8

12 1 0
                                    

"Se solo avesse aperto gli occhi, avrebbe imparato a perdonare, avrebbe imparato a sorridere... E a quest'ora non avrebbe perso le persone care..."
Cit.

Stefan
8
La sollevo e la porto nel castello.
«Re, non c'era bisogno di riportarmi qui.»
«Melanie ascoltami, chiamami Stefan tu puoi chiamarmi così... sei mia moglie!»
«No, io non mi sento sua moglie, non mi sento una regina, non mi sento a mio agio se la chiamo per nome. Siete così diverso da me, io non vi merito. Ho capito che non apprezza la mia presenza vicino a lei.»
Sorride.
Quanto è bella, il suo non è sorriso di felicità. Non è felice, è triste, ma sorride.
Mi accarezza una guancia, a quel contatto sorrido e den- tro di me esplode qualcosa.
«Insomma re Stefan, chi amerebbe una ragazza pezzente, cafona e grassa ma soprattutto orribile. Se ha bisogno di andare a letto con qualcuna o di divorziare, in modo tale che il popolo possa essere fiero di avere una regina bella e competente fatelo. Fate ciò che volete, se mi vuole morta, la accontenterò.»
Mentre mi diceva tutto ciò lei continuava ad accarezzarmi la guancia. Indossa quegli abiti che mostrano il suo corpo magrissimo.
«Melanie, io sono felice...» tento di finire la frase ma lei mi interrompe prendendo un coltello.
«Sì lo so. Lei è felice solo se non sono nella sua vita, e scommetto che sarebbe stato felice se non mi avesse mai conosciuto.»
Guarda il coltello e lo avvicina al suo collo.
«Cosa vuoi fare?»
«Vuole farlo lei o lo faccio io?»
Vorrebbe uccidermi?
Ma certo, vuole avere l'eredità per sé.
«Avete ragione meglio, se lo faccio io. Finireste sui giornali come criminale.» Sorride e poco dopo le cadono delle lacrime dagli occhi.
«Sia felice, le auguro di sposarsi con una donna degna di tutto ciò.»
Alza il coltello e solo in quel momento realizzo cosa vuole fare. Vuole uccidersi per rendermi felice, ma è lei la mia felicità!
Le tolgo il coltello e lo getto sul pavimento. Le alzo il capo e lei si getta tra le mie braccia, stringendo la mia camicia tra le mie mani.
«Cosa prova per me Stefan?!» mi urla contro.
«lo... Non lo so. Vorrei farti delle domande.» «No re, basta.»
Melanie
Prima di andare via gli dico:
«Anzi ora che ci penso noi non abbiamo nulla da condividere, intendo sentimentalmente. Lei mi odia ed io... meglio lasciar stare.»
Faccio le valigie e vado verso le stanze delle domestiche. Fingi che non ci sia mai stata.
Mi ferma dal polso, mi sbatte al muro e delle lacrime escono dai miei occhi. Abbasso lo sguardo e vedo la punta del coltello che fuoriesce dal mio stomaco.
Lo guardo e sorrido.
«Grazie di tutto» mi lascio scivolare contro il muro per poi cadere su un fianco.
«Ma io non ho fatto nulla!»
Alza lo sguardo e vedo la domestica sconvolta.
«Cosa hai fatto!?» lo sguardo della cameriera si posa su di me.
«Oddio, regina mi scusi pensavo fosse una ladra.»
«G-grazie, re.»
«lo...»
Improvvisamente tutto nero... addio...
Stefan
Cosa diamine ha fatto? Dio Melanie. É da mezz'ora sul letto inerme. Il medico ha detto che è forte, ma deve riposare. La osservo e Dio mi perdoni per tutti gli insulti che le ho detto.
Il medico ha aggiunto che è sottopeso.
Dopo ore infernali finalmente lei apre gli occhi.
«Melanie, per fortuna ti sei svegliata!»
«Dov'è la cameriera?»
«Sta facendo le valigie» mento.
«Falla venire qui.»
La faccio chiamare e lei entra in cammina con lo sguardo basso.
«Dopo che la regina ti avrà parlato, dovrai andartene.» La domestica non dice nulla e cammina verso il letto e si inginocchia subito vicino a Melanie.
«Perdonatemi, sono una stupida!»
«Alzati e siediti sul letto.»
La cameriera mi guarda ed io le faccio segno di no con il capo. Lei riporta lo sguardo su Melanie.
«Siediti, ti ringrazio per avermi accoltellata.»
Mi avvicino allarmato e le dico: «Perché dici così?»
«Re, lei rimarrà qui.»
«Ma ti ha quasi uccisa!»
«Appunto» afferma con tono duro.
Annuisco in segno di resa e la cameriera la ringrazia.
«Ti ringrazio Melanie, grazie!» disse la domestica con tono felice.
«La devi chiamare regina.»
«Re, la smetta. Io ero e sono come loro.»
«Ti ricordi la domanda di prima?» dico guardandola.
«Sì, e allora?»
«lo ti amo.»

Melanie [COMPLETATA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora