𝟎𝟏 ┃ ❝𝐬𝐭𝐚𝐢 𝐜𝐚𝐥𝐦𝐨 𝐞 𝐧𝐨𝐧 𝐚𝐯𝐞𝐫𝐞 𝐩𝐚𝐮𝐫𝐚❞

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Finalmente comincia anche Myth!
Mi raccomando se il capitolo vi piace lasciate qualche commento ^^ siamo a inizio storia per cui ne ho bisogno più che mai. Anche solo se fosse uno singolo alla fine va benissimo!

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││ ─ MYTH ─ ││
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| due anni dopo |

Ancora non riusciva a capire con quale assurda forza si reggesse sulle sue stesse gambe, ancora non riusciva a capire come stesse facendo a correre, a resistere, a respirare. Non riusciva nemmeno a capire come quel suo malessere non influenzasse in alcun modo qualunque individuo finisse con il posare gli occhi sulla sua figura e continuava anche a non capire il perché di tutto questo.

Perché dopo due anni di prigionia gli era stato finalmente concesso da uno dei medici di fuggire? Perché proprio ora, a pochi esperimenti dal concludere ciò per cui l'avevano preso?

Che cosa volevano realmente da lui? Perché se il loro obiettivo era giocare con lui, prendersi gioco della sua mente, fargli credere di essere libero per poi acciuffarlo.. Beh, ci stavano riuscendo.

Ancora non sapeva con che forza era riuscito a raggiungere il primo centro abitato più vicino e allo stesso modo aveva continuato a pregare con tutto se stesso che l'istinto non smettesse di urlargli "resisti, Yoongi, resisti!". Si sentiva devastato, fisicamente e mentalmente distrutto, percepiva le ginocchia continuare a cedere, le caviglie stortarsi malamente ogni qualvolta perdesse l'equilibrio. Per non parlare ovviamente di quanto confusa fosse la sua vista, il suo olfatto, l'udito, in generale qualunque suo senso.

L'istinto era l'unica cosa che continuava a guidarlo in quel baratro composto da oscurità e ignavi. L'istinto era l'unica cosa che l'aveva spinto a raggiungere la prima metropolitana adocchiata.

Si era fiondato all'interno proprio prima che le porte lo abbandonassero all'esterno e ─ nonostante gli sguardi confusi, spaventati, disgustati dei vari passeggeri ─ l'unica cosa che fu in grado di fare fu aggrapparsi ad uno dei pali metallici pur di non accasciarsi a terra sfinito ed esausto.

Sentiva ancora il battito del cuore pulsargli all'interno della gola, il marchio sul polso bruciare come non mai e qualche gocciolina di sangue percorrergli quelle ferite di cui aveva rotto alcuni punti correndo come un forsennato.

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