-Ruben- disse Jasha guardando in direzione del suo migliore amico -ti ricordi qual era la caffetteria che aveva quel buonissimo caffè? Sono andato a quella dove andavamo di solito ma non è lui-
-quale caffè dici?- domandò preoccupato da quella domanda Ruben visto che iniziava ad avere un brutto presentimento.
-quello al caramello salato. Era buonissimo ma quello dove andiamo di solito non lo fa uguale mentre quello dove siamo andati poche volte non lo fa quindi non capisco perché mi ricordo di questo caffè ma nessuno lo fa come me lo ricordo- e Ruben sbuffò.
-forse ho capito di quale caffè stai parlando- fu costretto a dire alla fine -ma è molto lontano da qui il locale quindi non possiamo andarci in pausa- e quella non era nemmeno del tutto una bugia visto che veramente il locale dove lavorava Ottavian era parecchio lontano dal loro studio e Ruben ringraziava ogni giorno per quello: essendo lontani Jasha e Ottavian non si erano più incrociati e ciò aveva davvero tanto giovato alla salute mentale di Jasha. Dopo l'incidente Ruben non aveva nessuna voglia di far rivivere al suo migliore amico ricordi che se aveva dimenticato dovevano essere davvero brutti.
-ma io voglio quel caffè!- protestò Jasha -mi ricordo che era buonissimo e cazzo se voglio riassaggiarlo-
-allora te lo vado a prendere io-
-ma...-
-così si allontana solo uno dei due e se hanno bisogno non siamo scomparsi entrambi- continuò Ruben cercando di sorridere in direzione del biondo. Biondo che ci pensò un po' su prima di trovarsi ad annuire visto che voleva davvero tanto quel caffè al caramello salato.
-però vai adesso- continuò poi il biondo fissando il suo migliore amico con i suoi occhi azzurri in modo da cercare di convincerlo a fare quello che gli stava chiedendo di fare -perché mi è venuta voglia di quel caffè-
-sei il solito stronzo approfittatore-
-se non vuoi andare tu vado io- continuò Jasha serio -mi dici dove si trova e non mi faccio problemi-
-vado io, tu non ti muovere- ringhiò Ruben alzandosi di colpo e prendendo la sua giacca impermeabile, solo e soltanto perché il cielo si stava annuvolando e non voleva bagnarsi per via di una pioggia improvvisa, e uscendo di fretta e furia dallo studio che condivideva con Jasha per non far notare la sua faccia arrabbiata al suo migliore amico. Era certo che Jasha notandola avrebbe di sicuro iniziato a fare tante domande fino a farlo arrivare ad un esaurimento nervoso. Si stavano impegnando già i suoi clienti a fargli venire esaurimenti nervosi e di certo non voleva che si mettesse anche Jasha. Sbuffando il castano preso il primo pullman che si ricordava andasse verso la caffetteria di Ottavian, solo perché era in pieno centro e posto per la sua macchina non l'avrebbe mai trovato, e rimase in piedi a braccia incrociate e poggiato su uno dei finestrini aspettando di arrivare alla fermata giusta. Per tutto il viaggio Ruben si sentì addosso quelli che erano gli sguardi delle persone, sguardi soprattutto confusi visto che era ben vestito (solo e soltanto perché quella sera lui e Jasha avevano una riunione con un potenziale cliente e non avevano tempo di tornare a casa per cambiarsi) e quelli come lui di solito non prendevano mai quei mezzi pubblici.
Ringraziò quindi tantissimo quando finalmente intravide la fermata alla quale doveva scendere e sempre con l'impermeabile in mano si diresse verso la caffetteria di Ottavia e sbuffò davvero tanto quando intravide all'esterno parcheggiate parecchie moto di grossa cilindrata. Odiava quelle moto.
Entrò sbuffando all'interno del locale e sgranò gli occhi notando la marea di gente che era in fila a quell'ora. Si ricordava perfettamente che così come la birra anche il caffè che vendeva Ottavian era davvero quotato, soprattutto dagli impiegati degli uffici li vicino, e si maledisse mentalmente per aver acconsentito a comprare quel caffè a Jasha. Perché non aveva detto al suo migliore amico che quel caffè aveva chiuso? Sarebbe stata si una bugia ma a fin di bene.
Il nervosismo di Ruben salì alle stelle quando uno dei clienti davanti a lui iniziò ad ordinare letteralmente il mondo tenendo occupato quello che era uno degli impiegati così tanto tempo che Ruben vide il ragazzo stesso andare a chiamare qualcuno dal retro del locale. Si girò per capire come mai e notò che la fila alle sue spalle era drasticamente aumentata e che quindi non sarebbe riuscito a servire tutti in tempi brevi.
Ruben sbiancò completamente quando si accorse che la persona che era andato a chiamare il ragazzo non era altri che Ottavin stesso che si mise a servire subito la persona dietro a quella del ragazzo. Il castano iniziò a pregare dentro di se per non essere ne visto e ne servito da Ottavian ma quando arrivò il suo turno il cliente antipatico stava ancora aspettando il suo ordine e Ruben si trovò a incrociare i suoi occhi verdi con quelli neri di Ottavian.
-buongiorno, come posso servirla?- domandò l'altro castano cercando di sembrare il più professionale possibile.
-un caffè nero con latte di mandorle e uno con caramello salato- ordinò Ruben e vide lo sguardo dell'altro sgranarsi nel riconoscere il secondo caffè che gli aveva nominato -da portare via-
-bene- sussurrò Ottavian andando a preparare i due caffè cercando di fare respiri profondi. Quando aveva visto Ruben era rimasto sconvolto ma allo stesso tempo una vogli matta di assalire il castano lo aveva impossessato. Sentire poi ordinare anche il caffè preferito di Jasha era stato per lui un colpo al cuore e per un attimo aveva anche cercato con lo sguardo quello che era stato il suo ragazzo. Quando aveva sentito però che erano da portare via aveva capito che Ruben non era così stupido da portare li Jasha dopo l'incidente di tre anni prima. Una volta finito di preparare i caffè li mise entrambi in un contenitore e poi in una busta che poggiò sul bancone -ecco i caffè sono...- ma Ottavian non finì la frase visto che Ruben gli aveva già fatto vedere che avrebbe pagato con la carta -grazie e buona giornata- sussurrò Ottavian sempre per cortesia mentre Ruben usciva il più velocemente possibile da quel locale.
Ruben sospirò di sollievo una volta fuori anche perché era certo che se ci fosse stata meno gente da servire Ottavian si sarebbe comportato in modo completamente diverso. Il castano si morse il labbro inferiore prendendo il suo telefono per avvisare con un messaggio Jasha che avrebbe fatto più tardi del previsto e si mise ad aspettare il pullman che lo avrebbe riportato allo studio.
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Remember me
RomanceJasha e Ottavian sono felici insieme e stanno per festeggiare il loro quinto anniversario fino a quando un camion non decide di mettersi in mezzo alla loro vita.