo, ma ora siamo più amici che mai. Mi sono dimenticata tutto del passato, tranne alcune cose non molto importanti. Il mio scopo è quello di ricordare tutto, con un piccolo...