Capitolo 11

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-ragazzi- la porta dello studio di Jasha e Ruben si aprì facendo alzare gli occhi ai due verso quello che era uno dei nuovi segretari del loro ufficio.

-devi bussare prima lo sai vero? Potevamo star parlando con un cliente- ringhiò Ruben osservando truce il poveretto che era improvvisamente sbiancato per via di quelle parole.

-io...mi dispiace. C'è una persona per voi la faccio entrare?-

-si- rispose velocemente Jasha che aveva chiaramente notato come il suo migliore amico stesse per aggiungere altro e probabilmente continuare a terrorizzare il poveretto che avevano difronte. Non ci volle molto prima che qualcuno bussasse leggermente alla porta prima di aprire la stessa con calma e Jasha vide lo sguardo di Ruben cambiare completamente. Ruben che non appena riconobbe Carlos lo raggiunse per potergli lasciare un bacio sulle labbra felice al settimo cielo di vederlo.

-buongiorno- ridacchiò Carlos passando un bicchiere a Ruben per poi avvicinarsi alla scrivania e lasciare l'altro a Jasha.

-grazie Carlos- disse sinceramente grato Jasha notando che quello era il bicchiere della sua caffetteria preferita -come lo sapevi?-

-visto che di solito Ruben viene a prendere i caffè quando siete impegnati con le riunioni e sapevo che oggi pomeriggio ne avevate una ho pensato di passare a trovarvi e portarvi i caffè senza farvi fare troppa strada- rispose il moro che non appena aveva staccato dalla farmacia era andato a prendere i caffè, salutando solo con un cenno della testa Senne che forse nemmeno si era accorto di lui per quanta gente c'era, e aveva raggiunto i due.

-ottima idea- ridacchiò Ruben che aveva poggiato il caffè sulla sua scrivania per andare ad abbracciare da dietro il moro e lasciargli un bacio sulla guancia. Era felice infatti di non dover andare a prendere quei caffè con il rischio di incrociare Ottavian. Certo quelle poche volte che si erano incrociati lui e Ottavian ci aveva parlato poco e niente perché era sempre in orari di punta ma non voleva comunque rischiare di trovarsi a litigare con il castano.

-ma se di solito cerchi sempre scuse per andare a farti una passeggiata più lunga possibile per non restare chiuso qui dentro- borbottò Jasha per poi voltarsi di scatto verso la finestra confuso.

-Jasha?- domandò preoccupato Ruben che aveva sentito a sua volta quella maledetta moto e sperando che Jasha non avesse un attacco di panico visto che una volta, i primi tempi dopo l'incidente però, era successo. Carlos dal canto suo guardò confuso i due migliori amici chiedendosi cosa fosse appena successo ma senza dare voce a quella domanda.

-uh? Tutto bene- si affrettò a dire il biondo prendendo il suo bicchiere e bevendo un sorso di caffè al caramello mentre Ruben si rilassava leggermente lasciando un altro bacio sulla guancia di Carlos.

"-in quale ristorante vuoi portarmi?- domandò curioso Jasha al suo ragazzo mentre si allacciava con cura il casco.

-segreto- gli disse lui abbassando la visiera del suo casco integrale e salendo sulla sua Harley per poi far fare lo stesso a Jasha che dopo averlo fatto allacciò strette le braccia intorno la vita del castano -tieniti forte- gli arrivò la voce ovattata per via dei caschi che stavano indossando.

-come sempre amore- ridacchiò Jasha che per risposta strinse ancora di più la vita di quello che era il suo ragazzo. Lui gli accarezzò dolcemente le mani con una delle sue guantata prima di rimettere entrambe le mani sul manubrio e cominciare a guidare verso la sua destinazione. Jasha chiuse gli occhi godendosi per un po' il vento e la velocità che lo stavano davvero facendo sentire libero. Amava sentirsi libero come in quel momento. Aprì nuovamente gli occhi per osservare lo scenario cambiare velocemente ai suoi lati fino a trasformarsi in una foresta tanto che Jasha capì dove l'altro lo stesse portando e sorrise ancora di più. Un solo ristorante si raggiungeva facendo quella strada e si chiese anche perché per il loro quinto anniversario avesse scelto proprio quello ma la sua testa smise di ragionare quando notò un camion davanti a loro che non solo aveva gli abbaglianti chiaramente accesi ma che stava anche andando a zig zag. Anche il suo ragazzo parve accorgersene visto che si irrigidì mentre cercava in qualche modo di togliersi dalla traiettoria del camion. Fu completamente inutile visto che il camion sbandò ancora di più prendendoli completamente in pieno"

Jasha si accorse di avere le guance rigate dalle lacrime solo quando una di esse finì sui fogli sui quali stava lavorando poco prima risvegliandolo anche dallo stato di trance nel quale era finito. Si asciugò con calma le lacrime, nonostante la sua mano stesse tremando, e si accorse anche che Carlos e Ruben erano spariti dallo studio. Ruben che gli aveva mentito in quei tre anni. Perché il suo migliore amico gli aveva detto che aveva perso la memoria perché una macchina lo aveva preso in pieno mentre attraversava la strada e non che un camion aveva investito lui e il suo ragazzo mentre erano in moto? E poi come diavolo aveva fatto a dimenticare Ottavian? Altre lacrime rigarono le sue guance mentre realizzava che erano passati tre anni e poco più dall'incidente e che si era ricordato del suo Vian solo in quel momento.

-dove sei finito Vian?- sussurrò Jasha che davvero non riusciva più a trattenere le lacrime mentre osservava quello che era il caffè che il suo ragazzo era solito preparargli. Era stato solo grazie a quello, e in parte anche della moto che aveva sentito prima, che era riuscito a ricordarsi di Ottavian. Se solo non avesse avuto voglia di quel caffè al caramello salato probabilmente non si sarebbe mai ricordato dal suo ragazzo.

In quel momento però un'altra domanda si fece strada nella sua mente: perché Vian non lo aveva cercato? Perché Vian non era andato a trovarlo all'ospedale? Che fosse successo qualcosa di davvero brutto al suo ragazzo? L'ultimo ricordo vago che aveva di Ottavian era di lui riverso a terra sotto la sua moto e poi buio totale.

Remember meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora