Capitolo 1

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-cazzo una lista più lunga il coglione non me la poteva dare- sbuffò Ruben osservando tutte le medicine che erano segnate sopra con la grafia del suo migliore amico e per sua fortuna era anche abbastanza leggibile.

-buona sera-

-'sera- borbottò in risposta Ruben avvicinandosi al bancone per poi rimanere un attimo incantato dell'osservare il moro dagli occhi ambra nel camice bianco che gli stava sorridendo.

-come posso aiutarti?- gli chiese ancora il moro lanciando poi un'occhiataccia in direzione della sua collega che aveva iniziato a ridere sotto i baffi.

-oh si mi servirebbe tutta sta roba- si riprese Ruben passando al bel ragazzo la lista che in precedenza Jasha gli aveva preparato e vide l'altro annuire prima di sparire per prendere tutto quello presente nella lista. Ruben lo osservò attentamente e osservando attentamente anche come mancasse una scatola fondamentale. -è segnato anche l'ibuprofene vero?- domandò per sicurezza e vide il moro osservare la lista.

-no, ti serve anche quello?-

-si- confermò Ruben sospirando. Jasha era un caso perso: si era impuntato che i suoi malditesta potevano non esistere se solo li ignorava ma Ruben conosceva il suo migliore amico e capiva perfettamente quando l'altro aveva forti emicranie.

-ecco qui- sussurrò il moro posando anche la scatola di ibuprofene sulla pila delle altre -è tutto vero?-

-si, tutto- confermò Ruben per poi pagare e uscire velocemente dalla farmacia, più per non restare incanto ad osservare il bel moro che l'aveva servito e non per tornare a lavoro cosa che non aveva minimamente voglia di fare.

Ruben infatti quasi sbuffò quando mise piede nell'edificio nel quale lavorava e il broncio sulla sua faccia continuò a restare in posizione anche quando raggiunse quello che era l'ufficio che condivideva con Jasha da quando entrambi erano usciti dall'università.

-ed eccoti con broncio di chi non vuole tornare a lavorare- gli sorrise proprio il biondo mentre con molta calma ricalcava le didascalie della sua ultima tavola. Tavola che avrebbe dovuto consegnare di li a poche ore sperando che il progetto potesse piacere al cliente.

-mi stanno facendo impazzire- sbuffò Ruben poggiando la busta con le medicine sulla scrivania dell'altro stando attento a non dargli fastidio.

-eppure ti ho dato una lista lunga- ridacchiò il biondo poggiando il pennino e alzandosi leggermente per controllare che ci fosse tutto nella busta -Ruben- disse poi con tono di rimprovero.

-smettila di dire che stai bene! Il dottore ha detto che devi prendere gli antidolorifici se l'emicrania è insopportabile- sbottò Ruben.

-potevo resistere! Non voglio diventare dipendente da questa cosa-

-ma se stavi male da due giorni! Jasha ti prego- sussurrò Ruben usando un tono supplicante per l'ultima frase e vide l'altro sospirare prima di aprire proprio l'ibuprofene e prendere una pillola finendo poi completamente la bottiglietta d'acqua che aveva sulla scrivania dall'ora di pranzo segno che quel pomeriggio non aveva bevuto molto.

-contento?- sbottò Jasha schiacciando la bottiglietta e buttandola in uno dei cestini che avevano in ufficio a posta per la plastica.

-si- sorrise Ruben -starai meglio credimi-

-come vuoi- borbottò il biondo tornando a sedersi e osservando la tavola finita che aveva difronte per appurarsi che fosse realmente finita: non voleva consegnare una tavola incompleta ai suoi clienti altrimenti l'avrebbero ritenuto poco responsabile. Fu in quel momento che Jasha avvertì il suono di quella che era chiaramente una motocicletta e si girò di scatto verso l'enorme vetrata. -Jasha?- domandò Ruben con il cuore in gola per la reazione che aveva appena avuto l'altro.

-eh...sto bene- sussurrò lui distogliendo con fin troppa calma lo sguardo dalla vetrata nonostante che la moto fosse già lontana da loro.

-sicuro?- domandò ancora Ruben -ti sei girato di scatto-

-io...non so perché ma quella moto...ah la testa- sussurrò il biondo iniziando a massaggiarsi le tempie: l'antidolorifico non stava facendo effetto anzi l'emicrania era anche peggiorata in un solo istante e davvero non riusciva a capire perché.

-ehi non stressare quella povera testa- lo rimproverò Ruben incrociando le braccia al petto -era una stupida moto quindi adesso non pensarci e soprattutto non fare altri movimenti bruschi come quello di prima- aggiunse e Jasha annuì anche se alzando gli occhi al cielo per quelle parole e tornò subito a ricontrollare la sua tavola mentre Ruben prendeva un respiro profondo cercando di calmarsi. Odiava quelle maledette motociclette che sfrecciavano sempre. Jasha aveva sempre quella reazione ogni volta che ne vedeva una ed era davvero stanco di preoccuparsi che con quel suono al suo migliore amico potesse venire in mente la sera di ormai tre anni prima.

-ohi tutto bene?- chiese Jasha notando come il suo migliore amico fosse rimasto fermo immobile al centro del loro studio.

-si, torna al tuo lavoro- disse velocemente il castano tornando alla sua scrivania per controllare le sue tavole e finirle soprattutto anche se lui aveva una scadenza diversa da quella del biondo -ah oggi sono andato ad un'altra farmacia, l'ultima volta alla solita mi hanno fatto sclerare-

-e perché me lo stai dicendo?- domandò Josha alzando un sopracciglio curioso.

-perché l'infermiere che mi ha servito era davvero bello- rispose sinceramente Ruben -sai credo che mi offrirò sempre volontario per andare a fare compere per te-

-basta che non inizi ad andare li per ogni minima cavolata- rise Jasha che conosceva perfettamente il suo migliore amico tanto da sapere che ne era completamente capace, come la volta che era andato in un supermercato solo per provarci con uno dei dipendenti dello stesso e farfugliando aveva finito per dire al ragazzo di dover comprare degli assorbenti e solo perché il castano aveva preso la prima cosa che gli era capitata sotto tiro ed erano nel reparto degli assorbenti. Quando Ruben gli aveva raccontato la cosa completamente rosso in viso per l'imbarazzo Jasha non era riuscito a non scoppiare a ridere in faccia al suo migliore amico e quello gli era costato anche il mutismo selettivo di Ruben per ben una settimana.

Remember meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora