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"Tutti pensano a cambiare il mondo,
ma nessuno pensa a cambiare sé stesso."
Lev Tolstoj

Stefan

Essere bravi a fingere è un dono che poche persone possie- dono e lei non lo possiede.
Mi ama poiché lo leggo nei suoi occhi, non riesce a dirlo, ma lo esprimono i suoi occhi.
Ho sempre un pensiero fisso, perché quel Christopher è sempre tra i piedi? Ogni volta che accade qualcosa lui è lì, tra me e lei e la protegge sempre come se fosse suo fratello.
Spalanco gli occhi e mi metto seduto velocemente ma metto subito una mano sulla schiena.
«Che dolore, fottuta stronza. Le romperò tutte le scarpe una ad una.»
Non può essere vero, suo padre non l'avrebbe mai fatto e hanno visi diversi.
Non può essere innamorato di lei poiché è sposata eppure continuo a pensarci.
La domanda è sempre la stessa, come faceva a sapere che lei era in coma? Come faceva a essere qui ogni volta che lei non si sentiva bene?
Il giorno in cui è nato il bambino lui mi stava picchiare, ho visto nei suoi occhi il fuoco, era troppo infuriato.
"E ora Stefan? Chi era la persona disgustosa tra te e lei?"
Questa frase continua a riecheggiare nella mia testa come un disco rotto, cosa stava insinuando quel giorno? Come fa a sapere della nostra vita privata?
Lui fa parte del passato, ma è ritornato da lei, non doveva succedere.
Scuoto il capo cercando di pensare ad altro, vedo una domestica camminare nel corridoio e la fermo.
«Chi è l'ospite che cercava Melanie?»
Lei si gira lentamente.
«Oh re, è la signorina Anya.»
"Anya la sorella di Christopher? La ragazza che ho tentato di baciare il giorno in cui è venuta qui?" penso.
«Ora dov'è?»
«È in compagnia di Melanie.»
Devono smettere di chiamarla con il suo nome.
«Smettila, la devi chiamare regina. Solo io ho il diritto di farlo!»
«Mi dispiace di non poterla accontentare vostra altezza» mi guarda e solleva le spalle.
«Che cosa stai cercando di dirmi?»
«Melanie mi ha detto di chiamarla con il suo nome ed io obbedisco solo a lei.»
Quando se ne sta per andare la fermo di nuovo chiamandola.
«Jennifer mi conosci da più tempo, devi ascoltare me e non lei.»
«Le ripeto re che ascolto solo Melanie, se la può farla sentire meglio posso chiamare anche lei con il suo nome.»
«Non osare farlo! Se ti sento pronunciare il mio nome, ti farò decapitare.»
Questa situazione sta sfuggendo di mano.
«Certo Axel» dice sottovoce ma io l'ho sentita benissimo,ha pronunciato il mio secondo nome.
«Jennifer!»
«Non ho detto nulla, vado da Melanie.»
Ringhio dalla rabbia, prendo la bottiglia di alcool e la lancio contro il muro.
Mi distendo di nuovo e la sento arrivare... Con lei non si può dialogare, sta tornando a essere la Melanie arrogante che ho conosciuto... stiamo tornando indietro nel tempo.
La desidero da molto ma le circostanze me lo impediscono, se devo piegarmi al suo volere per portarla a letto, lo farò, eppure sembra che lei abbia già capito le mie intenzioni e continua a rifiutarmi.
"Ricorda Stefan, la pazienza ripaga tutto, basta agire nel momento giusto, coglierla di sorpresa e stringerla" penso.
Non voglio più usare la violenza su di lei perché voglio che si senta al sicuro. Devo tentare il tutto per tutto pur di farla innamorare di me, ultimamente trascorre la maggior parte del tempo sul tetto.
Resta ore a osservare il cielo, le piacciono le stelle.
Le regalerò il telescopio per renderla felice, mi alzo dal letto con difficoltà e la raggiungo sul tetto... Non c'è.
Qui fuori si gela, rientro e inizio a cercarla.
«Melanie dove sei?»
Cambio continuamente stanza, entro in camera sua e non c'è. Chissà cosa c'è in questa stanza, probabilmente sta organizzando una festa per me...
Mi avvicino al tavolo e osservo la penna, è ancora sporca di inchiostro, l'ha usata di recente... devo cercare il foglio.
Apro il suo armadio e sposto i suoi vestiti, alzo le sue le vesti ma non c'è nulla, nemmeno gocce di inchiostro. Ricordo che l'ultima volta che ha scritto qualcosa, ha macchiato il tavolo.
Alzo il materasso ma anche qui non c'è nulla.
«Re mi dispiace interromperla ma Melanie ha detto testuali parole: se il re entra nella mia stanza sei libera di cacciarlo fuori a calci.»
«E tu oseresti farlo? Parlando della regina, dov'è? Ho girovagato per tutto il castello ma non c'è traccia di lei.»
«Oh Melanie ha anche detto di non cercarla, ci ha riferito di dirle di non far trapelare nessuna informazione.»
"È un regalo, se ha detto così vuol dire che sta organiz- zando qualcosa. Questo significa che qualsiasi cosa abbia scritto è per qualcuno che sta organizzando tutto" penso fiducioso. Fingerò di non sapere nulla.
Non so quanto tempo sia passato ma sento i passi di cavallo avvicinarsi sempre di più.
Mi avvicino alla finestra e la vedo, seduta ancora sul cavallo.
Chissà dov'è andata... ha le mani sporche di sangue, cosa le è successo? É stata colpita da qualcuno?
Corro velocemente da lei e quando entra nel castello la stringo forte, ora ho seriamente paura di perderla, ho fatto un esame di coscienza e ho capito che per quanto mi sforzi di respingerla, il mio cuore la stringe a sé.
Lei resta immobile, mi allontano e la guardo.
«Dove sei ferita? Qualcuno ti ha fatto del male?»
«Sei impazzito? Sto benissimo, perché dovrebbero farmi del male?»
«Ho visto le tue mani...» accarezzo i suoi palmi.
Mi guarda con un sopracciglio sollevato, allontana le mani dalle mie e le posa sulle mie guance.
«Stefan, vado a chiamare un medico, capisco che tutta questa situazione ti sta causando molto stress. Rilassati.»
«Cosa, no! Io sto bene» la guardo negli occhi.
Più la guardo e più mi innamoro di lei, ogni volta sembra la prima volta.
Quando l'ho incontrata la prima volta aveva il viso sporco di terra, un sorriso smagliante e i suoi occhi dicevano tutto di lei, nonostante fosse povera riusciva a sorridere con poco. Giocava con le sue amiche con un semplice vestito bianco e marroncino.
Sono stato io a dire mio padre di volerla come sposa, lui mi disse che non era più una principessa così lo pregai per la prima volta di far diventare il mio sogno la realtà.
Pochi giorni dopo quando sono andato a chiedere la sua mano ai suoi genitori, loro hanno subito accettato o meglio dire, lo ha fatto sua madre.
Non era più una proposta ma uno scambio, sua figlia in cambio di denaro... questo era semplicemente disgustoso.
Ho chiesto a sua madre di raccontarmi la storia di Melanie, mi disse che quel nome le era stato dato nel tentativo di odiare sua figlia.
Davide tradiva la moglie con una donna di nome Melanie, da quel tradimento nacque una bambina esattamente un anno dopo di Melanie.
La sorella di Melanie è Natasha, suo padre Davide non l'ha riconosciuta perciò ha il cognome di sua madre.
Quando avevo sette anni la vidi parlare in modo cordiale con un bambino...
Melanie era destinata a sposarsi con un principe di nome Christopher, ma io quel giorno ho detto a quella donna con l'aiuto di mio padre che Melanie sarà la futura regina di Francia.
L'abbiamo ricattata quando era sola in casa per non essere disturbati da Davide; fu così che l'accordo tra il re Erick e Davide crollò, da quel giorno iniziò a scatenarsi un evento sgradevole dopo l'altro.
Un giorno mentre passeggiavo con mio padre la vidi correre e poi piegarsi sull'erba mentre piangeva... Re Erick le urlò di farle dire a suo padre ciò che le aveva detto.
Quel giorno le vidi il braccio che sanguinava... non ho mai scoperto cosa era successo ma mesi dopo scoprii che Melanie non aveva più un titolo nobiliare, era diventata una semplice ragazza.
Dissi a mio padre che avrei fatto qualsiasi cosa lui volesse pur di sposarmi con lei.
Ma quell'accordo è stato sufficiente per farla sorridere?
«Stefan... è pittura, non sangue. Ho giocato con dei bambini durante il tragitto. La tua è una fissa per i dolori.»
Mi dà delle pacche sulla spalla e va via per lavarsi le mani, torna con le mani pulite.
«Non è una fissa, è così tragico preoccuparmi per mia moglie?»
Mi guarda sbalordita.
«Ti stai preoccupando per me?»

Melanie [COMPLETATA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora