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"Alcuni dicono che la pioggia
è brutta, ma non sanno che permette
di girare a testa alta con il viso
coperto dalle lacrime."
(Jim Morrison)
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NORA MERYL NOTT

Era tardo pomeriggio, questa sera Regulus avrebbe organizzato una festa nella nostra sala comune e io avevo deciso di andarci

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Era tardo pomeriggio, questa sera Regulus avrebbe organizzato una festa nella nostra sala comune e io avevo deciso di andarci.

Pansy stava facendo la doccia ed era più lenta del solito, io nel frattempo stavo cercando nell'armadio qualcosa da mettere e come al solito ero indecisa.

Passando la mano tra le gruccie sentì il mio braccio avvampare, un bruciore lo invase.

Mi accorsi che era il punto in cui si trovava il mio marchio nero. Il bruciore aumentava e mi presi di panico.

"Domani all'alba a Villa Malfoy, tu, i miei figli e Draco, non dire niente a tuo fratello, se lo vuoi ancora vivo"

Sentì la voce di Voldemort nella mia testa che scomparì subito dopo insieme al bruciore.

Mi accovacciai per terra, con il fiato corto.

Inspira, Espira. Inspira, Espira. Mi ripetevo.

Senza sosta iniziai a camminare per la stanza, cercando si calmarmi. Le lacrime iniziarono a scorrere velocemente senza il mio controllo.

Mi misi una mano al petto, mi sentivo morire, non riuscivo più a respirare.

Mi affacciai alla finestra e cercai di inalare l'aria fresca che mi facesse tornare a respirare regolarmente.

Il mio cuore batteva all'impazzata,
la paura percorreva le mie vene.

Cercai di scacciare la voce del Signore Oscuro, quelle parole che mi erano rimaste impresse in testa.

Cercai di concentrarmi al ricordo di mamma e papà, cercai di concentrarmi sulla voce melodiosa della mia mamma che cantava o sulla radiosa voce di mio padre che mi raccontava le fiabe della buonanotte.

Fu tutto inutile. Mi sentivo mancare l'aria.

Respiravo affannosamente, i singhiozzi soffocati che riempivano la stanza.

Uscì dalla mia camera e mi diressi nel bagno dei prefetti. Per fortuna Draco aveva già finito di pulire e non c'era neanche uno studente. Mi sciacquai il viso ripetutamente e poi corsi dentro uno dei bagni. Un conato di vomito percorse il mio stomaco fino a farmi vomitare dentro il gabinetto.

Presi alcuni fazzoletti asciugando gli angoli della mia bocca e il sudore che attraversava tutto il mio corpo.

Uscì dal bagno di corsa e salì frettolosamente le scale per arrivare alla Torre di Astronomia.

Per fortuna non c'era nessuno, a quell'ora si stavano tutti preparando per andare a cenare e per poi raggiungere la festa.

Appoggiai le mani alla ringhiera e inspirai tutta l'aria possibile. Il respiro iniziò a regolarizzarsi pian piano.

Beyond Pride - Mattheo RiddleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora