Capitolo 21

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Il falò è spento e ormai il sole sta sorgendo. Sono semplicemente sdraiata su un fianco sulla sabbia a osservare il mare che scivola tra i granelli di sabbia e continua a fare quel lieve rumore.

«Hades, sei sveglio?» domando girandomi verso di lui.

«Sì.» mi risponde.

«Ho voglia di tornare a casa...»

«Anche io...»

Attimi di silenzio ricoprono la spiaggia.

«Ragazzi...» fa Mariella venendo verso di noi.

Mi alzo come se fossi subito pronta a partire.

«Devo dirvi una cosa...» fa la donna con un tono da funerale.

Sì, sono preoccupata e mi sembra ormai ovvio ciò che sta per dirci.

«Torniamo a casa!» fa tutta felice all'improvviso, interrompendo i miei pensieri.

La abbraccio come se non mi avessero dato notizia migliore, il che è vero.

La donna si gira e va ad avvisare il tipo dell'elicottero che ripartiamo.

Ripartiamo davvero...

Vedo Hades accanto a me, che mi sorride.

Gli salto addosso gettandogli le braccia al collo dalla felicità.

È come se non rispondessi più delle mie azioni, come se il mio cervello si fosse disconnesso dal resto del corpo, come se (per una santa volta) non pensassi prima di agire.

Presa dalla foga di quel momento... sì, va bene... lo ammetto... bacio il ragazzo che mi teneva tra le sue braccia.

Stiamo per secondi o minuti (ho "l'orologio antropologico", come lo chiamo io, ovvero la concezione del tempo, che funziona male) a guardarci negli occhi.

Mariella ci dice di andare... È ora...

Corro verso l'elicottero con tutto l'entusiasmo che ho in corpo.

È da ore che voliamo, è da ore che aspetto di arrivare, è da ore che sono felice.

Mariella continua a fantasticare su Hades e me, da ore, e non la smette di parlare.

«Sappiate che io vedo tutto e tutti.» fa la donna ad un certo punto.

«Ormai l'abbiamo capito.» fa il ragazzo seduto accanto a me.

«E sento pure tutto e tutti.»

«Ormai è inutile dire che non è vero.»

«Guardate che vi ho visti prima, eh!»

«E allora?!»

«Ora posso fantasticare davvero!»

«Ma!»

Hades non parla più per un bel po' e non presta attenzione alle parole della madre mentre lei continua a fantasticare.

Il ragazzo continua a guardarmi come se... come se fosse affamato e cercasse baci.

Io intanto guardo fuori e ogni tanto rivolgo lo sguardo a Hades per vedere se mi sta ancora fissando.

«È un po' inquietante... Lo sai?» gli faccio sottovoce.

«Scusami.» mi fa.

Le nostre mani si incontrano sul sedile e io, come al mio solito, arrossisco violentemente.

Hades comincia a giocare con le mie dita.

«Che sta succedendo lì dietro?» chiede la donna seduta davanti.

«Niente.» le risponde il figlio.

Mariella torna a fantasticare.

«Ecco perché scappano tutti da me.» fa Hades guardando la madre e cercando di non farsi sentire (anche se lei ha le orecchie peggio di Dumbo).

«Beh, non mi sembra proprio tutti.» gli rispondo.

«Ho trovato qualcuno che ha la testa dura.»

«Eh già.»

«Finalmente qualcuno che le tiene testa!»

«Ma è simpatica...»

«Questo non lo dovevi dire...»

Sorrido.

Per il resto del viaggio c'è silenzio, ognuno perso nei propri pensieri.

Hades, intanto, gioca con le nostre mani fino a quando le nostre dita si intrecciano.

Il mio δαίμωνDove le storie prendono vita. Scoprilo ora