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Rouen, 12 agosto 2023

Mi siedo sulla poltroncina in vimini in balcone e fisso la città avvolta dall'alba. Pierre dorme profondamente, coperto solo dal lenzuolo bianco. Tiene il cuscino tra le braccia e lo sento mugugnare. Sposto l'attenzione su di lui e sorrido alla posizione scomposta in cui versa.

In questi giorni ho riflettuto molto sul nostro futuro. Sono pronta a convivere con lui. Sono pronta a trasferirmi a Milano e a nuove avventure.

È inutile rivangare il passato.

Visitare la sua città natale è stato divertente. Mi ha mostrato ogni angolo, portato nei suoi locali preferiti e bighellonato per i musei alla scoperta dei monumenti gotici e del centro storico. Pierre mi ha spiegato moltissime cose e trascinato anche nella chiesa principale.

Qualche sera fa mi ha colto di sorpresa. Ha organizzato un picnic in barca, il tutto mentre attraversavamo il fiume. Ogni giorno mi stupisce con nuove proposte. Ogni giorno mi innamoro sempre di più di quel saccente. Amarlo è l'unica cosa che mi riesce meglio. E essere amata da lui è come trovarsi in un limbo di pace, dove tutto va per il verso giusto, costernato di promesse che verranno mantenute e di amore puro.

Rientro e mi infilo sotto le coperte. Pierre mugola e poggia la testa sul mio addome. Le sue labbra fanno una leggera pressione sulla mia pelle.

«Jas...» bofonchia stringendomi i fianchi. «Di' a Lucien che si fotta».

Ridacchio. Anche se l'ha conosciuto, non gli va a genio. Sono sicura che col tempo nascerà una bella amicizia. Se solo non si ostinasse a vederlo come un nemico, una minaccia. I tempi in cui io e lui ci davamo alla pazza gioia sono finiti da un pezzo. Pierre non deve avere paura di perdermi.

Il suo telefono si illumina e leggo il nome di Charles. Hel è in Sardegna con lui e la sua famiglia. Ci teniamo in contatto e mi ha confessato di aver mandato il curriculum al team DAMS di Formula Due. Spero che la assumano. A Hel piace il lavoro da social media manager. Quando era in Ferrari proponeva idee su idee e creava delle grafiche brillanti. È grazie a lei se il mio profilo Instagram e il mio sito di e-commerce sono funzionali e ordinati.

Pierre si rigira nel letto, dandomi le spalle. Dopo qualche minuto posa di nuovo la testa sul mio grembo. Poi apre gli occhi.

«Ma belle...» borbotta assonnato. Sbadiglia e si stiracchia. «E così devo dire a Lucien di fottersi, eh», ridacchio divertita sotto il suo sguardo terrorizzato.

«Cosa ho borbottato nel sonno?»

«Il mio nome. Hai detto "di' a Lucien di fottersi". Ti sta ancora antipatico?»

«Mmh. Sorvoliamo», liquida la questione e mi sovrasta col suo corpo.

La barba pizzica contro il collo. Gli afferro il viso e lo bacio. Una mano scivola tra le mie gambe e ansimo quando infila due dita dentro di me. Le muove dapprima piano, poi aumenta il ritmo. I suoi occhi cerulei si fissano nei miei. Le gambe tremano per il piacere che sto provando. Ma, sul più bello, sfila le dita. La sua bocca plana nuovamente sul collo mentre le mani stringono il seno coperto dalla vestaglia in seta. Le spalline cedono mettendolo in mostra e Pierre lo prende d'assalto, stuzzicando i capezzoli con la lingua. Affondo le dita tra i suoi capelli e mi muovo disperata, cercando quell'attrito che fa gemere entrambi.

Con un gesto fulmineo mi sfila la vestaglia e affonda la testa tra le mie cosce. Pierre è rude, non si perde in chiacchiere quando si tratta del sesso. La mano destra sale, alla ricerca della mia. Mi guarda mentre lecca la mia intimità e si compiace dinanzi al mio stato. Ogni parte di me è sua, e lui la reclama.

Scalcia i boxer a terra e lo spingo sul materasso per restituirgli il favore. Inglobo tutta la sua lunghezza e succhio, beandomi delle parole sporche che fuoriescono dalla sua bocca. Mi afferra il viso per baciarmi e mi spinge sul letto, a pancia in giù e il sedere alzato. Sussulto quando mi sculaccia.

Right Here // Pierre GaslyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora