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Monte Carlo, 1° febbraio 2023

Quando Pierre mi ha chiesto se avessi del tempo libero per vederci non mi aspettavo che mi desse cinque minuti per prepararmi. A quanto pare, ama organizzare gli appuntamenti all'ultimo minuto. Cosa che io detesto, sia chiaro. Ho bisogno di calma e non di fretta.

«Potevi avvisarmi stamattina», borbotto chiudendo la portiera della sua Honda. «E perdermi la tua ira? Anche no, ma belle». Sospiro. Aggiungiamo il fatto che mi ha affibbiato questo nomignolo. È impossibile essere arrabbiata con lui.

Negli ultimi dieci giorni abbiamo messaggiato molto. Nonostante i mille impegni riesce a trovare un buco per vedermi. Fosse stato un altro mi avrebbe piantata in asso sin da subito. È il nostro secondo appuntamento e sono curiosa di sapere dove mi porterà.

«Il sedici ci sarà la presentazione della nuova macchina a Londra. Ti va di venire?»

«Posso rimanere in un angolino senza che nessuno mi veda?»

«Certo, Jas. Mi farebbe piacere che tu fossi con me quel giorno. È un team nuovo e sono un po' in agitazione», confessa. «È normale. Andrà bene. Poi mi hai detto che ti hanno accolto a braccia aperte. Ci sarò, d'accordo?»

Lui mi ringrazia e imbocca una strada che porta a Cap D-Ail.

Cambiare team non è facile. L'Alpha Tauri è diventata la sua famiglia dal 2016 all'anno scorso. È praticamente cresciuto nel vivaio RedBull. Poi ha deciso di svincolarsi dalla scuderia anglo-austriaca. Scelta che io ho appoggiato in silenzio. Chissà, forse un giorno gli mostrerò la maglietta col numero 10 che conservo nell'armadio...

Parcheggia e mi apre la portiera. Il ristorante è a cinque stelle e c'è un tavolo a nome Gasly riservato. Come di rito, Pierre mi sposta la sedia e prendiamo posto. Il locale è carino e accogliente.

Ordiniamo una cena a base di carne e attendiamo che ci servano le portate. Nel frattempo, Pierre intavola una conversazione.

«Sei sicura di voler venire a Londra?» domanda per l'ennesima volta e sospiro. «Sì. Verrò, sta' tranquillo», lo rassicuro, ma pare non bastare.

Non so perché si stia comportando così. Capisco che l'Alpine sia un team nuovo e che deve ancora ambientarsi del tutto, ma può farcela. Forse è perché con l'Alpha Tauri aveva creato una famiglia essendo che era un pilota legato alla RedBull. Ma ora che ha scisso i rapporti con loro è un po' impanicato.

Consumiamo la prima portata e parliamo del più e del meno. Pierre si rivela una persona piacevole. La sua saccenza non è scomparsa, sia chiaro. È quello che mi piace di lui. Mi tiene testa e mi fa impazzire.

Poggia una mano sulla mia e le osservo. Giocherella con il braccialetto che ho al polso e mordicchia il labbro.

Una strana luce gli attraversa gli occhi. È...gratitudine?

Dentro di me si fa spazio la paura. E se fossi un'altra delle sue conquiste? Se mi appiedasse dopo qualche mese e trovasse un'altra? Rammento a me stessa che dovrei archiviare in un angolino i pensieri intrusivi e di vivere la mia vita. Ma ho paura di essere ferita e di trovarmi nuovamente col cuore ridotto a brandelli.

Dovrei smetterla, ma è più forte di me.

Consumiamo il secondo, poi il dolce, e Pierre paga il conto. Poggia sulle mie spalle il suo cappotto e mi apre la portiera. Il suo profumo mi investe: Gualtier. Mette in moto, fa inversione e imbocca la strada principale per tornare a Monaco. Parcheggia sotto casa, ma non voglio che la serata termini.

Ci guardiamo negli occhi, imbarazzati. Non so se commettere qualcosa di azzardato o se attendere lui. Oh, al Diavolo! Stampo un bacio sulle sue labbra e quando mi stacco, lo sorprendo a sorridere.

Right Here // Pierre GaslyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora