Paranormal Christmas

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Spazio autore:
Eccoci qui al nono giorno del calendario dell'avvento!
Oggi, la storia narrerà di giovani cacciatori di fantasmi intenti a catturare uno spirito durante il giorno di Natale ma qualcosa nelle loro vite cambierà le loro sorti.
Se volete supportare questa nuova rubrica vi invito a votare e commentare la storia e se vi va, passate a dare un'occhiata al mio profilo.
Be' che altro dire se non "buona lettura"?

«Dai Rose, siamo già in ritardo» si lamentò mio fratello Teo.

Era il giorno di Natale, avevamo ricevuto una chiamata da parte di una famiglia che affermava che la loro casa era probabilmente infestata.

Per noi era pane quotidiano e forse era un fantasma che stavamo cercando già da molto tempo.

Legai i capelli in una semplice treccia e uscii dal bagno.

«Eccomi, possiamo andare»

Teo prese l'enorme borsone contenente tutte le armi e ci avviammo verso l'auto.

«Possibile che anche a Natale le persone non sanno starsi tranquille?» sbuffai.

«Lo so sorellina ma è con questo che ci manteniamo e inoltre ci pagherà anche molto profumatamente»

«Sì ma almeno a Natale vorrei stare spiaggiata sul divano a non far nulla»
«E dai pigrona, vedrai che ci divertiremo»

Tra una chiacchiera e l'altra, arrivammo finalmente a quella famigerata casa.

Ci aspettava all'esterno una donna bionda sulla quarantina.

«Menomale che siete venuti, entrate pure»

Quella donna però, non mi convinceva era strana.

«Dunque signora, dov'è la sua famiglia?» domandò Teo.

«Al momento non sono in casa»

Quella donna stava nascondendo qualcosa, ne ero più che convinta.

«Da quanto vivete qui?»

«Circa un anno»

Notai ben presto che nella casa c'era una puzza assurda di marcio, come di cibo andato a male.

Continuammo con le nostre solite domande di rito e poi andammo a esplorare la casa.

«Teo» mormorai.

Si voltò tranquillo verso di me.

«Per favore, andiamocene, non mi piace questa tipa, ha qualcosa di strano»

«Rose, mi sa che ti stai facendo un film mentale»

«Ti prego, dammi ascolto!»

Rise fragorosamente e riprendemmo la nostra esplorazione.

Arrivammo alla cantina e trovammo qualcosa di agghiacciante.

Giaceva a terra morta la famiglia che ci aveva chiamato.

Quella era lo spettro che tormentava la casa!

Teo inorridì davanti a quella scena.
«Ma che cazzo è?!» esclamò.

Ad un certo punto, si materializzò la donna che ci accolse all'entrata e con un lungo coltello affilato, pugnalò la schiena di Teo.

Cominciai ad urlare, cercare un'uscita e anche a piangere.

Presi velocemente la pistola che tenevo nello stivaletto con proiettili pieni di sale e gliene sparai non so quanti.

Ero triste e incazzata nera per la morte del mio unico fratello, di ciò che rimaneva della mia famiglia.

Ad un certo punto, qualcosa di freddo attraversò il mio cuore: era lo stesso coltello con il quale era morto mio fratello.

Sentii distintamente il sapore ferroso del sangue che cominciai a vomitare, lo stomaco contorcersi e il sangue inondarmi piano il corpo.

L'ultima cosa che vidi fu quella donna sorridente in maniera macabra godendo a vedermi morire.

Dopo un dolore lento e lancinante, caddi al suolo e... il buio più totale.

Ero morta, ma non sono mai andata in paradiso.

Ora vago in quella casa senza meta e chi lo sa? Magari ora ci abiti tu in quella casa. Forse ti sto guardando proprio in questo momento. Forse sarà il tuo ultimo Natale.

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