Capitolo 17

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-ci credo che Angeline abbia dato di matto quando ha visto Ruben baciarti- sussurrò Jasha bevendo con calma il suo caffè al caramello salato mentre era seduto a gambe incrociate sul divano dell'appartamento che divideva con Ruben e Carlos. Era riuscito a farsi dare subito il permesso per tornare a casa e una volta li Carlos gli aveva spiegato tutto per filo e per segno quello che era successo.

-già e Vian mi ha anche confermato in seguito che lo ha stressato perché è troppo buono-

-concordo, è troppo buono- confermò Jasha -sono felice però che ci sia stato tu al suo fianco per questi anni- aggiunse sinceramente il biondo osservando attentamente Carlos -credo che mi sarei sentito malissimo se lui non avesse avuto nessuno a parte Angeline con cui confidarsi-

-devi andare a parlargli- disse Carlos convinto -dovete recuperare tutto il tempo che avete perso-

-ho paura- rivelò Jasha -paura che questi tre anni ci abbiano completamente cambiati-

-da quanto ho notato siete entrambi fissati con la stessa serie tv e le moto- ridacchiò Carlos mentre Jasha alzava gli occhi al cielo.

-davvero non sei mai salito con lui in moto? Eppure sei stato il suo ragazzo per un anno deve pur aver provato a convincerti a farlo- domandò Jasha ricordandosi che il moro aveva detto di non essere mai salito su una moto.

-mi sarei comunque imposto con un no. Comunque Vian non guida più, ha venduto anche l'altra moto che aveva dopo l'incidente-

-cosa?- domandò sconvolto Jasha -perché? È per la gamba?-

-lui mente dicendo che è per quello ma io sono certo che la verità sia un'altra- Carlos osservò negli occhi Jasha -ha paura che possa succedere nuovamente quello che è successo a voi e ha il terrore di salirci sopra-

-ma non è stata colpa sua- sussurrò Jasha -quel camion ci è venuto addosso e anche volendo non sarebbe mai riuscito a schivarlo-

-lo so- Carlos si passò una mano tra i capelli -sai all'inizio ho creduto veramente alla scusa di Ottavian ed è stata Ange ad aprirmi gli occhi sulla verità dopo avermi detto che quando ha provato a mettersi in sella alla sua moto poco dopo l'incidente lei era al suo fianco e lo ha visto tremare. È terrorizzato dal salire su una moto-

-non è giusto- Jasha si asciugò una lacrima maledicendosi per essere fin troppo sensibile -Vian ha sempre amato le moto e il suo locale è nato principalmente come ritrovo di motociclisti di sera che in seguito si è anche trasformato in una caffetteria...non può rinunciarci per colpa di uno stronzo che ha bevuto troppo- Jasha osservò il suo caffè -se non vuole farlo lui lo farò io-

-cosa?- domandò confuso Carlos non capendo l'ultima frase del biondo che aveva accanto.

-prima di tornare dal mio Vian mi prenderò la patente per guidare le moto che tanto ama e gli farò capire perché deve tornare a guidarle-

-vuoi davvero prenderti la patente? E la moto?-

-anche quella- confermò Jasha -un'Harley- aggiunse poi con un piccolo sorriso per poi scoppiare a ridere -Ruben mi vorrà far fuori all'istante-

-oh si Ruben ha un infarto non appena sente che vuoi prenderti una moto e la sua rispettiva patente-

-ma devo farlo, devo farlo perché amo le moto e anche Vian le ama solo che come hai detto tu ha paura. Voglio tornare da Vian e aiutarlo ad amare nuovamente le moto- sussurrò Jasha finendo del tutto il suo caffè -non dire niente ne a Vian e ne a Ruben di quello che voglio fare- aggiunse poi minacciando il moro con un dito.

-tranquillo è una sorpresa che vuoi fare a Vian e ti appoggio. Per quanto riguarda Ruben preferisco non averlo preoccupato a morte per te prima del tempo- annuì Carlos confermando che non avrebbe fatto parola con nessuno dei due di quello che si erano detto quella mattina anche se in parte gli dispiaceva far aspettare chissà quanto tempo ad Ottavian prima di fargli riabbracciare Jasha. Il castano sarebbe di sicuro stato felice di riavere Jasha per se, almeno di quello era certo. -parli del diavolo- sussurrò poi notando che Ruben lo stava chiamando -dimmi-

-che è successo a Jasha?- gli domandò super preoccupato il castano dall'altro capo del telefono. Lui e Jasha infatti erano usciti molto prima che Ruben riuscisse a ritornare in ufficio quindi il castano doveva aver scoperto la cosa dagli altri e ovviamente si era preoccupato per quello che era il suo migliore amico.

-ha solo bisogno di riposare un po' perché si è stancato troppo per il vostro progetto. Lo sai che per via del colpo la sua testa lo tartassa con maggiori emicranie se si sforza troppo- inventò sul momento Carlos mentre Jasha gli stava sorridendo.

-sei sicuro che non si metterà a lavorare su quel maledetto edificio anche a casa? Non migliora la situazione se lo fa li o qui in ufficio!-

-Ruben sono con lui a casa- lo bloccò Carlos -adesso sta in camera a dormire e il suo portatile lo ho io in soggiorno quindi anche volendo non potrebbe toccarlo-

-bene, ti ha detto qualcosa di strano?-

-cosa doveva dirmi di strano?- domandò Carlos avvicinandosi di più al biondo in modo da far sentire anche a lui le parole di Ruben senza però mettere il vivavoce del quale l'altro si sarebbe sicuramente accorto.

-non lo so okay? Diciamo che da un po' di tempo a questa parte mi sono accorto che non reagisce più d'istinto quando sente una moto passare sotto gli uffici come faceva prima quindi ho creduto per un attimo che potesse aver ricordato qualcosa- Jasha guardò sorpreso Carlos non essendosi minimamente accorto di quel piccolo tic che era completamente sparito dopo l'essersi ricordato di Ottavian e dell'incidente.

-sinceramente non lo vedo diverso dal solito. Probabilmente finalmente la sua mente ha smesso di associare quel rumore all'incidente- concluse Carlos mentre Jasha continuava a sorridere verso il moro che proprio come gli aveva promesso stava mantenendo il suo segreto.

Remember meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora