Cap. 25 Fine di un capitolo

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Mi voltai di scatto, dovevo correre il più lontano possibile, ma qualcuno mi bloccò prima che potessi partire. Mi agitavo, urlavo, cercavo di far togliere le sue luride mani dai miei polsi. Gonkuro si alzò dalla panchina e iniziò a camminare verso di me.

Ormai mi stava proprio davanti, l'uomo dietro teneva ancora i miei polsi stretti dietro la schiena.

"Cosa cazzo vuoi ancora?!" Ringhiai a lui, stranamente non fece nulla, non mi diede neanche uno schiaffo.

"Calmati, non voglio farti del male." Manteneva un tono basso, non sembrava lui. "Sono qui per aiutarti. Ti porterò a casa, così ti riposerai e non avrai nessun sintomo di stress."

"No! Te lo sogni. Non ci vengo più nella tua stupida villa, soprattutto ora che ho una figlia." Non volevo andarci, dopo ciò che mi aveva fatto passare non mi sarei fidata mai più di lui o dei suoi 'servi'.

"Ascolta,..."

"No, ascolta tu. Non voglio rivivere quell'inferno, quindi non-ci-vengo-nella-tua-stupida-e fottutissima-villa. Ora ti è chiaro?" La mia voce era alta, mi fece arrabbiare moltissimo. Fece gesto all'uomo dietro di lasciarmi, lui lo eseguì. Avevo un senso di libertà dopo quella mossa, lo guardai, poi fissai lo sguardo su Gonkuro.

"Senti, io voglio veramente aiutarti. Non sono Gonkuro, ma suo fratello gemello. Quindi, ti prego, ascoltami." Non sapevo cosa dire, avevo le braccia incrociate, non ero ancora sicura che stesse dicendo la verità. "Ricordi l'uomo che ti ha detto di non mollare perché ti sarebbe successo qualcosa di brutto? Ecco, ero io. Ti prego, vieni a casa mia, voglio semplicemente aiutarti."

Ci pensai per qualche secondo, lui mise la mano davanti a me, la afferrai e mi portò alla sua auto. Non era lussuosa come quella di suo fratello, era sportiva e mi ricordava quella di Bill. Aprì lo sportello posteriore per farmi entrare, mi sedetti e lui fece il giro della macchina per andare al posto di guida.

Eravamo ancora in viaggio dopo cinque minuti, nessuno diceva una parola, il silenzio regnava in quell'auto.

"Puoi almeno mettere un po' di musica?" Chiesi educatamente per non farlo arrabbiare, non si sa mai cosa può passargli per la testa.

"No," prese una sigaretta e l'accese. "non mi piace la musica, la trovo inutile." Continuò dopo aver fatto un lungo tiro.

"Fantastico, non posso sentire la musica e, in più, fumi."

"Almeno hai mai provato a fumare?"

"No e non ci tengo, la salute è una delle cose più importanti"

"Come vuoi..." Continuò a fissare la strada, poi mi guardò per un attimo dallo specchietto. Prese il suo pacchetto e un accendino e me li passò entrambi.

"Ho detto che non voglio, smettila di obbligarmi."

"Non ti sto obbligando, dico solo di provare."

Trascorsi quasi un minuto a pensare cosa avrei dovuto fare, ma alla fine decisi di far vincere i miei pensieri intrusivi. Sfilai una sigaretta dal pacchetto, la accesi e iniziai a fumarla. Tossii molto, sentivo il fumo nei miei polmoni.

"Tranquilla, all'inizio è sempre così, però poi ti ci abitui." Continuavo ad aspirarla. Anche se faceva male, era davvero buona. "Comunque...ho sentito che è il tuo compleanno, quindi ti ho preso un regalino." Alzai un sopracciglio, come faceva a saperlo? Mi passò una bustina nera con un fiocchetto abbinato. La aprii subito, ero molto curiosa del contenuto.

"Ma qui c'è solo una lettera e...un gioiello?"

"Sì, non so se lo sai, ma Gonkuro rapì Tom quando stava in ospedale. L'ha usato come schiavo per delle sue faccende o dei litigi con uomini per me sconosciuti. Lo picchiava, torturava o addirittura frustava se non svolgeva bene il suo lavoro. Per farlo soffrire, mio fratello ti teneva sotto controllo. Diceva ogni cosa sbagliata che facevi, questo lo fece arrabbiare molto. Infatti ho un livido proprio qui, sulla guancia, perché lui ha detto a Tom che avevi scopato con Bill e ha dato almeno un pugno a tutte le persone che erano presenti in quel momento. Per sfogarsi la notte scriveva delle lettere riferite a te. E quel gioiello...l'ha preso per te prima di 'spararsi'. Leggi la lettera, così capirai meglio cosa intendo."

Aprii quella lettera dopo aver buttato la sigaretta consumata fuori il finestrino. In alcuni punti l'inchiostro era sfumato, come se ci avesse pianto sopra. Iniziai a leggerla nella mia mente.

"Cara Ale, amore mio. Non so se ti arriverà mai questa lettera, ma volevo farti sapere che sto bene. Gonkuro mi tiene sotto controllo, sa ogni cosa che faccio. Mi ha messo un bracciale dove gli segna la mia posizione. Ma anche se mi sta facendo tutto questo, sono sicuro che riuscirò ad uscire e vederti, per poi riabbracciarti con tutta la gioia del mondo. Ti amo veramente tanto, spero di vederti il prima possibile, prima che questo stronzo mi uccida. So che diventerò padre, so tutto e ne sono veramente contento, non puoi capire quanto. Non vedo l'ora di vedere di nuovo il tuo sorriso, i tuoi occhi verdi somiglianti allo smeraldo messo sotto il sole, il tuo dolce viso, la sensazione di baciare le tue labbra rosse e mettere la mia mano tra i tuoi capelli lisci color castano scuro. Ah...quasi dimenticavo, buon compleanno cucciola mia, ti avevo preso un piccolo regalo. Prima di continuare a leggere, aprilo."

Presi la piccola scatolina, sfilai il fiocco bianco e la aprii. Dentro c'era un anello argento. Lo infilai al dito, poi ripresi a leggere la lettera.

"Hai visto? E' un anello, ma non un normale anello. Con questo ti chiedo una semplice cosa...vuoi sposarmi?"

Risi un po', poggiando la mia mano sulla bocca e trattenendo le lacrime.

"Commovente, vero? Un po' mi dispiace non poterti portare da Tom, ma secondo me è meglio per te fare una piccola pausa."

Non parlavo, scoppiai a piangere. In quel momento sarei voluta stare tra le braccia del mio Tom, ma non potevo, ero troppo lontana.

"Hey, però non piangere così tanto, mi fa male quando qualcuno piange." Non lo ascoltai, ero troppo presa dalle parole di quella lettera. "Tranquilla, siamo arrivati a casa."

Svoltò l'angolo, parcheggiò la sua auto e fece scendere me. Mi accompagnò nella sua camera dato che non ne aveva altre per gli ospiti. Io mi buttai tra le morbide lenzuola del letto a fianco al suo, chiusi gli occhi e non sentii più nulla. Mi addormentai subito.

Era mattina, aprii gli occhi e notai che il gemello del puffo malefico non era nel suo letto. Sentivo qualcuno urlare dalla cucina. Le due voci appannate si contrapponevano, così che non riuscii a capire cosa stessero dicendo. Andai in cucina mezza addormentata, mi pietrificai quando vidi la persona avanti al fratello di Gonkuro. Oh no...

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 29, 2023 ⏰

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