C'è una lampada a neon bianca. Un po' di luce entra dalla piccola finestra alla mia sinistra. Sono sdraiata su un letto.
Ho un braccialetto bianco al polso. Presa dalla paura, cerco di strapparlo. Dopo essermi praticamente staccata un polso, riesco a levarlo.
Mi guardo intorno. Ha tutta l'aria di essere un ospedale.
Dalla porta entra un'infermiera (il che conferma la mia idea).
«Allora si è svegliata...» fa.
Mi guarda come se dovessi risponderle. E che dovrei dirle?! Mica mi ha fatto una domanda!
«Ti abbiamo trovata sul ciglio della strada priva di sensi e ti abbiamo portata qui.» continua.
«E quel ragazzo che era con me?» domando.
«È nella stanza accanto. Sta bene, deve solo riposarsi.»
«E posso...»
«Devi riposare anche tu.»
«Ma...»
«Niente "ma".»
La guardo scocciata.
«Dovrei chiederti qualche dato. Prima cosa: come ti chiami?» mi domanda.
«Alex.» le rispondo.
«Anni?»
«17 e mezzo.»
«Da dove vieni?»
«Dalla città accanto.»
«I tuoi genitori?»
«Non so dove siano.»
«Hai il loro numero di telefono?»
«Sì, ma non ha suonato quando li ho chiamati.»
«Altri parenti?»
«Tanto meno.»
«Perciò sei sola?»
«Più o meno.»
«Che significa?»
«L'unica cosa che mi rimane è quel ragazzo che non mi volete far vedere.»
«Siete fidanzati?»
Ma perché la gente salta a conclusioni affrettate?!
«Siamo solo amici.» faccio.
«Ok...» mi fa l'infermiera.
La guardo e poi finalmente decide di andarsene.
Ok, ho un piano: sta notte vado da Hades e non me ne frega se mi beccano a metà strada o se dorme, ho solo bisogno di vederlo.
Per l'ora di cena, mi portano del cibo (che schifo) e l'infermiera mi costringe a mangiarlo.
Quando finalmente se ne esce dalla mia stanza portandosi via i piatti, mi sento meglio.
Ok, devo solo aspettare il buio.
È ora. Scendo dal letto e apro la porta. Controllo che non ci sia nessuno e poi vado verso la stanza accanto. Entro e vedo Hades che dorme. Poi mi rendo conto di una cosa... Mi copro la bocca con una mano e scoppio a piangere. Perché quella stronza di un'infermiera non me lo ha detto?! Perché?! Perché non mi ha detto che gli hanno amputato le gambe?! Aveva finalmente... Era riuscito a tornare in piedi... E adesso... Non potrà più camminare... Correre... Perché, dopo tutto quello che è successo gli fanno questo?!
Mi sveglio di colpo tutta sudata.
Ok, Alex, era solo un brutto sogno.
Soltanto che ora...
Guardo l'orologio: sono le 3 di notte.
Mi levo le coperte e mi alzo. A piedi nudi, cammino sul pavimento ghiacciato, cercando di non fare rumore. Sbuco da dietro la porta e osservo il corridoio.
Ok, non c'è nessuno. Ora o mai più.
Cammino silenziosa per il corridoio. Apro la porta della stanza di Hades.
Com'è dolcioso quando dorme...
Mentre mi avvicino, lui apre gli occhi e mi sorride.
«Non... volevo svegliarti...» sussurro.
«Non è un problema. Saresti venuta e non ti avrei vista, il che...» mi risponde.
«Avevo bisogno...»
«Sì, ho le gambe e non me le hanno amputate, se è questo che ti interessa.»
Mi siedo sul suo letto.
Hades mi prende una mano e le nostre dita si intrecciano. Restiamo così per minuti interi. Mi mette una mano dietro il collo e mi avvicina a sé. Le nostre fronti si incontrano. Chiudo gli occhi e mi scivola una lacrima, che cade sulla guancia di Hades.
«Scusa...» faccio, sorridendo, mentre asciugo la sua guancia.
Mi dà un bacio in fronte e mi dice di tornare nella mia stanza, prima che qualcuno si accorga che sono lì.
Mi avvicino alla porta, continuando a sorridere a Hades.
Filo svelta nella mia stanza e mi infilo sotto le coperte. Mi sdraio su un fianco e mi sistemo una ciocca di capelli dietro l'orecchio, accennando a un sorriso.
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Il mio δαίμων
De TodoUna semplice amicizia può essere la tua metà perfetta e contemporaneamente ciò che non possiedi... E tutto questo può cambiare te stesso... La vita di Alex cambierà... e non solo la sua...