Delitto di Natale

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Spazio autore:
Eccoci qui alla terza storia del calendario dell'avvento.
Oggi, la storia sarà un thriller in cui narrerò un delitto accaduto proprio il giorno di Natale.
Se volete supportare questa nuova rubrica, ricordatevi di votare e commentare le storie e se vi va passate a dare un'occhiata al mio profilo.
Come sempre, vi auguro una buona lettura.

Cambridge, 1870.

Natale, una festa meravigliosa e piena di regali, per gli altri, ma non per me.

Il mio nome è Oliver Harrison, sono un detective e voglio raccontarvi di un delitto accaduto a Natale, un giorno magico solitamente, ma non quella volta.

Era il giorno di Natale, mi trovavo nel mio appartamento, seduto comodamente su una poltrona, leggevo tranquillo il giornale.

Ad un certo punto, qualcuno bussò insistentemente alla mia porta.

Mi alzai di scatto ed andai ad aprire.

Sull'uscio comparve un esile ragazzino, sporco in viso e con gli abiti bucati e anch'essi sporchi.

«Salve signore. Mi è stato detto di consegnarle questa lettera» disse con la sua flebile vocina.

«Ti ringrazio, ragazzino» dissi accennando un sorriso.

Richiusi la porta e andai nel mio studio per scartare la lettera.

La aprii e cominciai a leggere.

"Buongiorno, detective Harrison, il mio nome è Clarisse O'Brian.
Le invio questa lettera per affidargli un delitto.
Purtroppo non c'è molto tempo, il delitto è avvenuto proprio in questo istante, per questo non sono venuta di persona a consegnarle la lettera.
Ad ogni modo vorrei che voi veniste qui per verificare meglio.
Firmato
Clarisse O'Brian"

«Possibile che la gente si debba ammazzare anche a Natale?!» pensai ad alta voce.

Misi velocemente il cappotto e mi diressi a casa della donna.

Appena arrivai, scorsi immediatamente un'enorme palazzo lussuosissimo e pieno di addobbi natalizi.

«Lei è il detective Oliver Harrison?» chiese un uomo della servitù.

«Sì, sono io»

«Mi segua»

Seguii quell'uomo in silenzio.

Arrivammo a un gigante portone che l'uomo aprì.

Davanti, trovai una classica scena del delitto.

Una giovane donna stessa a terra inerme, non c'era alcuna chiazza di sangue, nessun'arma del delitto, niente di niente.

Probabilmente era stata avvelenata.

Accanto a lei c'era un'altra donna che piangeva al suo capezzale.

«Detective Harrison, non vi avevo notato» mormorò la ragazza ricomponendosi.

«Nessun problema»

«Lei era mia sorella Josephine» disse indicando il corpo senza vita.

«Raccontatemi tutto dall'inizio»

«Stavamo semplicemente pranzando, lei era tranquilla e chiacchierava animatamente, poi, ha bevuto un sorso d'acqua dal suo bicchiere e...»

Era un classico avvelenamento, palesemente.

«C'era qualcuno che aveva intenzione di uccidere vostra sorella?»

«A dir la verità sì: suo marito»

Quella risposta mi spiazzò: solitamente la prima cosa che dicevano era che tutti le volevano bene e che nessuno voleva ucciderla.

«Molto bene, quando potrebbe ricevermi  anche il marito di Josephine?»

Ad un tratto, qualcuno entrò nella stanza: era il marito di Josephine.

«Lord Stevenson, lui è il detective Oliver Harrison, vorrebbe interrogarvi» disse Clarisse.

Osservai attentamente l'uomo: era alto, con folti capelli castani, la pelle bianca come un lenzuolo e gli occhi ambrati.

Lui, ci squadrò dalla testa ai piedi.

«Nessun problema» esordì infine.

Ci accomodammo nel salotto e cominciai a interrogarlo.

Era visibilmente sorpreso, sembrava che cadesse dalle nuvole, era strano. Troppo strano.

Nonostante tutto però, non mi sembrava lui il colpevole.

Durante l'interrogatorio, parlò molto di suo fratello Richard, così pensai di interrogare anche lui lo stesso giorno.

Ero esausto ma dovevo riuscire a risolvere quel caso.

Dopo poco, anche Richard si presentò e cominciammo il nostro interrogatorio e questa volta avevo fatto centro.

Per tutto il tempo fu molto vago, ha dato poche informazioni e soprattutto, non mi guardavo dritto negli occhi.

Solo qualche ora dopo però, ebbi la conferma della mia tesi.

Dalla tasca della sua giacca cadde una piccola boccetta contenente del veleno: lo stesso che aveva ucciso Josephine.

Quella sera, Richard Stevenson venne arrestato per omicidio.

Credo che non dimenticherò molto facilmente quel fatidico Natale.

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