Cap. 13 Pain of love

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Finii di suonare quella canzone, il trucco era colato sulle mie guance. La gente mi guardava scioccata, poi iniziarono ad applaudire tutti. Anche Bill piangeva, quella canzone ricordava pure a lui Tom. La famiglia di Gonkuro mi guardava a bocca aperta, la madre iniziò ad adorarmi più di prima. Mi alzai dallo sgabello, feci un inchino e andai a sedermi al mio tavolo. Dopo aver suonato, la gente iniziò a parlare.

"Cazzo, Ale. Sei stata fantastica" Disse Bill, facendo un sorriso ipnotizzante, o almeno per me. Distolsi lo sguardo dalle sue labbra, guardai la madre dell'assassino che era ancora a bocca aperta. Finimmo di mangiare la cena, tutti continuavano a parlare di me e Gonkuro o delle canzoni. Appena ci alzammo dal posto, un signore si avvicinò a me.

"Signorina, io sono Hakaito, il direttore di un'orchestra..." Si inginocchiò e mi baciò la mano. "...è stata bravissima, quindi volevo chiederle se volesse suonare insieme ai miei musicisti" Era una grande offerta. Io conoscevo Hakaito, era uno dei direttori d'orchestra più famosi in Giappone.

"Certo! Sono entusiasta di..." Gonkuro mi interruppe. "No, lei non può. Ha delle cose da fare e sarà impegnata per tutto il mese." Hakaito rispose con un semplice ok, era un po' triste. Si voltò e se ne andò.

"Tu non vai da nessuna parte, puttana"

Non dissi nulla, guardai Bill a fianco a me, mi tranquillizzò. Il Grande puffo salutò i suoi genitori, poi ci accompagnò all'auto nel parcheggio. Salimmo in macchina, Gonkuro guidava.

"Dopotutto, è stata una bella serata, non credi?" Disse Bill, lo guardai e sorrisi. "Credo di sì." Risposi. Restò a fissarmi per un po' di tempo, poi mise la sua mano nel mio interno coscia, accarezzandomi la gamba dolcemente.

Arrivammo alla villa, io e Bill ci dirigemmo verso la stanza. Appena entrati, lui si tolse la giacca e si slacciò lentamente la camicia.

"Cazzo, Bill. Non provi neanche un po' di vergogna a spogliarti davanti a me?" Chiesi sorridendo, lui scosse la testa e si avvicinò.

"Perché dovrei?" Aveva una voce profonda, era così eccitante. Fortunatamente riuscii a non perdere il controllo della situazione, o meglio, a non saltargli addosso. Mise la mano sul mio viso, strofinandomi leggermente il labbro inferiore con il dito. C'era silenzio, ciò rese tutto più intimo tra noi.

"Quanto sei sexy, cazzo." Rimasi scioccata nel sentire Bill dire quella frase, anche se mi fece innamorare di più. Appoggiò le sue labbra sulle mie, iniziò a baciarmi appassionatamente. Rimanemmo le labbra unite per qualche minuto, poi si staccarono.

"Avrei voluto farlo molti anni fa" Disse abbassando un po' la testa. Si ricordò solo dopo che io amavo Tom. "Ale...mi dispiace, non avrei dovuto" iniziava ad agitarsi, camminava avanti e indietro per la stanza. Non avevo ancora parlato, in quel momento non sapevo cosa dire. "Sono stato così stupido, avrei dovuto sapere che mi avresti rifiutato, che quel bacio non ti sarebbe piaciuto".

"Non ti ho mai detto che non mi è piaciuto," Bill si fermò. "anzi, è stato perfetto"

"Ma tu sei innamorata di Tom, di mio fratello, non di me." Parlò.

"In verità, negli ultimi giorni iniziai a provare qualcosa per te..." Ecco, avevo rovinato tutto. "...Scusami Bill, io non..." "Wow..." mi interruppe. Mi guardava, non riuscivo a capire ciò che provava in quel momento. Rimasi in silenzio, poi presi il pigiama e mi cambiai in bagno. Lui si mise una maglietta semplice con dei pantaloncini. Uscii da lì, Bill era già steso sul letto, guardava il telefono. Spensi la luce e mi sdraiai di fianco a lui. Non mi rivolse neanche una parola, avevo combinato un pasticcio.

All Was a Lie - Tom KaulitzDove le storie prendono vita. Scoprilo ora