20- Fine

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Melanie

«Certo sei mia moglie, perché non dovrei?!»
«Ironico come dici di essere preoccupato per me e poi sei il primo a farmi del male. Cosa vuoi? Su avanti parla non fare il ruffiano.»
«Una semplice risposta, non sto facendo il ruffiano... Melanie posso chiederti qualcosa di serio?»
"Ora cosa vuole?" penso stupita.
«Chiedi, qual è questa questione seria?» poggio la schiena al muro.
«Che rapporto c'è tra te e Christopher?»
Deglutisco.
"Un sentimento che non proverò mai per te... Lo amo" urlo dentro di me.
«Semplice amicizia, non c'è da preoccuparsi, lui rispetta me ed io rispetto lui.»
Fa un sospiro di sollievo.
«Oh, questa è una bella notizia dobbiamo festeggiare: a noi due!»
Mi prende dal braccio e mi porta in cucina.
"Non brinderò con te per questo!" penso.
«Alla nostra rel...» inizia a dire ma lo interrompo bruscamente.
«Sono stanca, scusa ma non ho voglia di brindare.»
Esco dalla cucina e corro in camera mia, mi distendo sul letto a pancia in su e porto le mani al viso.
"Amore perché la nostra relazione è così difficile? Perché
devo soffrire e sorridere sapendo di non poterti mai ab bracciare? Forse ti sposerai ed io potrò solo darti gli auguri di un matrimonio felice... Ti prego non farlo, aspettami, non lasciarmi sola perché voglio condividere il mio tempo con te, voglio ascoltare la tua voce mentre canti quella canzone che ogni volta mi fa battere il cuore" penso addolorata.
Stringo forte la coperta per non piangere, vorrei essere sua moglie e dormire al suo fianco ogni notte durante la luna piena...
"Se mi fossi sposata con te probabilmente sarei la madre di un principino di Inghilterra e non Francia, odio questo luogo, odio con tutta me stessa questo castello" rifletto.
Chiudo gli occhi addormentandomi lentamente con le lacrime agli occhi.
~~~~~~~~~~
«Apro gli occhi lentamente, guardo il bracciale di seta di mia madre e lo getto sul pavimento.
Figlio? Ero destinata a diventare regina d'Inghilterra... ma chi è Christopher e perché ci hanno seguiti?Amore vieni da me, ti prenderò io.»
Christopher è a braccia aperte mentre attende che io vada da lui.
Corro nella sua direzione e lui mi prende in braccio dolcemente come se fossi il più prezioso dei tesori.
Mi mette giù e si distende sull'erba, faccio come lui e guardo il cielo stellato.
«Dubito che le stelle siano fuoco, dubito che il sole si muova, dubito che la verità sia menzognera, ma non dubitare mai del mio amore» disse.
«Chi la diceva questa frase?»
«Williams Shakespeare, ma è vero, non dubitare mai del mio amore.»
«E tu ricorda questo, non so se è stato per caso o per coincidenza, so solo che tu fai già parte del mio destino.»
Accarezzo il suo viso così delicato.
«Io sono il tuo destino, quando due anime devono incon-trarsi, il destino avvicina mondi, cancella distanze, unisce percorsi e sfida l'impossibile.»
Annuisco e lui mi avvicina a sé mentre mi accarezza le braccia, mi rilasso al suo tocco.
L'aria fresca accarezza i nostri visi.
«Resterai sempre con me? Anche nei momenti di solitudine?» sussurro.
«Io ci sarò sempre per te, quando hai bisogno in futuro, se vorrai piangere... dimmelo, asciugherò le lacrime per te» dice sorridendomi con dolcezza.
«Ma io con te sono sempre felice, perché dovrei piangere?»
Sorrido felice.
~~~~~~~~~~
Mi sveglio nel cuore della notte sentendo dei colpi alla finestra, mi alzo e noto che sta piovendo a dirotto.
Ci sarà mai una possibilità per noi in futuro? Ci sarà mai un vero bacio che potrà dimostrare il nostro amore o devo continuare a guardare le tue labbra e sperare che tu mi baci?
Il peggior incubo per me è poterti solo guardare e piangere, ascoltare la tua voce sapendo che potrò farlo solo per amicizia.
Passo ore in quel modo, con lo sguardo fisso fuori, pensando all'amore che non è destinato a me.
Una domestica bussa alla porta e mi dice che qualcuno mi attende nella sala ricevimenti, sospiro e vado nel bagno per lavarmi il viso.
Raggiungo la stanza ed entro, mi aspettavo di vedere tutti tranne Cèline, la madre di Stefan.
Mi siedo e fa la stessa cosa... c'è un silenzio imbarazzante, chiamo Jennifer e le dico di portarci del caudle.
Lei è molto bella eppure vedo in lei la tristezza dei vari periodi trascorsi in questi anni.
Solo quando la bevanda arriva lei inizia a parlare.
«Hai notato dei comportamenti strani in Stefan?»
Mi guarda attentamente negli occhi con sguardo fisso. Sorseggio lentamente la bevanda prima di posare il bicchiere, unisco le mani facendo incrociare le dita e appoggio la testa allo schienale del divano.
«La lista è lunga, fa l'esatto opposto di ciò che pensa, quando fa qualcosa, dice che non voleva farlo eppure lo rifà. Ieri mi ha detto che tutto ciò che mi ha detto in passato ferendomi, lo ha fatto soltanto per rendermi debole e farmi dominare da lui... a volte si incanta e fissa il vuoto.»
«Lui è psicotico» dice improvvisamente.
«Perdona l'ignoranza, cosa stai dicendo?»
«La psicosi, è un disturbo psichiatrico grave caratterizzato da un'alterazione dell'equilibrio psichico della persona cui consegue una perdita del rapporto con la realtà e disturbi del pensiero come deliri e allucinazioni... Non ho voluto dirtelo il primo giorno che ci siamo viste per non spaventarti» abbassa il capo.
Scoppio a ridere e lei mi guarda stranita.
"Oh soffre di allucinazioni? Disturbi del pensiero, ora si spiega perché ieri ha detto di aver visto il sangue sulle mie mani, chissà cos'altro nasconde" penso.
«A che età gli è stato diagnosticato?»
«All'età di cinque anni, io ero incinta e stavo parlando con le dame di compagnia...»
«Prosegui, la storia inizia a diventare interessante, sono curiosa di sapere il finale.»
«Non è divertente, anzi è l'opposto... Ero incinta del secondo bambino, ha preso una pentola di acqua bollente e me lo ha versato sul pancione... Non so per quale motivo l'abbia fatto, ma ha continuato a comportarsi in modo strano... suo padre mi ha soccorso subito non appena mi ha sentito urlare... Stefan tuttavia aveva lo sguardo di una persona soddisfatta di ciò che aveva fatto.»
«Mio fratello ha cercato di uccidermi!»
Un ragazzo compare improvvisamente dietro di me, mi giro velocemente e rimango a bocca aperta.
«Da quanto tempo non vedi tuo fratello e come ti chiami?» gli chiedo prendendo la sua mano.
É molto felice dal mio gesto infatti la stringe a sua volta.
«Non l'ho mai visto, mi chiamo Jerome» afferma triste.
Sospiro, è il momento di mettere in ordine tutto il caos che lui ha creato.
«Ti farò incontrare tuo fratello e ti farò anche vedere il principino.»
Mi alzo e lo porto con me su.
«Ehi tu!» lo chiamo e lui arriva indossando solo i pantaloni.
«Chi è lui?» guarda il ragazzino.
«Prova a indovinare, un solo indizio. Ha il tuo stesso sangue.»
«Non lo so... Non ho nessun parente oltre i miei genitori.»
«È tuo fratello minore, non lo sapevi?»
Per un momento rimane immobile e poi si avvicina in modo brusco.
«Spostati devo parlare con lui.»
Sposta lo sguardo su di me e suo fratello si nasconde dietro di me.
«Puoi parlare tranquillamente da lì.»
«No, dove sei stato tutto questo tempo? Perché non ti ho mai visto?»
«Mamma mi ha separato da te per evitare che tu mi facessi nuovamente del male.»
Il ragazzo ha il terrore di suo fratello... Chissà cosa gli avranno detto.
«Cosa stai dicendo?! Non dire sciocchezze, sono l'unico figlio della famiglia Lacroix.»
«Questo lo dici perché volevi essere l'unico erede al trono, non...» lo interrompo.
«Basta litigare, non voglio ascoltare nessuno che alza la voce. Sentiti libero di fare una visita del castello. Jennifer, fagli da guida.»
«Perdonatemi maestà per aver reagito di impulso ma ancora non accetto la mia situazione, essere il fratello di un ragazzo così crudele e violento.»
«Ci sono termini diversi per descriverlo ma okay, senza cuore potrebbe essere perfetto per lui.»
«Ora posso avere l'onore di vedere il principino?» mi chiede Jerome.
«No! Tu vuoi ucciderlo per vendetta.»
«Non siamo tutti mostri come te!» afferma Jerome.
"Ben detto ragazzo, sei stato così coraggioso da affron-
tarlo" penso.
Mi dirigo nella stanza enorme dove dorme il bambino.
«Ti presento il principino, ti assicuro che non diventerà come suo padre.»
«Maestà posso chiederle perché ha accettato di sposare quel mostro? E come si chiama il bambino?»
«Non chiamarmi così, ho un nome ovvero Melanie. Non ho avuto altra scelta, sono stata consegnata a lui come un oggetto, il bambino non ha ancora un nome.»
«Che cosa vuoi dire che non hai avuto altra scelta?»
«Vedi Jerome... gli esseri umani diventano avidi quando ascoltano la parola denaro, dimenticano i propri cari e decidono di usarli come merce di scambio, mia madre rappresenta quel tipo di persona.
Ha accettato il denaro che tuo padre le ha offerto per farmi diventare una pedina della società, Stefan voleva farmi diventare il suo oggettino di sfogo, ma io sono cresciuta tra la gente, ho visto la violenza, ho percepito sul mio corpo le minacce, il disprezzo e la vendetta» mi siedo a peso morto su una sedia.
«Cosa ti è successo?» lui si avvicina con il bambino tra le braccia.
«Quando ero una bambina ero destinata a sposarmi con un altro principe, mia madre cambiò idea e il re non accettò questo affronto. Quando ero da sola in un campo sono stata usata come oggetto di sfogo, sono stata picchiata, mi hanno versato sul corpo l'acqua gelida, mi hanno ferita con un coltello e dopo vari giorni l'unica cosa che mi è stata detta era di ricordare a mio padre che non bisogna rimangiarsi la parola data.»
Guardo le mie mani pallide per il freddo.
«Ti devo confessare una cosa, la causa di tutto quello che mi hai detto è Stefan.»
Deglutisce e inizia a sudare.
«Ti prego Melanie abbi pietà di me dopo quello che ti dirò.»
«Che cosa stai cercando di dire? Stefan è il colpevole? Chi altro lo sa?»
«Un giorno ho origliato una conversazione tra mio padre e Stefan, stavano dicendo che il loro piano di distruggere il tuo primo matrimonio era stato portato a termine con successo senza problemi.»
Spalanco gli occhi.
"Stefan ha distrutto tutto, è subentrato nella mia vita sin da quando ero una bambina. La causa di tutto quello che mi è successo è sempre stato lui" penso furiosa.
«Hai la mia benedizione, nessuno potrà farti del male, nemmeno tuo padre... Ora devo risolvere un problema enorme. Se ti piace stare con il principino non ti impedirò di stare al suo fianco.»
Lui annuisce sorridendo e ringraziandomi più volte.
Corro verso la camera dove dorme Stefan ma non c'è, inizio a cercarlo e lo vedo in compagnia di sua madre.
Si dice che la violenza non è la soluzione ai nostri problemi, ma può esserlo per sfogarsi. Vado dietro di lui e gli dò una forte pedata alla schiena davanti allo sguardo di sua madre che tenta di fermarmi.
«Gli farai male così.»
«Non ti intromettere!»
Volto Stefan nella mia direzione, è disteso sul pavimento a causa del mio calcio.
Stringo le mani attorno al suo collo.
«Tu mi hai rovinato la vita sin dall'infanzia, il mio passato è diventato un inferno a causa tua! Il matrimonio, le minacce, i soldi offerti da te, sei un essere disgustoso, meriti una morte lenta e atroce!»
Lo lascio soltanto quando il suo volto è pallido e sta per svenire.
«Dovresti morire divorato dagli animali, ma ti risparmierò perché loro non meritano di mangiare la carne marcia. Preparati psicologicamente perché inizierai a percepire la morte giorno dopo giorno, potresti morire mentre dormi ma non sarebbe divertente.»
Lui tossisce mettendo la mano sul pavimento e si alza lentamente.
«Come lo hai scoperto?»
«Ah, quindi lo stai ammettendo! Ho ragione, io non sbaglio mai, ricordatelo!»
«Rispondi, come lo hai scoperto?» chiede di nuovo ma non rispondo perché noto che nonostante il male che ha fatto a sua madre, lei lo soccorre.
«Cèline, non hai rispetto per te stessa? Ha quasi ucciso il tuo secondogenito e hai il coraggio di aiutarlo? Io lo lascerei riflettere sui propri sbagli.»
«Un figlio si perdona sempre Melanie.»
"Oh questa è bella, perdono? Lui non merita niente tan- tomeno il perdono" rifletto.
Li lascio soli, tra mostri ci si capisce meglio.
Esco dal castello e corro il più veloce possibile e sul cammino incontro Christopher.
«Melanie, perché sei qui sola e senza cavallo?»
«Ti prego portami il più lontano possibile.»
Lui non chiede nulla, mi porge la mano ed io la stringo salendo sul cavallo, ci allontaniamo velocemente dal castello. Arriviamo in un giardino isolato e scende dal cavallo.
«Vieni con me, qui sarai libera di piangere e sfogarti.»
"Amore non importa il luogo, a me piace essere al tuo fianco, voglio soltanto vedere il tuo viso per essere felice" penso.
«Non mi chiedi come ho scoperto tutto quello che succede in quel posto che vivi?»
«No, ma ti ringrazio perché sei l'unico a essere al mio fianco, nessuno mi ha fatta sentire protetta come fai tu.»
«Questo succede perché nessuno ti ha mai amata, l'amore è l'unico dono che permette alle persone di essere felici, tutti vorrebbero stringerti e non lasciarti andare.»
Mi accarezza la spalla mentre camminiamo.
«Il tuo comportamento supera l'amore, Christopher quali sentimenti provi per me?»
La sua risposta potrebbe distruggere il nostro rapporto o renderci finalmente liberi.

Melanie [COMPLETATA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora