Dopo molte ore finalmente possiamo tornare nelle nostre camere.
Mi dirigo con i fiori che mi hanno donato, sto per aprire la porta della mia camera ma una mano mi ferma.
«Ora siamo sposati, dobbiamo dormire insieme nello stesso letto.»
Lo guardo con disgusto e mi dirigo nella nostra stanza.
Poso i fiori sul comodino, e dato che non ho intenzione di rimanere con questo abito una sera di più, cerco di an- dare nel bagno ma vengo spinta sul letto.
«Oh ma te sei rincoglionito?! Ce se comporta così a casa tua? Cretino!»
«Perché tanta fretta, non sarebbe meglio fare con calma?»
Infila le mani sotto la gonna dell'abito.
«Lasciame! Famme anna' ar bagno.»
«Vuoi sfuggire a tuo marito, al tuo protettore?»
Con le mani arriva alla cucitura della gonna e poco dopo
me la strappa via dal corpo con forza. Cerco di coprirmi, ma un pugno allo stomaco ferma i miei movimenti.
«Da oggi le regole le detto io!» Mi strappa i bottoni del vestito con forza, tirando via anche il reggiseno.
«Lasciame 'n pace, che t'ho fatto de male...»
Inizio a scalciare e per sbaglio il piede lo colpisce sul punto debole facendolo piegare in due.
«Questa non la passerai liscia!»
Mi alzo e inizio a correre infilandomi la vestaglia, scendo giù e mentre sto per entrare in cucina, qualcuno mi fa cadere sul pavimento.
«Sai...» ansima Stefan nel mio orecchio premendo il rigonfiamento sui miei glutei.
«Anche se mi hai fatto male, la voglia di scoparti per bene è aumentata, guardandoti in vestaglia.»
Mi infila l'ago della siringa facendomi urlare di dolore, poco dopo vengo afferrata e portata in camera da letto.
Stefan prende le catene e manette, lega le mie mani al letto, mi toglie gli ultimi indumenti che indosso e poi inizia a spogliarsi rimanendo nudo davanti a me, prende un preservativo e se lo infila. Non posso far nulla a causa della sostanza che mi ha iniettato.
«Stai tranquilla, tra poco l'effetto finirà.»
Osservo tutto il materiale che prende: una frusta, pinze per capezzoli, dilatatore e catene per il corpo. Inizio a tira- re le catene, ma i polsi iniziano a sanguinare.
«Queste faranno male, ma non sono nulla in confronto a ciò che ti farò.»
Prende le pinze, si mette a cavalcioni su di me, posiziona quell'affare sui miei capezzoli per poi attaccare i fili a un macchinario. Inizia a baciarmi il collo per poi succhiare.
Accende il macchinario e delle scosse di corrente percorrono il mio corpo.
Lui inizia a strofinare il suo pene sulla mia intimità mentre io mi dimeno.
«Sei così grassa, sarà molto difficile entrare in te con tutta la ciccia davanti.»
Questo è un colpo basso...
Tiro le catene urlando, ma hanno degli spuntoni di ferro e più tiro più le catene stringono i miei polsi.
Urlo per l'umiliazione e il dolore ai polsi, so che oggi verrò finita definitamente.
Si solleva mettendosi in ginocchio e prende la frusta. Fa scorrere la frusta dai miei seni alla mia intimità. Mi apre le gambe ed io cerco subito di chiuderle, ma lui più forte a tenerle aperte e ferme, quando capisco ciò che vuole fare è troppo tardi.
Inizia a colpire la mia intimità finché non inizia a sanguinare, alla fine toglie le pinze dal mio seno, inizia a leccare la mia intimità insanguinata.
«Ora si fa sul serio.»
Mi penetra con due dita in modo violento facendomi urlare. Dopo svariati minuti toglie le dita soddisfatto e le lecca.
«Ora urlerai il mio nome!»
«Lasciami, se mi vuoi morta non farla tanto lunga.» Inizia a ridere e poco dopo mi penetra.
«Ma non ti voglio morta infatti!»
Continua con i suoi movimenti finché non viene in me
gemendo rocamente il mio nome nel mio orecchio. «Sei buona solo per il sesso, ma fai schifo a letto.»Stefan
Vederla inerme solto di me è una gioia immensa, non ha strillato, non ha fatto nulla. Ora è distesa sul letto coperta dalle lenzuola, abbracciata al cuscino.
Devo ammettere che è davvero una bella ragazza, non so cosa mi spinge a essere violento con lei, ha quel corpo favoloso ma... è troppo magra.
Quando l'ho incontrata la prima volta, il suo corpo era meraviglioso, non era né troppo grassa né troppo magra.
Penso che lei in questi giorni mi stia nascondendo qual- cosa. Mi distendo accanto a lei e le stringo la vita con il braccio, all'improvviso delle domande si fanno vive nella mia testa.
E se non si innamorasse mai di me? E se non avessimo mai dei figli o un lieto fine?
Non sopporterei l'idea che qualcuno possa farle cambiare idea.
Ha il respiro regolare e la sua mano stringe la mia, un sorriso si forma sul mio volto, si gira dal mio lato e appoggia la testa sul mio petto.
Sorrido anche se non merito il suo amore.
STAI LEGGENDO
Melanie [COMPLETATA]
Fanfiction⚠️𝐖𝐚𝐫𝐧𝐢𝐧𝐠⚠️ Questo libro presenta scene di: Stupro Body shaming Violenza fisica e psicologica 𝑫𝒊𝒔𝒑𝒐𝒏𝒊𝒃𝒊𝒍𝒆 𝒐𝒏𝒍𝒊𝒏𝒆. Melanie Duval, la principessa dal passato avvolto nell'ombra, privata del suo titolo nobiliare e del suo destin...