A very horror Christmas

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Spazio autore:
Ciao a tutti miei cari lettori e scrittori!
Eccomi qui con questa nuova rubrica (che spero tanto vi piaccia), a raccontarvi ventiquattro storie aspettando insieme a voi il tanto atteso Natale.
Oggi si comincia con una storia horror.
Se volete supportarmi vi invito a votare e commentare la storia e se vi va, passate a dare un'occhiata al mio profilo.
Beh che altro dire se non "buona lettura"?

Il mio nome è Isabel McCartney e questa è la mia storia.

Era la sera prima di Natale, avevo cinque anni.

Ricordo che ero emozionatissima al pensiero che quella sera, Babbo Natale mi avrebbe fatto visita per portarmi i regali o forse il carbone.

"Nah, impossibile, sono sempre stata una bambina modello" pensavo vantandomi della mia obbedienza e bravura.

Il nostro salotto era addobbato di tutto punto: le calze appese al camino, le lucine gialle e poi lui: quel meraviglioso albero di Natale tutto pieno zeppo di decorazioni.

I miei occhi brillavano vedendo tutto quello che mi circondava.

«Dai, dai, quando viene?» domandavo impaziente alla mia amata mamma.

«Amore, Babbo Natale verrà questa notte» rispondeva lei con tono dolce.

«Si sarà dimenticato di me?» domandai con gli occhi lucidi.

Mamma mi guardò e sorrise teneramente.

«Amore mio, Babbo Natale non dimentica nessuno dei bambini, vedrai che arriverà»

Annuii leggermente con il capo.

Arrivò finalmente la mia tanto agognata notte.

Stesa nel mio letto, non riuscivo a chiudere occhio: ero troppo emozionata.

La tentazione di scendere e aspettare sveglia Babbo Natale, mi divorava.

Dopo aver riflettuto a lungo su cosa fare, decisi di scendere al piano di sotto per aspettare il mio adorato Babbo.

Mamma e papà dormivano profondamente, non c'era nessun suono, nessuna luce, tutto era calmo.

Mi sedetti su uno dei gradini e attesi in silenzio.

Il cuore mi martellava in petto mentre cercavo di non farmi sentire.

Ad un certo punto, un po' di fuliggine uscì dal camino: era lui, senz'alcuna ombra di dubbio.

Di nuovo un'altra nuvoletta di fuliggine fece capolino dal camino.

Non era Babbo Natale, non era il mio adorato Babbo.

Era un essere avvolto da una pelliccia scura, con due corna e gli occhi rossi come il fuoco.

Il mio cuore mancò un battito: chi era quell'essere?!

Risalii nella mia stanzetta e tirai le coperte fin su al naso cercando di non fare troppo rumore.

Quello strano essere, salì le scale che conducevano al piano notte.

Il respiro mi si mozzò in gola, un brivido mi percorse la schiena, il cuore mi si strinse in una morsa.

Mi alzai dal letto di scatto e mi affacciai all' uscio.

Quel mostro, era andato dritto nella camera dei miei genitori e gli aveva infilzato i suoi lunghi artigli acuminati nei loro petti.

Mamma urlò a squarciagola mentre papà, lui non batte ciglio.

Poi, la strana belva si girò e mi fissò a lungo.

I nostri occhi si incrociarono per un secondo: era un demone, qualcosa di maligno, da evitare.

Dopo un po', scese le scale e se ne andò come se nulla fosse successo.

La sua immagine però, rimase per sempre scolpita nella mia mente.

Quello fu il peggior Natale della mia vita, quello che mi ha portato via tutto.

Ora ho quattordici anni, vivo in un'orfanatrofio e ogni Natale faccio sempre lo stesso sogno e ogni anno mi faccio sempre la stessa domanda: chi era quel mostro? Cosa voleva? Perché mi ha portato via la mamma e il papà?

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