BILL POV.
Mi svegliai nel mezzo della notte. Accesi il telefono, erano le 3:13. Mi voltai, Ale era scomparsa. Mi alzai velocemente dal letto e corsi verso la stanza di quell'uomo. Non c'era nessun rumore, l'assassino stava dormendo, fortunatamente. Tornai in camera camminando, anche se ero ancora un po' preoccupato. Appena entrai sentii dei pianti provenire dal bagno, quindi andai a controllare. Aprii la porta, c'era lei seduta sul pavimento.
"Ale, stai bene?" Nessuna risposta, continuava a far scendere lacrime. Mi avvicinai preoccupato, aveva un test di gravidanza in mano. Rivolsi lo sguardo verso il comodino sopra il lavandino, c'era una scatola aperta piena di test incartati.
"Ti prego rispondimi" Alzai leggermente la voce. Lei continuava a non parlare, questo mi fece arrabbiare ancora di più. "Dimmi cosa cazzo succede!" questa volta gridai. Lei si girò verso di me, mi fissò per qualche secondo, poi si alzò di scatto e mi abbracciò. Mi teneva stretto tra le sue braccia, io guardai il test che aveva lasciato per terra. C'era una piccola scritta, "positivo". Mi immobilizzai, era incinta?
"Ale, ci sono io qui. Ti prego, parliamone." Lei si staccò da me, si diresse verso il letto, ancora senza dire nulla. La seguii, era già seduta sul materasso.
"Tom è il padre, vero?" Chiesi, Ale mi guardò negli occhi, i suoi bellissimi occhi hazel. Finalmente iniziò a parlare "Sì, ho questi sintomi da quando abbiamo scopato nell'appartamento." Non sapevo cosa dire, ero ferito ma anche felice per lei.
"E' fantastico! Avrai un bambino, hai sempre sognato questo momento." "Sì, Bill, hai ragione, ma avrei voluto che mio figlio avesse un padre." Abbassai lo sguardo. Mi rattristii, non avevo pensato a questo dettaglio. "Lo terrai, vero?" Chiesi. "No, non posso. Non voglio fargli vivere questo inferno."
"Ale, noi ce ne andremo, te lo prometto" "No! Non ce la faremo mai in sei giorni a uscire da qui. Ci farà restare per almeno 10 mesi, solo per farcela pagare per quello che NON abbiamo fatto." Rispose, iniziò ad alzare la voce, ciò fece svegliare l'assassino.
Qualcuno aprì la porta della stanza "Cosa cazzo succede?! Andate a dormire, domani vi farò fare delle cose importanti, e per farle vi serve forza. Quindi, dormite, ora!" Chiuse la porta con violenza, facendomi spaventare. Ale si mise subito sotto le lenzuola, non voleva parlarmi. Io ero ancora innamorato di lei, più di prima. Quando qualche ora prima disse di amarmi, il cuore iniziò a battere forte. Non parlai per non ferirla o dire qualcosa di sbagliato. Mi stesi anch'io vicino a lei, volevo abbracciarla, ma quello non era il momento giusto. Chiusi gli occhi, mi addormentai all'istante.
Era mattina, il sole mi svegliò. Ale dormiva ancora, non volevo svegliarla. La fissai per qualche secondo sorridendo, poi le diedi un bacio sia alla guancia che alla pancia. Scesi dal letto e mi diressi in cucina per fare colazione. L'assassino era di buon umore, aveva preparato dei pancake alla cioccolata, per quello ero scioccato. Mi diede il buongiorno sorridendo, io ricambiai. Mi sedetti sulla sedia, versai il latte nella tazza di fronte a me, poi presi un pezzo di pancake e lo mangiai, era buonissimo.
"Perché tutto ciò?" Chiesi, ero perplesso. "Beh, per i lavoretti che dovrete fare vi servirà molta forza, per questo dovete mangiare qualcosa di buono." Rispose. Ale venne in cucina ancora mezza addormentata, era così carina. Si immobilizzò quando guardò sopra il tavolo. Riprese a camminare e si sedette di fronte a me.
"Oh! Sei sveglia, benissimo. Prendi da mangiare, poi ti darò la lista delle cose da fare." Lei fece come disse quel malvagio felice. Prese un pancake e lo mangiò, poi prese la lista vicino al malefico puffo, lui nel mentre stava mescolando gli ingredienti in una ciotola. Canticchiava il ritornello di Maledetta primavera - Loretta Goggi , credo sia una canzone dei suoi tempi. Ale fece una faccia strana mentre leggeva la lista. "Pulire casa? Ti rendi conto che questa è una villa? Ci vorrà una giornata intera!"
"Lo so, infatti devi sbrigarti a finire di mangiare. Ti consiglio di cominciare adesso le tue faccende." Rispose lui, era ancora sorridente. Ale si alzò, io feci la stessa cosa.
"Ferma! Farò io le cose scritte su quella lista." Ale rimase immobile per un po', Gonkuro ci pensò un attimo.
"Mh, sì. Vai in camera a riposare, stasera ti aspetta una nottata impegnativa." Disse, fece due risate, poi tornò a canticchiare.
Iniziai a fare tutto ciò che c'era scritto sulla lista. Andai in giardino, dovevo togliere tutte le erbacce dal suo orticello, stranamente era ben curato. L'orto era davanti alla finestra della nostra camera, quindi sbirciai dentro per vedere cosa stesse facendo Ale. Era sul letto, mi tranquillizzai. Misi i guanti e iniziai a togliere tutte le erbacce.
Qualcuno pronunciò il mio nome da dietro.
"Cazzo Ale, mi hai spaventato..." le dissi "...Che c'è?" "Ho capito come andare via da qui..." Parlava a bassa voce "...Ho fatto questo, adesso andiamo" Mi fece vedere un cartellone con me disegnato sopra. Era fatto benissimo, all'inizio pensavo fosse uno specchio. Ale ha fatto dei corsi d'arte per imparare a disegnare, come scuola, invece, faceva l'ITIS. Il suo era un buon piano. Inizialmente, l'assassino avrebbe pensato che quello fossi io. Annuii, Ale appoggiò il cartellone in modo da farlo rimanere dritto. Corremmo verso il cancello, la aiutai a scavalcare. A quel punto ci trovavamo fuori, davanti a noi c'era un bel bosco, come quelli nelle foto su Pinterest. Io e lei iniziammo a ridere, finalmente eravamo fuori. Ci guardammo negli occhi ancora ridendo, le diedi un bacio. Ale non si tolse, so che lo voleva. Staccai le mie labbra dalle sue, iniziò a sorridere. Guardammo la strada e iniziammo a correre, ovunque ci avesse portato.
Erano passati più di cinque minuti, in lontananza vedemmo un uomo. Era fermo, riuscivo a vedere solo quello. Ale mi guardò per due secondi, poi rivolse lo sguardo verso di lui. Parlò.
"Ma lui è..."
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All Was a Lie - Tom Kaulitz
De TodoSono Ale, la fidanzata di un ragazzo di nome Tom. Io e suo fratello ci odiavamo, ma ora siamo più amici che mai. Mi sono dimenticata tutto del passato, tranne alcune cose non molto importanti. Il mio scopo è quello di ricordare tutto, con un piccolo...