Quando tutto sembra un sogno

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Spazio autore:
Ed eccoci qui al ventitreesimo giorno del calendario dell'avvento!
Oggi la storia narrerà di una fine, la fine di un'apocalisse che il dato ha voluto che si concludesse proprio il giorno di Natale.
Se volete supportare questa nuova rubrica vi invito a votare e commentare la storia e se vi va, passate a dare un'occhiata al mio profilo.
Be' che altro dire se non "buona lettura"?

Ormai erano tre anni che l'apocalisse imperversava in tutto il mondo, tre anni che per noi il Natale non esisteva più.

Gli zombie erano sempre in agguato, quegli stronzi avevano un udito eccezionale.

Ci eravamo accampati nei boschi più remoti dell' America, lontani da tutti e tutto.

Ci fu proprio qualche giorno prima di Natale un sanguinolento scontro nel quale persi la mia amata Laila.

Mi sentii di morire, un quel momento desideravo solo che la morte mi venisse a prendere e che mi portasse da Laila.

Quella sera, era il quarto Natale che passavano in quell' accampamento a sperare che prima o poi l'apocalisse finisse.

Io ero steso sul letto, guardavo il soffitto e ripensavo alla mia defunta fidanzata, ripensavo ai bei momenti passati insieme, ai baci, agli abbracci, mi mancava tutto di lei.

L'unica cosa a me cara che mi era rimasta, era la mia famiglia e il mio husky: Sky.

All' improvviso, notai il mio cagnolone leccarmi la mano e mia mamma che urlava il mio nome come una pazza.

Scattai in piedi in preda all'ansia e corsi il più velocemente possibile da mia madre.

Lei era seduta su una sedia e ascoltava attentamente la radio.

Quella, fu la notizia più bella che quel Natale ricevemmo.

L'apocalisse zombie era finita, i morti viventi erano sterminati.

Le lacrime salirono e invasero i miei occhi: non potevo crederci che era finita, per sempre.

Uscii seguito dagli altri fuori l'accampamento.

I piccoli fiocchi di neve, scendevano delicati sul mio viso, l'aria era fredda ma io ero felice.

Lasciai andare le mie lacrime e piansi, piansi di gioia.

Quando mi ripresi, notai una sagoma in lontananza.

Si avvicinava, si avvicinava sempre di più e quando fu abbastanza vicina, rimasi sconcertato: era la mia amata Laila.

Corsi il più velocemente che potevo e ci abbracciammo e in quel momento tutto intorno a noi sparì, c'eravamo solo io e lei.

Non l'avevo persa, era ancora lì, ancora fra le mie braccia.

In quel lungo periodo, gli zombie l'avevano assalita ma lei era riuscita a scappare e si era rifugiata costruendosi un rudimentale accampamento.

Tutto era finito, tutto era tornato alla normalità.

Quel Natale, diventò simbolico e credo che non lo dimenticherò mai.

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