Capitolo 8- con Matteo

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POV LAVINIA
<sei contento cucciolo?>
<Sì!>
<ora però tieni per mano la mamma e non allontanarti, mi raccomando.>
È lunedì mattina. Ieri la Roma ha giocato contro il Verona, vincendo.
Così l'aria a Trigoria è molto più leggera e felice.
Dato che la scuola di Matteo oggi è chiusa per la disinfestazione, ho chiesto al direttore se fosse stato possibile portarlo con me, non avendo nessun altro da cui lasciarlo.
Lui, sapendo il carattere tranquillo di Matti, me l'ha consentito ed ora stiamo camminando dal parcheggio verso il bar.

<i calciatori li andiamo a vedere mamma?>
<certo Matti. Alla pausa pranzo mamma ti porta a vedere i calciatori.>
<c'è Dybala?>
<penso di sì.>
<ma te ci parli con loro?>
<quando capita amore, la mamma non è proprio tanto amica dei calciatori.>
<e perché no?>
<perché io sono qui per lavorare e loro pure.>
<e perché non lavorate insieme?> tutte queste domande di mio figlio mi fanno scappare una risatina.
<perché gli uomini rallentano solo il ritmo di lavoro Matteo, ricordatelo.> Da dietro di noi spunta Miriam che prende in braccio Matteo, facendolo ridere come non mai.
Lo lancia in aria e lo riprende, scatenando le risate di tutti e tre.
<anche io sono uomo.> dice lui ancora in braccio alla mia amica.
<si, ma te crescerai con zia Miriam che ti aiuterà ad essere un uomo utile.>
<e mamma?>
<ma sempre in mezzo la metti mamma?>

Così, mentre continuiamo a scherzare, arriviamo allo spogliatoio.
Quest'oggi mi sono messa i leggins da casa, così metto al volo il grembiule, lego i capelli in una coda bassa e lascio la mia compagna a cambiarsi, portando fuori Matteo.
<tesoro mettiti sul tavolino a disegnare, io inizio a lavorare, ma sono sempre qua. Qualsiasi cosa chiamami che arrivo.> Poggio il suo zainetto sulla sedia e gli lascio un bacio tra i capelli.

<è tuo figlio quello?> chiede Samu dal bancone.
<si, non sapevo con chi lasciarlo oggi.>
<sembra tranquillo.> mi giro anche io a guardare Matteo che disegna tutto tranquillo sul suo quaderno.
<lo è.> sorrido al mio bambino, per poi andare a prendere gli ordini ai pochi tavoli già pieni.
***
Sono le 12:00, il mio orario di pausa pranzo si avvicina, quando dalla porta entrano dei ragazzi in tenuta di allenamento.
<Matti, guarda chi c'è.> mi avvicino a mio figlio, indicando coloro che sono appena entrati.
<i calciatori!> dice lui entusiasta.
<si amore. Li sai riconoscere?>
Matteo continua a guardarmi mentre loro se ne vanno seduti in un tavolo appartato.
<c'è Dybala e Il capitano e Tammy e il Faraone.>
<bravo amore.> lascio un bacio sulla guancia a Matteo che si scansa ridendo.
<ora la mamma va da loro. Dopo ti ci porto, fai il bravo ora.> Così mi allontano da mio figlio e vado dal gruppo.

POV PAULO
Approfittiamo della pausa pranzo per prenderci qualcosa al bar. Oggi l'allenamento non è stato tosto. Abbiamo fatto solo un'ora e mezza di palestra ed i vari controlli, poiché ieri abbiamo avuto la partita.
Così riesco a convincere i ragazzi ad andare al bar.
È ormai da qualche giorno che non vedo la ragazza, Lavinia, in giro per il centro e magari oggi è il giorno buono.
I ragazzi si sono fatti convincere facilmente, sapendo degli ottimi panini che fanno in questo bar, perciò non è stato difficile venire qui.
<come minimo questa ragazza te la devi sposare. Guarda che ci fai fare.> dice Elsha.
<ma non ti lamentare che ti stai solo andando a mangiare un panino.> rispondo a lui.
<infatti te vai solo per il panino, è furbetto.> mi prende in giro Lorenzo.
Abraham risponde dandomi uno schiaffetto dietro la testa, facendo ridere gli altri due compagni, mentre io mi massaggio il punto colpito.

Arrivati al bar entriamo e subito i miei occhi cercano lei. Subito i nostri sguardi si incontrano.
Lei però distoglie velocemente lo sguardo e sorridendo va verso un bambino seduto ad un tavolo.
Li noto girarci verso di noi e sorridere.
Non l'avevo mai vista sorridere così.
<Paulo manco a fa così però.> dice Lollo.
<ma sto guardando el niño!> mi metto a ridere, non credendoci neanche io.
Qualche minuto dopo la ragazza viene da noi ed io decido di voler fare qualcosa.
Dopo che tutti abbiamo ordinato, fermo la ragazza con una scusa perfetta.
<lui è tuo figlio, vero?>
Lei sembra sorpresa dalla mia affermazione, ma non esita a rispondere.
<si, è Matteo.> sorride nel nominarlo.
<è molto bello, uguale a te.> le sorrido io.
<e menomale direi.> continua lei con una risata imbarazzata.
<comunque non mi sono dimenticato della promessa di giocare insieme. Se vuoi noi oggi abbiamo il pomeriggio libero, posso portarlo in un campo e fare qualche passaggio.> me la rischio, con questa richiesta quasi insensata, ma spero in una mano dal cielo.
<ma si, perché no. Solo che io stacco alle 17:00, forse è troppo tardi.>
<macché tardi, non ti preoccupare.>
Le sue guance si fanno lievemente rosse, mentre ci saluta e va a farci prepara le nostre ordinazioni.
<anvedi come ci sa fare Paulino.> dice Stephan.
<anni e anni di pratica.> mi vanto io.
<si, ma pensa a fare colpo sulla ragazza, non sul bambino.>
<ma poi questo bambino non ha un padre?> dice poi Abraham.
<penso che abbiano un brutto rapporto. Non gliel'ho ancora chiesto.>
<e ci mancherebbe, vi conoscete da quanto? Quasi due settimane?> Lollo svia così il discorso.
<ma anche di meno fra.> si aggiunge Stephan.
Così ci ritroviamo a parlare come se nulla fosse.
***
Il bar si è riempito e nonostante ci sia il ristorante qui accanto, la maggior parte dei tecnici vengono in questo bar per i famosi panini.
Io ci vengo per altro, ma anche il panino non mi è dispiaciuto.
<vai te a pagare Paulino?> annuisco alle parole dei miei compagni, mentre loro se la filano fuori dal bar.
Mi dirigo in cassa, continuando a guardare il telefono, per leggere le notizie dei social.
Mentre sto aspettando davanti la cassa mi sento tirare il pantalone e abbassando lo sguardo vedo un bambino.
<te sei Paolo Dybala?> chiede von vocina innocente.
<Paulo, con la U.> gli sorrido io.
<mia mamma ti conosce. Tu mi hai salutato, ti ricordi?> così ricollego subito che quel bambino sia il figlio di Lavinia.
<si che mi ricordo, vieni qua campione.> lo prendo in braccio e lui mi si attacca addosso praticamente.
<allora che mi racconti?> chiedo io.
<ho disegnato la Roma, guarda.> mi mostra un foglio tutto colorato di giallo e rosso.
Mi scappa una risatina vederlo, a vedere la spontaneità dei bambini.
<lo vuoi te?> mi chiede ed io rimango un attimo di sasso.
<io?>
<si.> lui risponde annuendo anche con la testa ed io prendo il foglio con una mano, mantenendo con l'altra lui.

Paulo con i bambini>>>>>
Spero il capitolo vi piaccia, se così lasciate una stellina, un commento e fatemi sapere cosa ne pensate.
❤️

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