Mi trovavo sul letto dell'ospedale per la seconda volta. Il mio braccio era dolorante, ma fortunatamente guarito. Vedevo gli aghi infilati in varie parti del corpo. Mi toccai il viso, sperando che le ferite fossero andate via, ma non fu così. Arricciai gli occhi dal bruciore quando toccai il taglio sotto l'occhio sinistro. Sentivo la dottoressa parlare con Tom e Bill, dopo un po' arrivarono anche Ele e Vero. Vedevo le labbra di Tom muoversi, quelle fottute labbra. In quel momento lo odiavo, ma lo amavo allo stesso tempo. Me lo immagginai con le solite treccine, quelle che aveva sempre. Ecco, ora riuscivo a riconoscerlo.
Mi guardai attorno, poi vidi Tom avvicinarsi alla mia stanza. Aprì lentamente la porta, gli altri ascoltavano con interesse la dottoressa.
"Posso entrare?" Chiese. Non aveva la solita voce alta, era tranquillo.
"Come vuoi". In quel momento volevo cacciarlo, ma ero ancora troppo debole per farlo. Entrò e chiuse la porta senza fare rumore. Mi guardò negli occhi, poi si sedette a un lato del letto.
"Che ne pensi?...Intendo, del fatto che io sono Tom." Disse, mantenne sempre la voce bassa.
"Cosa dovrei pensare?..." Risposi svogliatamente. Ero fredda con lui, quello era il massimo che potessi e riuscissi a fare. Feci una breve pausa, poi ricominciai a parlare. "...Io ti amo, Tom. Perchè non mi hai detto nulla?..." Asciugai la lacrima che mi scorreva sulla guancia, disinfettando una delle tante ferite. "...E, soprattutto, perché hai fatto tutto questo a me e a Bill?". Ero seria. Vederlo e ripensare a tutto ciò che aveva fatto mi spezzò ancora di più il cuore. Calò un silenzio assordante, Tom non sapeva cosa dire. Rimaneva in silenzio guardando le sue dita fregare tra loro, rimpiangeva ogni cosa, tutto senza dire nulla.
"Ale, io..." "Non scusarti" Lo interruppi "Non ho bisogno delle tue scuse, ho solo bisogno di stare con te." Lui fece un sorrisetto. Entrò Bill all'improvviso, facendo spaventare sia me che Tom.
"Tom, vieni. Porta anche Ale, la dottoressa dice che dobbiamo portarla a casa." Bill accennò un piccolo sorriso dopo avermi guardata, questo mi fece sentire meglio. Tom mi prese in braccio, portandomi fuori l'ospedale. Mi mise sulla sua moto nera scintillante, salì anche lui e ci dirigemmo verso il nostro appartamento. Appena arrivammo, mi portarono sul letto. Tom si mise vicino a me, mi guardava e io non riuscivo a distogliere lo sguardo dai suoi occhi, quei fottutissimi occhi marroni che ti intrappolavano appena li guardavi. Mise la sua mano fredda sul mio dolce viso, poi spostò una mia ciocca di capelli che copriva parte della mia faccia dietro l'orecchio. Continuava a sorridere, era felice di avermi lì con lui. Da una parte lo ero anch'io, lo amavo ma non più come prima, era da qualche giorno che iniziai a provare qualcosa per Bill. Non dissi nulla a nessuno, solo a Vero ed Ele, le persone di cui mi fidavo di più in quel momento. Provavo a rimanere tranquilla per non far sospettare nulla a Tom, ma lui capì subito che c'era qualcosa di sbagliato. Smise di sorridere. "Che succede?" Chiese. La sua mano si tolse dal mio viso, passando al braccio per grattarmelo dolcemente. Lui li chiamava 'grattini', e a me piacevano molto.
"Nulla, non è importante" Risposi. Si tranquillizzò. Si leccò il labbro inferiore, facendo scintillare ancora di più il suo piercing argentato. Fissai gli occhi sul suo labret, poi mi girai verso il soffitto e chiusi gli occhi. Lui si avvicinò di più a me, tenendomi al caldo. Tutto sembrava essersi calmato, l'inferno era finito, per questo ero felice. L'unica cosa che mi tornò in mente era di aver perso la memoria quasi due anni prima. Il cervello mi fece ricordare di una strada qui a Tokyo, non ci ero mai stata quindi perché me la ricordavo?
Cosa cazzo significa...
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All Was a Lie - Tom Kaulitz
AléatoireSono Ale, la fidanzata di un ragazzo di nome Tom. Io e suo fratello ci odiavamo, ma ora siamo più amici che mai. Mi sono dimenticata tutto del passato, tranne alcune cose non molto importanti. Il mio scopo è quello di ricordare tutto, con un piccolo...