Se proprio devo dirla tutta, non so minimamente dove siamo.
C'è un mare limpidissimo, una spiaggia e un bosco. Poi, cosa ci sia oltre, non lo so. Potrebbe esserci una città, un paese oppure esattamente niente, solo bosco.
È ormai buio e facciamo un falò, per scaldarci.
Mariella ha preso, dall'elicottero, un po' di cibo. Non so dove l'avesse nascosto, fatto sta che c'è e ce lo mangiamo.
Fisso il fuoco tremare, le sue fiamme ondeggiare e protendersi verso il cielo.
Mariella si stende dall'altra parte del falò con una radio accanto. Ci spiega che, da lì, le arrivano notizie della nostra città.
Poi è di nuovo silenzio tra di noi.
Fisso il fuoco sfumarsi nel cielo e ascolto le onde infrangersi sulla spiaggia.
«Tutto questo finirà.» mi dice Hades, accanto a me, affascinato dalle fiamme.
«Ma quando?» faccio io.
«Questo non lo so. Spero solo presto.»
«Magari non finirà mai.»
«Sei tornata la ragazza pessimista di un tempo.»
«Stavo solo ipotizzando.»
Non so perché l'abbia detto. È come se mi fossi resa conto che ormai sono cambiata, che la mia parte pessimista che mi attanagliava da anni fosse... pufff... sparita.
«Avrei solo bisogno di sapere...» dico.
«Lo saprai. Mia madre ha la radio accanto e non credo che non ci avverta se...» mi risponde.
«Morti... Dillo pure, non è un problema.»
«Vivi, non morti.»
«Tu sei perennemente ottimista.»
«Lo so.»
«Ho solo paura di illudermi.»
«Per questo...»
«Già.»
Mi avvicino all'acqua che scivola sulla spiaggia e fisso l'orizzonte.
Immergo una mano nell'acqua e muovo la mano.
«Mi sembri una bambina.» mi fa Hades mentre si siede accanto a me.
Sorrido e continuo il mio gioco.
«Sei così tenera...» continua.
Ogni tanto ci sono delle frasi che mi colgono di sorpresa, altre che mi fanno arrossire, altre che mi fanno sorridere. Poi ci sono quelle che racchiudono tutte e tre queste sensazioni, come questa.
Delle ciocche di capelli mi cadono davanti alla faccia.
Sorrido, ormai sono abituata, i miei capelli sono sempre puntuali a rompere le palle.
Continuo il mio gioco con l'acqua, ignorando i miei capelli.
Hades mi sistema le ciocche dietro un orecchio, sorridendomi.
No, sta sera non reggo, con il cuore che batte a mille.
Mi alzo e vado a sedermi accanto al falò.
«Ho fatto qualcosa di male?» mi chiede il ragazzo innocentemente.
«No...» gli rispondo.
Hades mi si siede accanto e mi guarda.
«Perché te ne sei andata?» mi domanda.
«Hades...» gli faccio, guardandolo negli occhi.
«Cosa?»
«Niente...»
La cosa si sta facendo troppo imbarazzante e preferisco chiudere qui.
Hades nota che non ne voglio parlare, per cui smette di fare domande.
Forse gli è venuto in mente il discorso con sua madre in elicottero e allora si è immaginato quanto io possa essere imbarazzata. Forse pensa che non ne voglio parlare. Forse pensa... No, sa benissimo anche lui che non c'è nessun altro.
«Non facciamo che scappare.» dice il ragazzo, rompendo il silenzio.
«Cosa vorresti fare? Rimanere lì? A morire?» faccio.
Ci sono cose di Hades che proprio non capisco.
«Vivere una vita normale.» fa.
«Lo sai benissimo che non esiste la parola "normale".» gli rispondo.
«Vorrei stare... va beh, niente...»
«Mi dispiace se stai male, ma non so che fare...»
«Non hai mai imparato a consolare le persone, non hai mai saputo come farlo. Beh, una volta volevi tentarci, ma ti sono passati davanti e poi tutto è finito. Tu credi che non lo sappia?»
«E tu come...»
«Noto troppe cose.»
«Come fai a saperlo?»
«Al ristorante. Lo so, mi faccio gli affari degli altri, ma la cosa mi rapiva e quando poi ho visto il tuo sguardo...»
«Non mi ricordo il problema...»
«Neanche io, ma non avresti mai dovuto farti calpestare dagli altri.»
«E come hai fatto a essere così sicuro che fossi io?»
«Ho visto il tuo sguardo, prima.»
«Come quello della bambina di un tempo?»
«Lo stesso.»
«Non avresti mai dovuto farti calpestare da degli stronzi. Per questo ora stai così.»
Hades è stata l'unica persona che ha capito tutto questo, l'unico dopo anni con cui mi sono sentita capita e apprezzata. Poi la mia testa è complicata e mi faccio mille problemi, ma dettagli.
«Hai sempre dato la colpa a quella volta.» fa il ragazzo.
«Come cavolo...» rispondo stupita.
«Ti ho detto che noto troppe cose...»
«Beh, abbastanza da capire...»
«Te, capire te. Gli altri hanno solo maschere.»
«È tutta finzione, intendi?»
«Lo fanno solo per sentirsi fighi e piacere agli altri.»
«E io non ne ho mai capito il motivo. Fingersi altri...»
«Sono ossessionati dall'idea "più amici hai meglio è".»
«Ma avere amici solo perché indossi una maschera in faccia è...»
«Pochi sono veramente sé stessi.»
«Ma dovrebbero essere molti di più.»
«Tu sei sempre stata te stessa. Io sono sempre stato me stesso. Beh, se non lo fossi, non sarei qui.»
«Grazie eh!»
«Intendo solo che la gente che non ha maschere non interessa agli "altri".»
«E tu come hai fatto in classe?»
«Avevo degli amici senza maschere, beh, non tutti.»
Mi sdraio sulla sabbia.
«Beh, notte allora.» mi fa Hades.
«Notte.» gli rispondo.
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Il mio δαίμων
RandomUna semplice amicizia può essere la tua metà perfetta e contemporaneamente ciò che non possiedi... E tutto questo può cambiare te stesso... La vita di Alex cambierà... e non solo la sua...