~ Walking on a Dream ~

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Jungkook non credeva possibile che quel ragazzo dagli occhi verdi fosse lì con lui, né che per giorni fosse stato al suo capezzale ad aspettare, a parlargli. Non credeva nemmeno possibile che lui l'avesse perdonato o che addirittura si prendesse quelle responsabilità; forse stava ancora sognando?

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Jungkook Pov

Casa di Jimin era piena del suo profumo, della sua vita, di quel calore che era stato in grado di darmi nonostante tutto, non mi meritavo Jimin così come non meritavo le sue attenzioni; certo ne ero più che felice, lusingato ed anche grato ma era come se mi sentissi in difetto. Quando restammo soli, o meglio quando sentii che tutti fossero andati via, mi alzai piano per andare in cucina, era bello Jimin anche quando non si accorgeva che qualcuno lo stesse osservando. Faceva tutto con la stessa calma con cui parlava, sembrava danzare quando il suo corpo si muoveva ed io ne ero completamente ipnotizzato, tanto da non dire nulla solo per osservarlo. Avevo preso decisioni sbagliate, avevo ferito quel ragazzo senza considerare le conseguenze ma quando disse quelle parole non riuscii a non stringerlo a me, era possibile che davvero non fosse arrabbiato con me? Che mi perdonava o che addirittura non aveva niente da perdonarmi? Ancora una volta pensai che non mi meritavo quel ragazzo: - Ti ho ferito ed anche più volte Jimin.. - non avevo lasciato che il suo corpo si staccasse dal mio, avevo il viso tra la sua spalla e il collo, morbido, caldo, profumato. - Lo so ma non posso nemmeno fartene una colpa Jungkook.. - si scostò di poco, il suo viso era così vicino al mio da sentire il suo respiro, sapeva di latte alla banana, di vita: - Stavi tornando da me? - lui non sapeva nulla, chissà come si era sentito quando aveva saputo la notizia e perfino di quello mi sentii in colpa. - Non c'era nessun altro posto in cui volessi essere Jimin.. - sorrise, e non era un semplice movimento delle labbra, Jimin sorrideva con gli occhi ed il mio cuore scoppiò: - Allora mi basta per curare le ferite Jungkookie.. mi basta averti qui con me.. - scossi la testa di poco e fui io a sorridere leggero, stavo davvero lasciando un angelo per un cazzo di demone.

Non mi fece muovere un dito, mi disse che voleva coccolarmi in ogni modo possibile, perciò mi sedetti su uno degli sgabelli e rimasi ad osservarlo, aveva già preparato tutto così mangiammo presto, mi sentivo stanco e aveva avuto ragione la dottoressa, molte cose non potevo farle da sole. - Ti preparo la vasca per il bagno ok? - mi sentii le orecchie avvampare ma l'infermiera mi aveva raccontato di come fosse stato bravo il mio ragazzo e meticoloso nel pulirmi durante il coma, aveva dato per scontato che fosse il mio ragazzo ed era anche normale pensarlo. Mi era stato vicino in ogni istante, mio padre mi disse che non aveva lasciato l'ospedale nemmeno una volta, usciva dalla mia stanza solo per dare a mio padre la giusta privacy, così presi un gran respiro e mi avviai verso il bagno, Jimin aveva riempito la vasca di così tante bollicine da non capire se dentro ci fosse stata l'acqua o meno. - Dimmelo se hai bisogno ok, lascio la porta socchiusa.. - perfino in quello Jimin era perfetto, almeno ai miei occhi lo era e non appena uscì, mi spogliai per poi entrare in vasca, l'acqua era alla temperatura perfetta e c'era odore di frutti di bosco nella stanza, chiusi gli occhi e lasciai che quel tepore mi desse un po' di riposo seppur avessi voglia di passare più tempo possibile con lui. - Jimin? - lo dissi piano in verità, mi sembrava di chiedere troppo ma piano spuntò dalla porta: - Non.. arrivo dietro.. - una bugia la mia ma lui sorrise mentre alzava le maniche di quella felpa, lo sentii sedersi sul bordo della vasca proprio alle mie spalle, con una spugna iniziò e toccare la mia pelle e di nuovo chiusi gli occhi. Il respiro pesante, una canzone proveniva dall'altra stanza, non la percepivo ma la musica era piacevole, tanto che mi lasciai andare fino a sentire le sue mani sulla mia schiena nuda: - Jungkook! - aprii gli occhi e vidi il suo sguardo preoccupato, non capii fino a quando non mi chiese se avessi qualche dolore. Sospirai chiudendo nuovamente gli occhi: - Sto bene.. tu mi fai sentire bene.. - sussurrai e sentii nuovamente le sue mani al posto della spugna; sulla schiena, sul collo, perfino sul petto fino all'ombelico e gemetti piano perché mi era mancato così tanto da non rendermene conto davvero.

Mi lasciò uscire dalla vasca, mentre mi asciugavo vidi il mio pigiama sulla piccola sediolina, aveva perfino preso l'intimo ed io non ero per niente abituato a tutte quelle attenzioni, altri tipi di attenzioni si, che facevano male, che soffocavano, che lasciavano segni ma quelli; quelli erano fiori sparsi su di un letto fatto di erba. Una volta a letto, vidi Jimin tornare con due tazze fumanti: - Cioccolata! - disse euforico ed io ridacchiai, seduto l'uno accanto all'altro, guardammo un cartone mentre finivamo quella leccornia che mi riscaldò anche se sospettavo fosse la sola presenza di Jimin ma quando fece per andarsene lo fermai dal polso. - Dove vai? - corrugò la fronte: - Devi riposare, io dormirò nel divano. - scossi la testa, non glielo avrei permesso, non solo aveva messo a disposizione casa sua per me, doveva pure rinunciare alle comodità? - Non esiste! Il letto è grande abbastanza per entrambi Jimin! - si morse le labbra e quello sguardo lo conoscevo tanto da sentire calore dove non avrei dovuto ma arrivai a sentire le fiamme dell'inferno quando prese a spogliarsi. - Che.. che stai facendo? - mi guardò piegando la testa di lato, come se fosse una cosa normale: - Odio dormire vestito.. posso ancora dormire nel divano.. - Dio, Jimin con la sola voce riusciva a toccare parti in me che nessuno era mai riuscito a raggiungere e non se ne rendeva conto: - Dormi con me.. cioè.. dormi qui.. - ma porca troia, possibile che fossi così impacciato davanti a lui? Lo vidi sorridere e, con solo i boxer, si mise sotto le coperte e lento scivolai anche io, ognuno sul proprio fianco, ci guardavamo senza dire nulla, come se non ne avessimo davvero bisogno. - Non ho mai visto occhi come i tuoi.. - sussurrai, erano così particolari soprattutto per la nostra etnia, erano rari ed io mi ero innamorato di loro fin dal primo momento: - Puoi guardarli per tutto il tempo che vorrai.. - potevo davvero? Mi era permesso? Mi avvicinai ancora di più, sentii i miei piedi toccare i suoi, il mio ginocchio adattarsi al suo piccolo e morbido, il respiro passeggiare sulle mie labbra: - Dovresti stare attento a quello che dici Jimin.. - entrambi sussurravamo, eravamo così vicini che potevamo sentire anche i nostri pensieri: - Io so quello che dico Jungkook, devi comprendere se vuoi sentirlo oppure no.. - era sempre stato sicuro, non era di certo la prima volta che lo fosse con me e aveva ragione, dovevo essere io quello a capirlo.

Feci un altro passo verso di lui, adesso anche i nostri bacini si toccavano, le gambe intrecciate, la sua mano sul mio collo, la mia sul suo fianco, la punta dei nostri nasi a sfiorarsi: - E.. se.. se volessi sentire altro? - fu lui a gemere perché la mia gamba si era spostata di poco fino a toccare il suo sesso e ancora non ci credevo che potessi fargli quell'effetto. La sua mano salì fino ad intrecciarsi con i miei capelli dietro la nuca, le sue labbra toccarono le mie e tutto divenne chiaro: io, lui, quello che volevo, quello che poteva darmi e quello che già mi aveva donato: - Non intendo questo.. - fui più sfacciato quando si scostò di poco e sapevo che si stava trattenendo perché ero debole ma non sarei riuscito a fermarmi quella volta, non con la consapevolezza che lui mi amava, che mi desiderava ancora. Perché io volevo conoscere ogni sfumature di Jimin, volevo conoscere quel tipo di amore, lo stesso che non avevo mai sperimentato ma che, da lui, si irradiava così tanto da riempire la stanza di colori che non conoscevo: - Ti desidero Jimin.. in qualsiasi modo possibile.. - quelle labbra piene si aprirono di poco mostrandomi l'interno bagnato e lucido e di nuovo gemetti ma questa volta fui io ad avvicinarmi tanto da prendere il suo inferiore e morderlo tirandolo di poco. - Voglio amarti.. voglio che mi ami.. - continuai e con una leggera spinta mi ritrovai sopra di lui, la coscia a stretto contatto con il suo sesso duro, il petto che respirava allo stesso ritmo del suo, eravamo un incastro perfetto io e Jimin, come se fossimo stati creati per stare insieme e forse era proprio così. - Sono tuo Jungkook.. completamente.. - per l'ennesima volta c'era verità nelle sue parole, nella sua voce e in quello sguardo tanto da farmi fremere sopra di lui e sentire quel gemito uscire da quelle dannate labbra che presi con fame, con necessità anche, perché io avevo bisogno di Jimin, ero corso da lui proprio per quel motivo, io necessitavo di Jimin in ogni sua forma..



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Jungkook sentiva che quello fosse il momento giusto, che quella notte fosse la stessa in cui avrebbero messo tutto in tavola, dove non si poteva tornare più indietro, dove non era possibile sbagliare. Aveva paura, seppur non lo dicesse, aveva paura che quello fosse solo un miraggio seppur comprendesse che, quel ragazzo sotto di lui, era diverso da chiunque avesse mai intrecciato il suo cammino.






p.s. Il prossimo capitolo sarà 🌶️

IkigaiWhere stories live. Discover now