5. (J&P)

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Monte Carlo, sei anni prima...

Non mi sarei mai aspettata di ricevere un'accoglienza calorosa all'università. Qui sono tutti così gentili e...maniaci. Non c'è un singolo studente che abbia preso un voto basso all'esame. Le loro medie sono impeccabili e tutto questo mi causa il panico.

Diplomarmi con il massimo dei voti è stato arduo, considerato l'anno che ho vissuto, tra il divorzio dei miei e la pressione per il test d'ingresso. Dovrei ringraziare Amélie per avermi aiutata con i suoi metodi infallibili.

Il primo giorno di università è stato blando. Il Rettore ha indetto una riunione nell'aula magna per le matricole, a cui ha partecipato anche il Principe Alberto, augurandoci un brillante anno accademico. Ho conosciuto i miei compagni di corso ma, alla fine, mi ritrovo sempre a spendere il mio tempo con Hel, Jacques, Lucien e Amélie. Ormai siamo diventati un bel gruppetto.

Sono trascorsi sei mesi da allora e mi sto impegnando tanto per mantenere una media impeccabile nonostante le numerose feste che organizzano le confraternite.

È il primo marzo. Amélie compie gli anni. È mezzanotte e le ho chiesto di incontrarci nella mia stanza. Mi hanno affibbiato una singola mentre lei e Hel la condividono. La mia migliore amica mi aveva proposto di fare cambio, ma ho rifiutato. Jacques e Lucien, be', loro sono inseparabili.

Sono nervosa e le mani mi tremano. Ho paura che non apprezzi ciò che ho in serbo per lei. Un tocco alla porta mi fa sussultare. Liscio la gonna e apro.

Amélie mi sorride e le gambe stanno per cedere. È così bella! Gli skinny jeans avvolgono le sue gambe toniche e il crop-top risalta il suo seno. La faccio entrare e si guarda intorno. Nota i petali di rosa a terra e varie candele. Mi avvicino e le cingo i fianchi da dietro.

«Buon compleanno, amore», le sussurro contro l'orecchio.

Prendo il piattino dal comodino. C'è una fetta di sacher, la sua torta preferita. Infilzo la candelina con il numero venti e la accendo.

«Esprimi un desiderio».

Amélie chiude gli occhi e soffia sulla fiamma. Mi toglie il piattino dalle mani e mi bacia.

«Non guardarmi così. Non ti dirò il desiderio», dice bonaria. «Mmh, certo, baby», ribatto prima di baciarla.

La spingo sul letto e sorrido maliziosa. Voglio viziarla, stasera. Voglio prendermi cura di lei e amarla. La amo così tanto che ogni volta che incrocio il suo sguardo il cuore vuole uscirmi dal petto. Il suo amore mi rende migliore, mi rende viva.

Voglio provare queste sensazioni, capire cos'è il vero amore e sperimentarlo. Nel profondo so che Amélie è la persona giusta per me e voglio tenermela stretta.

Facciamo l'amore. Mormoro dei ti amo che vengono ricambiati.

Amélie resta a dormire e ne sono felice.

Mi sveglio prima che suoni la sveglia e osservo la mia ragazza. Arriccia il naso e mugola. Apre un occhio, poi l'altro.

«Buongiorno», mormora assonnata e si accoccola sul mio petto.

«Dobbiamo per forza andare a lezione? Non possiamo saltare?» bofonchia. Arrotola una mia ciocca attorno al dito e struscia il naso contro il mio collo, stampandoci un bacio. «È il mio compleanno. Possiamo restare qui e baciarci per ore. Quello di Economia mi sta sulle palle», cerca di persuadermi.

«Certo, poi dovrai ripetere l'esame. Ci tengo alla tua media. Dai, stasera sarò tutta tua».

Amélie annuisce scontenta e le rubo un bacio. Ci accordiamo di vederci in caffetteria e mi preparo. Hélène mi tempesta di messaggi su quanto Jacques le abbia stravolto la vita. Ieri sera sono andati a cena al Cipriani e l'ha riempita di promesse. Io spero solo che non la ferisca, altrimenti dovrà avere a che fare con la mia ira.

Right Here // Pierre GaslyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora