5-Passato e presente

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La mattinata seguente non tardò ad arrivare. Hermione però, nonostante fosse rimasta sveglia gran parte della notte, si era alzata all'alba in preda ad una certa adrenalina: quello era il suo primo anno da insegnante ad Hogwarts, eppure le sensazioni che provava assomigliavano spaventosamente all'1 settembre di sette anni prima. 

Non voleva perdersi il minimo dettaglio. Quell'avventura sarebbe stata altrettanto emozionante tanto quanto quella precedente, se non di più. Non vi era nessun Voldemort in circolazione, non vi era più alcun pericolo che potesse minare la serenità del Mondo Magico.

Poteva ancora percepire l'emozionante sensazione di accedere alla scuola, camuffando il tutto con la sua spropositata sete di conoscenza. «Il soffitto non è vero, sembra un cielo stellato, ma è una magia. È nel libro Storia di Hogwarts. Io l'ho letto!»

Sorrise a quel ricordo apparentemente sciocco. Ricordava anche l'abilità di animagus della McGranitt, trasformandosi da un gatto aggraziatamente seduto sulla cattedra al suo vero aspetto umano, quando Harry e Ron erano entrati in ritardo alla sua prima lezione.

...e come non ricordare Piton? «Io posso insegnare come stregare la mente, irretire i sensi, posso dire come imbottigliare la fama, approntare la gloria fino anche a mettere un fermo alla morte.»

Dei brividi attraversarono la sua spina dorsale. Che fossero spiacevoli o meno non le era dato sapere, ma al momento il primo pensiero (e quello più semplice) fu il terrore palpabile che, all'epoca, quel mago trasmise ai piccoli del primo anno. 

In quel preciso istante un'unico pensiero fece capolino nella sua mente: di certo avrebbe accolto con maggior calore i suoi 'primini'. Desiderava dar loro quella serenità che, a lei come a tutto il trio, era mancata in quei sette e lunghi anni. 

In balia dei ricordi e dei suoi ragionamenti raggiunse la Sala Grande per la colazione, ancora deserta: gli alunni sarebbero giunti a castello quella sera stessa, che non tardò troppo ad arrivare.


L'atmosfera calda della Sala, alla sera, era accompagnata dal forte brusio degli alunni che, seduti tra i tavoli, avevano già intrapreso i loro studi. La generale concitazione venne interrotta dal tipico cigolio di apertura del portone principale, rivelando l'alta figura della McGranitt che avanzava nell'ampio corridoio centrale, seguita da tante piccole teste: c'è chi era in preda al panico, chi preso dall'euforia, chi apparentemente indifferente. 

Minerva si mise a fianco del piccolo sgabello, posto sopra la pedana di fronte al tavolo dei Professori, su cui vi era appoggiato il malconcio Cappello Parlante. 

«Quando chiamerò il vostro nome dovrete sedervi sullo sgabello. Vi appoggerò sulla testa il Cappello Parlante e sarete smistati» subito dopo iniziò la classica cerimonia di smistamento dei nuovi studenti, quando la Professoressa chiamò, in ordine alfabetico, il primo alunno. 

Il rito durò pressappoco mezz'ora, tra concitati applausi e chiamate della stessa McGranitt. Quando furono tutti smistati intervenne Piton, per il discorso di inizio anno. Tutti, in quella Sala, lo conoscevano e tutti furono presi da un'impellente moto di curiosità nei confronti di quel mago che, per anni, aveva indossato una maschera di freddezza e di apatia. Erano incuriositi dalle sue parole e dal suo portamento. Non ci misero molto a capirlo poichè, poco dopo, il Potion Master si alzò dal suo sgabello, dirigendosi di fronte al leggìo. 

«Silente si divertiva nell'accogliere gli studenti con discorsi inutilmente pomposi. Detto ciò» fece una pausa, facendo apparire di fronte a tutti una pergamena «queste sono le regole del castello. Anche solo una trasgressione ad esse e verrete puniti, per la felicità di Gazza» per un attimo l'attenzione dei presenti fu indirizzata sul custode che sorrise loro sbieco, procurando non pochi brividi di terrore. 

Maschera redenta (snamione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora