capitolo 20- la festa

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POV LAVINIA
sabato 16:45.
È tardissimo. Dovevamo stare a casa di Elsha alle 17 e da casa mia alla sua sono tipo 30 minuti di macchina. Infatti saremmo dovute partire da qua alle 16:15, per stare sicuri. Ma Miriam è uscita con i suoi amici al centro commerciale e non si era resa conto dell'orario. Così ora sono seduta sul marciapiede sotto casa per aspettarla.

Una notifica di instagram attira la mia attenzione, altrimenti posata su un piccione che girovagava in mezzo alla strada.
da paulodybala:
Princesa donde estas? Ti sto aspettando a casa di Stephan
a Paulodybala:
Miriam sta in ritardo, non so tra quanto staremo lì
da Paulodybala:
vale vale. Intanto iniziamo a mettere qualcosa?
a Paulodybala:
giusto tirare fuori le cose da mettere sul tavolo così arriviamo e sistemiamo tutto
da Paulodybala:
👍🏼👍🏼👍🏼

Spengo il telefono e impreco verso Miriam che arriva ora con la macchina.
<finalmente!>
<senti non iniziare, a Roma non si può più girare con la macchina, tocca prendere il motorino.> Intanto esce e mi aiuta a mettere le buste con il cibo dietro.
<si e con queste famo le equilibriste.> gliele indico e lei scrolla le spalle.
<iniziamo ad esercitarci.> prende la busta con le torte salate e se la mette in testa, rischiando di far cadere tutto.
<cretina dai che siamo già in ritardo.> la riproverò ridendo e finalmente partiamo da casa.
***
Sono le 19, iniziano ad arrivare i primi ospiti e io e Miriam siamo impegnatissime a servire da bere e da mangiare.
Alla fine siamo arrivate qui per le 17:30 e ci siamo messe subito a lavoro. Non stiamo credendo ai nostri occhi, davanti a noi abbiamo calciatori e top model, personaggi della tv, sportivi...
Non ho ben capito il motivo della festa di Elsharawy, ma a questa gente piace organizzare cose come questa. Con musica, alcool, tanta bella gente, eleganza, divertimento...
Il mondo dei sogni, ecco dove vivono queste persone, altroché.

<vai te Lavi?>
<come scusa?> ero così intenta a guardare le persone nella stanza che non mi resi conto delle parole della mia amica.
<scusa cosa?>
<c'è Paulo che ti sta mangiando con gli occhi e le bottiglie da prendere in cucina, se vai te avrete un momento per stare da soli.>
<dici che mi seguirebbe?>
<e hai pure dubbi?>
<allora vado.> con fare meno sospetto possibile vado verso la cucina dove non sembra esserci nessuno.
Mi chino per prendere le bottiglie e rigirandomi trovo Paulo.
<dovresti stare attenta a chi hai intorno quando fai questi movimenti.> nel mentre mi squadra dalla testa ai piedi.
<oddio Paulo mi hai fatto prendere un colpo!> quasi mi cascano le due bottiglie.
<dai fatti aiutare.> mi prende le due bottiglie dalle mani e continua a guardarmi.
Restiamo vicini e nessuno dei due ha intenzione di muoversi.
<vedi, per questo volevo farti venire come ospite e non come cameriera.> dice con tono di voce basso e posando le bottiglie a terra.
Una sua mano tocca i miei capelli, mi sposta una ciocca dietro l'orecchio e i suoi occhi mi fanno scappare un sorrisino.
<per cosa?> non mi fa neanche finire la domanda che subito mi bacia.
Io ricambio, godendomi quei secondi in paradiso.
Le sue mani sul mio viso
le mie sul suo petto
le farfalle nello stomaco e
la voglia di urlare di felicità come non mai.

Quando ci stacchiamo sembra tornare tutto alla normalità, lo spazio intorno a noi non è più circondato da stelle, ma sono solo le solite mura della cucina. L'unica punta di magia che rimane sono le sue mani che scendono fino a stare intorno ai miei fianchi.
<e questo?> chiedo io contenta, riferendomi al bacio.
<tenías gana (ne avevo voglia)>scrolla le spalle, contenendo anche lui un sorrisino.
Decido di stuzzicarlo un po', perché la voglia di riavere le sue labbra sulle mie è veramente troppa. Perciò approfitto della vicinanza per puntargli un dito sul petto ed iniziare a parlare, mantenendo il contatto visivo.
<ma io sono in servizio, magari questo bacio mi costerà il lavoro di oggi.>
<oppure te lo costerà quest'altro.> e di nuovo torniamo a baciarci. Questa cosa che prende e mi bacia mi sorprende ogni volta, nonostante la mia intenzione fosse la stessa.

<dai cameriera, a lavorare.> dopo il secondo ed un terzo bacio, la situazione si stava facendo sempre più calda, diciamo così, perciò ci stacchiamo un attimo e ci ricomponiamo prima di uscire.
<le bottiglie Lavi.>
<è vero, sono venuta per quelle.> che sbadata, stavo lasciando le bottiglie a terra dove le aveva poggiate Paulo. Mentre mi chino per prenderle e mi incammino verso la porta posso giurare di riuscire quasi a sentire lo sguardo del calciatore su di me.
<se vuoi prossima volta ti stampo una mia foto da dietro, così eviti di sbavare ogni volta che mi vedi.> mi giro per fargli l'occhiolino, convinta che la mia risposta lo possa lasciare di stucco.
Poi però mi ricordo di star parlando con Paulo Dybala e qui le cose cambiano.
<l'effetto che mi fai è sempre lo stesso Princesa, una foto non cambierà molto...>
E riecco il suo sguardo che mi ispeziona OGNI parte del corpo.
Mordendomi il labbro per reprimere un sorrisetto imbarazzato torno di là, ripensando a questi minuti passati con l'argentino.

<ho capito che dovevate fare le vostre cose, però addirittura 30 minuti?>
<ma come 30 minuti?>
<praticamente si amo. Guarda, mi ha dovuto aiutare Stephan a servire i paninetti, che figura dico io>
Se all'inizio pensavo stesse giocando, dal tono che sta usando ora capisco che è veramente nervosa, ma sicuramente il motivo del suo nervosismo non è la mia assenza, ma una certa Diletta Leotta che sta un po' troppo appiccicata a Elsharawy...
<amo vuoi andare un po' fuori? Ora ci sto io qui.>
<si, questa festa fa schifo.> nervosa se ne va in balcone con la sua borsa ed il pacchetto di sigarette già in mano. 

Ah l'amore, quanto casino porta nelle vite di noi stupidi essere umani!

Famiglia||Paulo Dybala Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora