28-sparizione improvvisa

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«Ronald è proprio fuori di testa!» sbottò infastidita Ginny, rientrando a casa con Harry.

«Si, ma Piton ha esagerato, lo ha intenzionalmente punzecchiato. Sapevamo quanto potesse essere pericoloso invitarli assieme alla cena di Natale. Ma Molly aveva insistito e non potevamo di certo spiegarle la storia tra lui e Hermione»

«Ora prendi le difese di mio fratello?!»

«Assolutamente no. Ma ha reagito per una causa precisa. È stata una mancanza di Hermione, doveva cercare di placare il suo istinto tipicamente sadico. Lei sapeva benissimo quanto Ronald fosse già uscito di senno»

«Comunque è un bel casino. Hermione, la McGranitt e Piton sono ritornati ad Hogwarts. Domani parlerò con lei» sospirò pesantemente «Hai visto mia mamma, dopo?»

Harry annuì e lei continuò «Non l'ho mai vista così provata, nemmeno dopo la guerra. È sempre stata una persona portata a risollevare l'umore di tutti. Stasera invece...» le ultime parole sfumarono e lo sguardo della minore della prole Weasley si era perso nel vuoto.

«Intanto» Harry si avvicinò a lei, cingendole la vita e richiamando la sua attenzione «che ne dici se per stanotte dimentichiamo questa storia?» l'aveva baciata a fior di labbra, per poi accompagnarla in camera, al piano superiore.


Il risveglio all'alba, per Hermione, fu piuttosto traumatico. La realtà le era piombata dritta nel cuore, procurandole un potente malessere emotivo. Erano passate poche ore, da quando Severus aveva varcato la soglia della sua camera, con l'obiettivo di porre fine a quella che, per lei, era stata una storia dall'inizio lento e travagliato.

Si era girata tra le lenzuola, mettendosi di lato e ricominciando a piangere.

Altro non poteva fare.

Lui era stato categorico: non vi erano altre possibilità.

Il dolore che in quel momento si ritrovava a provare veniva amplificato dai mille quesiti irrisolti di quella scelta così drastica. Non ne comprendeva le motivazioni. Se solo le avesse parlato, al posto di fuggire via...

Un insolito gufo, color caramello, picchiettò contro la piccola vetrata della finestra in camera. Hermione aveva alzato gli occhi verso la fonte di quel picchiettio, alzandosi poco dopo e aprendo la piccola finestrella.

Aveva ringraziato il gufo con un piccolo pezzo di bacon secco, che teneva appositamente nelle proprie stanze private, nel caso di missive ricevute al di fuori dell'orario della posta.

Aprì la busta, rivelando una piccola pergamena da parte di Ginny.

Ciao Herm,

sono dispiaciuta per come sia finita male la cena di Natale. Non lo capirò mai mio fratello, anzi in questo momento avrei una voglia estrema di ucciderlo! Vi ho visti abbandonare frettolosamente Grimmauld Place e speravo non ci fossero stati problemi con la McGranitt. Se ti va di parlarmene, sai che ci sono.

P.s. Harry ti saluta.

Un abbraccio,

Ginny

Aveva letto la missiva, per poi appoggiarla poco dopo sul proprio comodino. Percepiva non fosse ancora il momento di parlare con lei. Era troppo presto replicare dalla propria voce ciò che era accaduto, in quanto temeva non sarebbe riuscita a reggere il dolore di una tale portata. Si era quindi rifugiata di nuovo tra le lenzuola, sprofondando in quel sonno che per lei era diventato un rifugio sicuro da ogni male. La fortuna, nella sfortuna, volle che quell'evento fosse accaduto proprio all'inizio delle vacanze invernali: avrebbe avuto tutto il tempo per metabolizzare la questione, anche se per ora il tormento sembrava una montagna insormontabile.

Maschera redenta (snamione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora