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Stefan

È pallida in viso e non si muove. La prendo in braccio e la porto in camera.
«Muoviti, chiama un medico» dico preoccupato alla domestica, che corre subito verso il telefono.
Dopo molto tempo entra il medico e si inchina per poi avvicinarsi.
«La ragazza è mai svenuta?» mi chiede mentre controlla gli occhi di Melanie.
«No è sempre stata una ragazza attiva e sulla difensiva» mento negando che sia svenuta precedentemente.
«Potrebbe essere svenuta per il troppo stress che sta sentendo ultimamente. Le consiglio di farla stare in un luogo tranquillo e soprattutto dove non si possa fare del male. Inoltre non vorrei che lo stress sia associato a uno stato di depressione.»
«Depressione?»
«Sì ma nulla di grave, la vostra presenza potrebbe farla sentire meglio.»
«Capisco, ora può andare.»
«Un'ultima cosa sire, la regina ha bisogno di stare in compagnia, se ha delle amiche la faccia stare con loro, non lasciatela mai sola» dice, si inchina e va via.
Le accarezzo i capelli e la sento piangere nel sonno infatti vedo che le cadono delle lacrime.
Non lasciatela mai sola.
È in uno stato di depressione.
Appoggio le mie labbra sulle sue.
Non l'ho mai baciata. Posso dire che è bellissima, simpatica e fin troppo gentile.
Perdona facilmente e non vuole mai niente in cambio.
Le guardie mi dicono che una delle cameriere è stata aiutata da Melanie a partorire senza farle del male.
Ha un cuore d'oro che io non possiedo, le ho sempre fatto del male sin dal primo giorno in cui l'ho vista.
«Perché mi hai baciata?»
Oh non pensavo che lo avrebbe ricordato.
«Volevo farlo, ora non pensarci. Preparati ci hanno invitati a una cena.»
«Va bene.»
Melanie
Mi alzo e mi cambio indossando un abito lungo nero che mette in risalto le mie forme. Vado davanti allo specchio e sorrido osservandomi.
Giro su me stessa finché sbatto contro qualcuno. Mi giro e vedo Stefan.
«Sei bellissima. Se sei pronta possiamo andare» mi dice sussurrando all'orecchio.
Ora non ho voglia di litigare.
«Sì possiamo andare.»
Mi prende per mano e mi porta nella carrozza.
Il cocchiere parte subito per arrivare in quel posto. Abbiamo le mani unite mentre sorride.
"Che schifo, ha la mano sudata" penso.
Arriviamo nella sala e ci ferma un cameriere.
«Nomi?»
Ci guarda dall'alto in basso.
«Ma come i nomi siamo noi a comandare. Siamo il re e la regina» dice con superiorità.
«Lacroix e Duvall» dico con tono dolce e calmo.
«Oh eccovi in lista. Scusate ma molti si travestono da voi. Terzo tavolo a destra, vista sulla spiaggia. Andate pure.» Camminiamo fino ai tavoli.
«Quel vestito dove lo hai trovato?»
«Non l'ho trovato. L'ho cucito io secondo i miei gusti di stile.»
Un cameriere arriva e mi fissa con un ghigno e in pochi secondi quest'ultimo finisce a terra. Ma che cosa sta accadendo? Perché Stefan sta picchiando un cameriere senza motivo?
«Stefan fermati» Lo tiro dal braccio cercando in qualche modo di fermarlo.
«Torniamo al castello» dice in modo freddo e distaccato senza guardarmi negli occhi.
«E gli altri, e la cena?» dico continuando a guardarlo.
"Grande divertimento!" mi ritrovo a pensare.
«Vattene a quel paese tu e la cena.»
Esce dalla sala e mi rabbuio capendo che in realtà lui non cambierà mai e l'unica ad aver fatto progressi sono stata io.
«Posso farvi una foto Melanie?» mi chiede una ragazza che sedeva accanto a me.
Mi metto in posa e mi lascio scattare la foto, successivamente esco cercando Stefan.
Guarda te che mi tocca fare... Mi giro e mi spavento notando di essere circondata da sei ragazzi.
«Ma tu vedi che bella ragazza... Sexy come piace a noi.» Si avvicinano con delle catene ed io indietreggio. Deglutisco e mi sento tirare da dietro.
«Lasciate la regina in pace, non sta bene.»
Sento la voce profonda e roca di Stefan.
«Lasciatela re lei non è la regina. La regina sorride sempre.»
Alzo il volto e loro impallidiscono inginocchiandosi.
«Perdonate maestà questo atto di vandalismo» mi baciano le scarpe per chiedere perdono.
«No no alzatevi. Resta tranquillo non è successo nulla.»
Stefan mi tira dal braccio e mi porta in una stanza.
«Lasciami, non ho fatto nulla» inizio a dire ma un dolore al collo mi impedisce di parlare. Stefan mi sta stringendo il collo con tutta la sua forza e mi guarda con gli occhi rossi.
«Devi stare zitta. Nessuno ti ha ordinato di uscire dalla sala e nessuno ti ha detto di fiatare.»
Continua a stringere mentre inizio a non sentire più aria.
«Ti... prego... lasciami...»
Non riesco a sentire ciò che dice poiché crollo giù.
Non vedo, non sento e sembra che tutto ciò che mi circonda non esista più.
Stefan
La prendo e la tiro dalle mani. Tutti osservano con occhi spalancati.
Cercano di avvicinarsi ma qualcuno si para davanti. La porto nel castello e ordino di farla murare in una stanza senza cibo e acqua.
Vado nel mio studio e mi siedo.
Prendo il ritratto e lo distruggo.
«Re...» Arrivano i miei uomini.
«La regina non si riprende. Però abbiamo eseguito i suoi ordini e l'abbiamo ugualmente rinchiusa. Ora nessuno può entrare. La stanza è stata murata.»
«Bene, potete andare.»
All'improvviso tutto ritorna come prima.
Oddio cosa ho fatto? L'ho rinchiusa senza alimenti! Vado velocemente in direzione della stanza e ordino di far abbattere il muro.
«Mi dispiace re non si può fare nulla ormai. È destinata a restare lì a vita.»
Deglutisco e in quel momento mi torna in mente la sua faccia pallida e il suo collo rosso mentre io la stringevo. Ricordo il momento in cui è caduta senza forze.
«Buttate giù questo muro» ordino agli stessi uomini di prima.
«Re dovete scegliere se buttare giù un altro muro o farla restare lì. Scegliete bene. Nessuno saprebbe della morte della regina. Mentre i costi per far rialzare un muro sono elevati.»
Cosa faccio! La faccio rimanere lì oppure la libero?
Alla fine non è male come idea farla restare lì sola e senza cibo.
Imparerebbe a stare zitta e a rispettare la gente. Nessuno la ricorderà. Sarà solo una brutta favola momentanea. Nessuno la salverà e nessuno la amerà. Resterà un brutto incubo da cui tutti ci sveglieremo.
«Fatela restare lì.»
Melanie
Mi sveglio per i forti dolori alla schiena. Mi guardo at- torno e noto di essere sul pavimento, mi sollevo e mi guardo attorno e c'è solo uno spazio vicino al muro e che non ci sono dei cambi. Sarò costretta a cambiarmi in modi alternativi. Perché ha voluto portarmi con sé se successivamen- te voleva rinchiudermi?
Inizio a osservare la stanza. È sporca, buia e non ci sono finestre. Ci sono solo muri, faccio passare la mano sui muri.
«Resterai chiusa qui piccola mocciosa» un calcio.
Mancanza d'aria.
«Ti prego fammi uscire ho bisogno d'aria.»
"No, non di nuovo" penso.
«Non vuoi farti toccare! Allora soffoca.»
Inizio a gridare aiuto e sento improvvisamente la voce di Christopher.
«Aiuto aiuto tiratemi fuori di qui. Non respiro.»
Mi lascio cadere a terra e cerco di respirare in modo regolare.
«Ma Melanie non c'è?»
Sono qui aiutami ti prego.
«L'ho fatta rinchiudere in una stanza. Sai come si comporta.»
Non ho fatto nulla. Ti prego salvami.
Stefan
«Falla uscire subito di lì» continua a urlare Christopher.
«Perché l'hai fatto imbecille. Non può stare così tanto in una stanza sigillata. C'è almeno una finestra?»
Mi guarda con rabbia e preoccupazione.
«No, ci sono solo muri» dico con sincerità.
«Falla uscire di lì.»
Mi prende dal colletto e mi sbatte al muro.
«Re...» corre una guardia verso di me con il fiatone.
«La regina ha iniziato a urlare e poi abbiamo sentito un tonfo.»
«Facciamola uscire subito» dice Christopher con sguardo serio.
«La porta murata è qui» alzo le spalle.
Christopher dà un calcio sulla parete e tutti i mattoni cadono giù poiché erano solamente appoggiati uno sull'altro ed io non lo sapevo.
La stavano aiutando.
Lui corre subito da Melanie che è stesa sul pavimento, la prende in braccio e la porta in salone facendola distendere sul divano. Lei poco tempo dopo apre gli occhi e guarda Christopher.
«Mel come stai» dice Christopher mettendole un panno bagnato sulla fronte.
«Ho ricordato ciò che è successo. Mi hanno rinchiusa nella cantina e volevano violentarmi. Mi hanno picchiata.»
Lo abbraccia forte.
"Cos'è questo improvviso affetto? E quando sono diven- tati così intimi? Perché lei parla solo con lui? Non mi dice mai nulla" penso.
Chiudo le mani in pugno, vorrei picchiarlo con tutta la forza.
«Ma che ha. Cosa ha ricordato?» dico, Christopher si alza e mi guarda con disgusto. Non risponde.
«Quindi?»
«Non sarò io a parlare. Quella ragazza ne ha passate tante e tu le stai solo peggiorando la vita. Ho capito che non la ami ma non significa che le devi far del male ogni volta che ci riesci.»
Le accarezza il viso.
"Togli quelle mani dal suo viso" penso irritato.
«E allora perché non te la sei sposata tu?»
«Perché la madre rifiutò. Lasciala in pace. Vuoi l'erede?
Bene lo avrai ma da un'altra.»
Mi siedo sulla sedia e osservo Melanie che si fa coccolare da lui.
Lei non si muove.
La stanza è silenziosa quando improvvisamente sento canticchiare qualcuno.
«Don't expect it to love me, don't expect it, trust me, baby didn't expected to touch me like an animal...»
È la voce di Melanie.
Melanie
«Mel non devi fare così. Sei la regina. Hai una casa gigante, gente che ti sostiene, soldi in abbondanza non ti manca nulla.»
Guardo Christopher e sorrido, è il mio eroe.
Guardo Stefan e stranamente lui non c'è più ma c'è Jeremy, suo padre.
«Perché siete qui maestà?» Lo guardo attentamente. Mi ricorda qualcuno ma lui non risponde.
Improvvisamente il suo sguardo diventa serio.
Inizio a urlare mentre cerco di liberarmi dimenticando di essere tra le braccia di Christopher.
Stefan
La guardo spaventato. É pallida e urla dimenandosi.
«Melanie tranquilla ci sono io» dice Christopher. Lei continua a strillare.
«Ehi calmati ti proteggerò io, non guardarlo.»
«Cos'ha» lui non risponde mai ma si limita a guardarmi.
«Voleva solo avere una vita come le altre. Avrebbe voluto fare così tante cose invece peggiora sempre di più.»
«Finché sono arrivato io» dico con tristezza.
«Le ho complicato la vita picchiandola e insultandola.»
Lui mi guarda e scuote la testa.
«E pensare che anni fa dovevo sposarla. Siamo cresciuti
insieme e l'idea di passare il resto della mia vita insieme a lei mi rese così felice. Poi la madre rifiutò e mio padre si vendicò. Nonostante tutto, lei ha pagato le spese per le cure a mio padre.»
Le spese? Lei non sapeva dove fossero i soldi. Quindi tutti questi mesi lei ha lavorato? Perciò ritornava stanca. E ha donato tutto a suo padre? Poi lui sorride e va via.
Prendo Melanie fra le braccia e la porto nella nostra camera matrimoniale. La osservo mentre dorme.
Le accarezzo la guancia. In che brutto stato l'ho ridotta. Non sa nemmeno se sono io.
Ha paura di me.
«Ti prego non farmi del male» parla nel sonno.
«Non te ne farò.»
Mi ricordo dei segni rossi sulla sua pelle come se fossero fatti recentemente.
«Chi te li ha fatti?» chiedo toccando la sua pelle.
Mi rivesto e lei tende a guardare il muro.
«Insomma mi vuoi dire chi ti ha ridotta così?» chiedo nuovamente.
Continua a non rispondere, sospiro e mi arrendo.

Melanie [COMPLETATA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora