30-ritorni e chiarimenti

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Prima di arrivare a scuola, Hermione si era fermata a casa Potter, beccandosi infiniti rimproveri da parte di Ginny. 

«Ma io dico, sei forse impazzita?! Non rispondermi al Gufo...mi hai fatta morire di paura!» le aveva urlato addosso, mentre l'accompagnava nel proprio salotto di casa. 

«Hai ragione Ginny e ti chiedo scusa, ma ho le mie motivazioni»

«E sentiamole, ci mancherebbe solo che mi tenessi all'oscuro di tutto»

«Severus mi aveva lasciata la sera stessa della Vigilia di Natale, senza darmi alcuna spiegazione. Non riuscivo a stare in quella scuola, erano troppi i dubbi e il dolore della sua decisione. Così, senza dire nulla a nessuno, mi sono decisa di trasferirmi dai miei, fintanto che non fossero iniziate le lezioni. La sera di Capodanno sono uscita e lui mi ha seguito, ci siamo chiariti»

«Immaginavo» rispose Ginny sospirando, poi continuò «Piton era venuto qui da noi quel pomeriggio ed era a dir poco agitato»

«È venuto qui da voi?» chiese confusa «e perchè mai?»

Ginny sorrise «Si, è venuto a chiederci la Mappa del Malandrino, che sapeva essere conservata da Harry. Non riusciva a trovarti e voleva vedere se fossi a Hogwarts ma, ovviamente, non c'era nemmeno la traccia. Credo abbia girato in lungo e in largo per trovarti»

«Oh beh...non immaginavo» Hermione proferì con le gote leggermente arrossate, unendo le mani tra le ginocchia congiunte, seduta sul divano.

«Lui tiene molto a te, l'ho visto con i miei occhi. Non mi stupiscono i salti mortali che ha fatto quel giorno. Certo...è un po strano vedere il pipistrello così preso dalla mia migliore amica...ma l'importante è che siate felici»


Rientrata a Hogwarts, la ragazza aveva subìto gli sfoghi di una McGranitt a dir poco in apprensione per ciò che era successo. 

«Hai idea dei pensieri che mi hai procurato?» cominciò l'anziana strega «Capisco avessi bisogno di staccare, ma avresti dovuto avvertirci»

«Lo so, Minerva, ma ho avuto dei contrattempi che non mi hanno dato la possibilità di farlo» mentì lei, cercando di essere quanto più convincente possibile e, stranamente, ci riuscì. Forse l'unica persona che sapeva leggere e arrivare ai pensieri più reconditi del suo cuore era solamente colui che, in quel momento, si ergeva ritto dietro la McGranitt. La guardava privo d'ogni emozione. Lo faceva per tutelarla, nonostante avesse deciso di riavvicinarsi a lei, ritenendolo un valido compromesso. 

«E va bene» sospirò lei sconfitta, poi si girò verso Severus «Non hai nulla da dire?» gli chiese severa.

«Ci ho rinunciato da tempo. Voi Grifondoro siete delle cause perse»

Minerva alzò gli occhi al cielo, enfatizzando quel gesto con le mani sollevate, girandosi di nuovo verso Hermione «Non gli dare ascolto. Comunque sono felice di rivederti» le sorrise, andandosene dal corridoio antistante la Sala Grande. 

Hermione seguì l'anziana strega, fintanto che non la vide più nella sua traiettoria visiva. 

«Credi sia stata convincente?»

Lo sguardo di Severus si addolcì per qualche istante «Vista la sua risposta, credo proprio di si»

«Oggi pomeriggio sei libero? O hai lezione?»

«Ho degli impegni a cui non posso mancare» affermò elusivo, procurando a Hermione non poca curiosità.

«Cosa devi fare?» gli chiese infatti subito dopo.

«Ti hanno mai detto quanto tu sia irritante, con questa tua smania di voler sempre sapere tutto?»

Hermione imitò Minerva, alzando le mani al cielo «Ok, ok, come non detto» e poco dopo se ne andò. Provava però una sensazione di fastidio nel non sapere cosa combinasse. In fin dei conti non si stavano frequentando?

Maschera redenta (snamione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora