"Finirai solo per farti del male."

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"Cuando sueñas solo es un sueño,

cuando soñamos en dos comienza la realidad."


"Quando si sogna da soli è un sogno,

quando si sogna in due comincia la realtà."





L'abbraccio sa di sudore e tabacco, ma Fidel non lo cambierebbe con nient'altro al mondo.

Il colonnello si stacca solo dopo qualche secondo, gli occhi lucidi dalla commozione. «Fidel, ragazzo mio. Pensavamo fossi morto.»

Fidel scuote la testa ridacchiando. «Di certo non pensavo di vivere abbastanza per vederti piangere, colonnello.»

«Se fumassi quello che fumo io, non scherzeresti poi così tanto» replica, serissimo, l'ufficiale. Distoglie in fretta lo sguardo e lo posa su Ernesto, seduto su una delle brande del bunker. «E così, è stato Ernesto a salvarti la vita?»

Fidel fa segno di sì con la testa. «Proprio lui. Mi ha portato a spalla fino al rifugio, con i soldati di Batista alle calcagna. Dovevano essere più di cento, se non ricordo male.»

«Sempre il solito bugiardo!» ghigna Ernesto, scompigliandogli i riccioli bruni. «Non saranno stati più di una dozzina!»

Fidel nega con tutto il suo cuore. «Non è vero! Colonnello, non ascoltarlo, è solo un falso modesto!»

Ernesto gli volta le spalle e se ne va senza smettere di ridere.

«Fidel» mormora il colonnello. «Dobbiamo parlare seriamente, ora.»

Fidel si accomoda sulla branda e incrocia le braccia davanti al petto: un'abitudine, quasi un tic inconscio per proteggere il corpo dal prossimo proiettile. «Ti ascolto.»

Il colonnello gli poggia una mano sulla spalla. «Prima o poi dovrete separarvi. Lo capisci, questo, vero?»

Fidel vorrebbe mettersi a ridere, ma il filo di sutura glielo impedisce solleticandogli la pelle arrossata. «Dove vuoi andare a parare?»

«Voglio solo dire che potrebbe capitare che...» Il colonnello è alla ricerca di una perifrasi adatta all'occasione. Non la trova, ma va bene così. «Insomma, mettiamo che uno di voi due muoia durante un'azione. E questo può capitare ogni giorno, ogni minuto della vostra vita: la tua ferita è lì per dimostrarlo.»

Fidel inclina la testa, come un bambino annoiato dall'ennesima lezione sulle tabelline. «E allora?»

«E allora dico solo che dovrai essere pronto» risponde il colonnello. «E lo stesso dirò poi ad Ernesto. È dannoso affezionarsi troppo a qualcosa, quando stai combattendo una guerra. Sia esso un amico, una donna o un fottuto cagnolino pulcioso.» Scruta a fondo nell'animo di Fidel, scandagliandogli il cuore con quei suoi minuscoli occhi color smeraldo. «Finirai solo per farti del male, Fidel. Credimi, io lo so.»

Fidel si discosta piano, lasciando che il colonnello allenti dolcemente la presa sulla sua spalla. «Abbiamo finito?»

«Sì» borbotta il colonnello. «Abbiamo finito.»

Fidel si alza dalla branda e si appresta ad uscire dalla stanza in tutta fretta, ormai del tutto indifferente al dolore. Ma, tutto d'un tratto, si ferma e appoggia una mano allo stipite. Si volta verso il colonnello. «Tu l'hai mai avuto un amico, colonnello?»

«No» risponde l'ufficiale. «Non potrei mai fidarmi a tal punto di una persona. Gli amici finiscono quasi sempre per tradirti.»

Fidel sorride sotto i baffi. «È questa la differenza fra noi due, colonnello.»

Mi mejor enemigoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora