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Ed eccoci qua con la seconda storia del calendario dell'avvento.
Oggi è un racconto di narrativa storica in cui viene raccontato un po' com'era il Natale in epoca vittoriana.
Se volete supportare questa nuova rubrica vi invito a votare e commentare la storia e se vi va, passate a dare un'occhiata al mio profilo.
Be' che altro dire se non "buona lettura"?Londra, 1858.
Passeggiavo lungo le innevate vie di Londra, ammirando tutta la bellezza di cui era cosparsa nel periodo natalizio.La neve mi arrivava fino alle caviglie tanto che ero costretta a sollevare leggermente il mio abito, da tutte le case arrivava un profumo delizioso di cibo pregiato e si scorgevano perfettamente i loro alberi di Natale pieni zeppi di dolciumi e vari addobbi.
I bambini correvano e giocavano allegri in strada, le persone chiacchieravano vivacemente: tutto era cosparso di una bellissima magia.
«Tutto bene mia signora?» domandò la mia cameriera distogliendomi dai miei pensieri.
«Sì, Dorothy, ammiravo solamente la bellissima Londra» dissi sorridendo.
Ripresi a osservare minuziosamente tutto l'ambiente circostante.«Credo sia un bene che alla regina Vittoria piaccia così tanto il Natale, insomma, a chi non piace?» dissi rompendo il silenzio.
«Avete proprio ragione, sua maestà è arrivata anche a pubblicare il suo albero di Natale sul Godeys Ladies Book» disse porgendomi la rivista.
L'immagine del meraviglioso albero era idilliaca, una vera meraviglia.
Ho da sempre adorato il Natale, amavo tutto di quella festività.Il Natale mi dava una speranza che prima o poi il muro che divide le classi sociali anche solo per un giorno si assottiggiasse fino a non esistere più.
L'atmosfera era completamente diversa, la neve dava un'aria più romantica e poi c'erano loro: gli alberi di Natale.
Bellissimi e maestosi, si ergevano fieri e decoravano con un'eleganza immane tutto il paesaggio.
Forse esagero ma per me è questo il Natale: amore, condivisione, gentilezza.
Forse vi sorprenderà se vi dicessi che sono una nobile ragazza, forse vi aspettavate che io vi dicessi le solite cose che dicono quelle stupide oche delle mie coetanee.
E invece non è così, io non sono come le altre.
«Carol! Carol per carità fatti vedere prima di far prendere un colpo a tua madre!»
Eccola: mia madre che mi stava cercando.
«Sono qui, madre!» dissi alzando un braccio per farmi vedere meglio.
«Per l'amor di Dio perché esci senza dire nulla? Ti stiamo aspettando tutti!» disse portandosi una mano al cuore.
«Mi sono allontanata solo cinque minuti da casa, sarei tornata a breve» cercai di giustificarmi.
«Va bene, ma ora devi tornare a casa con me»
«E va bene» sbuffai alzando gli occhi al cielo.
Verso la strada di casa, ebbi l'opportunità di osservare ancora per una volta tutta la meraviglia di quella magica festa.
Il merito dell' albero di Natale era del principe Albert, consorte della regina, che date la sue origini tedesche, ha portato questa meravigliosa tradizione fino a Londra.
Quando arrivava il giorno di Natale, speravo sempre che non finisse mai, che durasse per sempre, ma questo ahimè non è possibile e il giorno dopo si ritornava a quella stupida vita da bambolina in cerca di marito, Dio, quanto lo odio!
Tutta la magia, tutta l'atmosfera, svaniva nel nulla facendo ritornare tutto alla banale normalità.
Avevo deciso: quel Natale me lo sarei goduta a pieno, fino all'ultimo secondo e avrei impresso nella mia mente tutti i momenti di quel giorno.
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Christmas tales
Short StoryDato che oramai dicembre è arrivato e con lui è arrivato anche il countdown per il Natale, ho pensato di creare un calendario dell'avvento. Ogni giorno uscirà una breve storia di generi diversi (horror, thriller, fantasy...) per 24 giorni. Spero che...