13-Il tuo nome è vita

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Era sparita da quel posto, svanita come pulviscolo luminescente sotto gli occhi attoniti del Potion Master. 

Hermione Jean Granger, la migliore amica di Potter, aveva tentato di baciarlo.

Assurdo. 

Inconcepibile. 

Inaccettabile.

No, quella ragazza non poteva essersi avvicinata a lui. Erano due universi completamente opposti e distanti anni luce l'uno dall'altra che mai, fino a quelle ultime settimane, si erano nemmeno sfiorati. Come poteva anche solo aver contemplato un atto simile? Lei: ragazza modello, studentessa ligia allo studio e alle regole, possedente canoni estetici piacenti, giovane e con un futuro lastricato di solidi progetti di vita. Lui: un'anima macchiata da un oscuro passato, con il doppio dei suoi anni ed un futuro che non prevedeva altro che la speranza di poter riposare tra le braccia del mesto mietitore, nella quiete più assoluta. 

Cosa mai poteva meritare un uomo come lui? E, quindi, cosa poteva offrire ad una giovane ragazza dall'animo puro come lei? Nulla. L'unica soluzione sarebbe stata mettere una distanza fisica tra lei e il mostro quale era lui. 


Era tornata alla realtà, guardando per un'ultima volta l'uomo disteso sul letto dell'infermeria. Si domandò cosa l'avesse spinta a tentare di baciarlo, eppure aveva percepito una sensazione strana e sconvolgente a livello dello stomaco, risalendo al cuore con un galoppante battito, al punto tale da renderla meno lucida del solito. Qualcosa in lui l'aveva enormemente attratta, ma di cosa si trattasse non le era dato a sapere, per il momento. 

La cosa sbalorditiva era che Severus Piton non l'aveva insultata, screditata o minacciata dopo quel tentato bacio. Quindi era umano, al contrario di molte leggende che si erano sparse, di bocca in orecchio, in quel castello...

Scrollò vistosamente la testa, raggiungendo l'uscita dell'infermeria e trovando Poppy e Minerva in attesa della ragazza. 

La vicepreside fu la prima a chiedere delucidazioni. 

«Ci sono novità?»

Hermione annuì «Sono riuscita a parlare con Sever...il Professor Piton» si corresse subito, constatando di non aver dato nell'occhio dopo la sbadata pronuncia del suo nome. Cercò di evitare di riportare a galla le immagini di loro due così vicini e di quel desiderio impellente di baciarlo. 

«Si è svegliato?» chiese speranzosa Poppy.

«Purtroppo no, sono riuscita a comunicare con lui attraverso la Legilimanzia»

Entrambe abbassarono lo sguardo affrante. 

«Dovrò cercare un Medimago valido per questo problema, ma vi prometto che troverò una soluzione»

«Troverò al più presto un sostituto anche per la tua cattedra» affermò Minerva.

Concluso quel breve dialogo, Hermione si diresse verso il proprio alloggio con l'intenzione di prepararsi per quell'imminente viaggio. Entro un paio di giorni sarebbe partita alla ricerca di un valido Medimago. 

Prima di partire, però, si era imposta un'ultima visita al cinico Professore, per informarlo della scelta intrapresa e del motivo per cui, per un po di tempo, non si sarebbe fatta vedere o sentire. 


«Severus?» chiamò lei, dopo essere entrata nella mente del Mago utilizzando il medesimo metodo. Dal buio emerse un ambiente differente rispetto alla volta scorsa: era una casa ordinata ma apparentemente disabitata da tempo. Una semplice libreria affiancava il camino e, dalla parte opposta, una singola poltrona spiccava nel bel mezzo della stanza. Forse era la sua casa d'infanzia di Spinner's End.

Maschera redenta (snamione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora