«Ora non potrai scappare via.»
«Sì mo’ me molli. Voglio dormì. Non sono uno scroccone come te.»
Il ragazzo rise ma non mollò la ragazza.
«Noi due ora faremo una cosa molto bella.»
«Non me interessa. Voglio dormi’ c’ho sonno.»
Ma quando vide che non volle lasciare la presa la ragazza disse:
«E va beh a mali estremi, estremi rimedi.»
Alzò un ginocchio così velocemente che arrivò al naso del ragazzo.
«E te ricordo che non c’è bisogno che parli da uomo fifrì, tanto so che parli volgare.»
Stefan
È una radio accesa e ha la sfortuna che se ti avvicini alla presa rischi di morire.
Lei è la stessa e identica cosa. Non si stanca mai di parlare. Non so cosa realmente pensavo quando ho accettato quella stramaledetta offerta. Chi me lo ha fatto fare. Devo ancora organizzare la cerimonia dell’incoronazione. Ma non può seriamente recarsi lì conciata così.
Quando finisco di curarmi la ferita al naso torno in camera.
«Potresti stare un minuto in silenzio. Non chiedo troppo ma un misero minuto. Grazie.»
«Bla bla bla bla» inizia a strillare come una papera.
Mi metto le mani ai capelli. Non potrò resistere a lungo.
Scopro le lenzuola e quando tento di sdraiarmi la sento nuovamente parlare.
«Non penserai seriamente de mettete nel letto che sogni.»
«Ascolta io ho dormito in questo letto per diciotto lunghissimi anni quindi se non apprezzi la mia presenza, scendi dal letto e dormi sul pavimento.»
«Non me poi tratta’ così. Comunque preferisco dormì giù che sta co’ te.»
La afferrai prima che scendesse e le misi una mano al collo.
«Ora zitta e dormi sul letto con me e non fiatare altrimenti i tuoi cari genitori moriranno.»
Sapevo perfettamente che aveva a cuore i genitori perciò l’ho detto.
Così finalmente si addormentò sulla soglia del letto. Finalmente non riesco ad ascoltarla più di mezz’ora. Mi farà venire un’emicrania.
Il giorno seguente.
Melanie
«Sveglia.»
«Ma chi è ’sto deficiente che urla de mattina?» La domestica preoccupata della mia reazione spalancò gli occhi.«A brutta deficiente se ti pigghio non immagini ciò che te combino.»
«Mi spiace signorina ma la volevo informare che la colazione è pronta. Le faccio strada in cucina.»
A malincuore mi alzai dal letto e la seguii. Finalmente siamo arrivate ma prima che se la svignasse la presi dai capelli e le tappai la bocca.
«Domani se te permetti de svegliamme così te li strappo sti fili d’erba fatti de cingomma.»
Quando entrai nella cucina vidi quel baccalà seduto.
«Buongiorno cara.»
«Buongiorno baccalà» sbuffo.
“Sbuffa, sbuffa che è solo l’inizio” penso.
«Fai colazione velocemente, ti devo mostrare qualcosa.»
«Allora annamo.»
Ci rechiamo nuovamente in camera e lui aprì l’armadio.
«Vedi questi indumenti? Li dovrai sostituire con queste pezze.»
«Te lo poi sogna’.»
«Vedremo.»
«Domestica, vieni immediatamente qui.»
«Mi dica principe.»
«Vede questa ragazza. La deve cambiare del tutto. Da ragazza di strada a regina.»
«Donna de strada io? Ao! Poi dice a me de non insulta’.»
«Non ti ho dato mica della puttana.»
Finalmente lasciò la stanza.
«A Giovanna d’Arco se me tagli mezza ciocca te spezzo le gambe.»
Mezz’ora dopo
«Ecco qui maestà. Ora può andare dal principe.»
«Con piacere.»
Uscii da quella camera e andai nel suo studio.
«Come sto?»
Stefan
Sento aprire la porta. Quante volte devo dirlo che devono bussare prima di entrare?
«Come sto?»
Il mio amichetto si è risvegliato stranamente.
Deglutisco mentre con la mano cerco di calmare i miei bollenti spiriti.
Cosa posso fare? O mi alzo e me la scopo qui nella palestra anche se sono sudato oppure la faccio cambiare.
«Mmh» non riuscivo a trovare le parole per descriverla.
Con il dito le indicai di avvicinarsi e così fece. Presi una sua mano e la posai sul mio rigonfiamento facendole capire l’effetto che mi procurava.
«Mi fai questo effetto.»
«Che schifo è questo che pensi di me. Bene. Ritornerò al mio aspetto di prima. E non me cerca’.»
Non riuscii a bloccarla.
Ma quanto poteva essere stupida. lo volevo farle capire che era stupenda, e lei se la prende con me. Non potevo crederci che volesse ritornare a essere quella sporca arrogante ragazzaccia. Forse ho sbagliato. Ma certo che ho sbagliato, lei non era abituata a ricevere questo tipo di “attenzione” da parte dei ragazzi. Insomma, chi oserebbe avvicinarsi a una ragazza del genere? Non posso negare che non sia bella, anzi l’opposto. Quando è entrata vestita in quel modo la volevo spogliare solamente con lo sguardo.
Non voglio immaginare ora come si sia vestita.
Esco dalla palestra e vado nella stanza matrimoniale, quando entro la vedo sdraiata sul letto con quegli straccetti.
«Ascolta, dovrò organizzare l’incoronazione e tu verrai
con me.»
«Ok.»
«Ok significa che non potrai venire vestita così.»
«Ok significa che se vuoi che venga lì verrò così.»
«No.»
Vengo interrotto dal cameriere che mi avvisa dell'arrivo di mio padre.
«Lavati, vestiti decentemente e scendi.»
«Scendo direttamente. Non è venuta la Madonna quindi…»
«Forse noi due parliamo lingue diverse. È venuto mio padre, ovvero il re, e tu non puoi scendere così.»
«A quanto sei cocciuto. Ho capito, me cambio.»
«E modera il linguaggio.»
«Sì certo maestà, principe dei miei stivali.»
«Smettila o te ne pentirai.»
«Uh che paura, guarda sto tremando.»
Scesi al piano inferiore esattamente nella sala dove riceviamo ospiti.
«Padre, madre.»
Jeremy: «Figliolo sono contento di vederti e soprattutto cederti il trono. A proposito dov’è questa fanciulla di cui mi hai parlato?»
«Parlavate de me?»
Oddio come si è vestita. Mio padre la guarda in modo perverso come se le volesse toglierle i vestiti dal corpo.
«Padre, ci siete?»
Cèline: «Caro, se volete veniamo un altro giorno a trovare questa ragazza.»
Jeremy: «No no. Perché rimandare? Siamo venuti e ne approfittiamo no?»
«Giusto.»
Cèline: «Come ti chiami cara?»
«Melanie.»
Jeremy: «Sei la figlia di Davide, giusto?»
«Esatto. Come fa a conoscerlo?»
Jeremy: «Ti ricordo che lui prima era principe e parlavamo spesso tra noi. Veniva spesso nel mio castello. E quando…»
«Va bene, va bene non c’è bisogno di raccontare tutto.»
Cèline: «Sei innamorata di mio figlio?»
“Sì ed io sono frate.”
«Ehm certo perché ’sta domanda?»
Sgranai gli occhi e girai il volto nella sua direzione.
Mi avvicinai a lei e le sussurrai all’orecchio:
«Allora mi dimostrerai il tuo amore dopo.»
Si girò verso di me e mi fulminò con lo sguardo.
Ridacchiai pensando a cosa le avrei fatto dopo.
Immagino lei che mi supplica di lasciarla.
Jeremy: «Bene noi andiamo. A presto figliolo, informaci
quando celebrare l’incoronazione.»
«Certo padre.»
Aspettai il momento in cui chiusero la porta per dirigermi verso Melanie con uno sguardo malizioso.
«Tornando al discorso di prima. Dimostrami il tuo amore.»
Melanie
«Tornando al discorso di prima. Dimostrami il tuo amore.»
Sorrisi a me stessa per poi alzare la mano destra per colpirlo ma fui bloccata dalla sua mano che fece girare il mio braccio al contrario.
«Ao, ma sei scemo?!»
«Te lo dico una volta sola. Smettila di usare queste mani o ti faccio rimpiangere di essere nata.»
Sentì la guancia bruciare e il braccio dolorante. Mi aveva appena schiaffeggiata… come aveva osato.
«Te lo avevo detto che sarebbe cambiata la situazione quando saremmo arrivati qui. E preparati perché questo è solo l’inizio di questo inferno. Prova a dire qualcosa a qualcuno e soffrirai il doppio.»
Il suo ginocchio era tra le mie gambe e più parlava e più spingeva. Mentre con la mano mi tirava i capelli.
Volevo piangere ma non gli avrei dato questa soddisfazione. Avvicinò la bocca al mio orecchio e sussurrò facendomi rabbrividire:
«Non vedo l’ora di sentirti urlare il mio nome sotto le lenzuola.»
Finalmente si tolse da me.
Mi alzai in piedi e quando fece qualche passo avanti, misi il piede davanti alle sue gambe facendolo cadere.
Iniziai a ridere come una pazza.
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Melanie [COMPLETATA]
Fanfiction⚠️𝐖𝐚𝐫𝐧𝐢𝐧𝐠⚠️ Questo libro presenta scene di: Stupro Body shaming Violenza fisica e psicologica 𝑫𝒊𝒔𝒑𝒐𝒏𝒊𝒃𝒊𝒍𝒆 𝒐𝒏𝒍𝒊𝒏𝒆. Melanie Duval, la principessa dal passato avvolto nell'ombra, privata del suo titolo nobiliare e del suo destin...