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I due ragazzi camminavano nel silenzio assoluto, nessuno dei due trovava il coraggio di aprire bocca e Jeongin era troppo orgoglioso per dargliela vinta, Chan continuava a pensare a cosa dire o a cosa fare mentre la sera li avvolgeva nel silenzio.

Jeongin si era ripreso, non c'era voluto molto alla fine e poi realizzare che quel Bang Chan stesse camminando con lui lo aiutò, peccato che ben presto capì che forse era meglio essere ubriaco che lucido, almeno avrebbe dato una valida spiegazione ai suoi strani pensieri.

Ogni tanto faceva ricadere lo sguardo sulla figura del maggiore e non poteva che rimanere abbagliato dalla sua inumana bellezza.

E Chris lo notò, eccome se lo notò, sentiva il suo sguardo bruciargli addosso ed avrebbe scommesso la sua console che l'altro ragazzo lo stesse studiando con una certa curiosità.

"Allora Jeongin, come stai?"

Il silenzio venne spezzato da quella semplice domanda e, nonostante dovesse aspettarselo, il diretto interessato si stupì nel suo tentativo di fare coversazione.

"Non male" rispose con nonchalance.

"Ma non è nemmeno un bene"

"Cosa ti importa?" disse di scatto il minore incrociando lo sguardo curioso di Chan. "Andrà meglio, alla fine va sempre meglio"

Il maggiore era esitate perché si era ritrovato un muro davanti a sé, un muro inespugnabile di nome Yang Jeongin.
Era freddo, secco e distaccato, palesemente intenzionato a voler trascorrere quei minuti di camminata nell'assoluto silenzio.

"E' per colpa mia che va male?"

Una semplice domanda che fuoriuscì dalle labbra senza nessun controllo, rendendo Jeongin più rigido di quanto già non fosse.
Lui avrebbe voluto gridare di si che era tutto per colpa sua e di quel suo maledettissimo "no", ma alla fine non ne ebbe il coraggio. Solo a ripetere quelle parole in testa si rese conto di quanto erano stupidi i suoi pensieri e, semplicemente, ingoiò il groppo che si era formato alla gola, ripetendosi di essere maturo.

"Non è colpa tua, hyung" disse con tono pacato, meno freddo. "Ti sei solo ritrovato in una situazione in cui non centri niente, con una pazza furiosa ossessionata da te"

La verità era quella alla fine, non poteva prendersela con il maggiore per la sua decisione.

"Ci ho parlato due giorni fa" rivelò finalmente Chan lasciando Jeongin di stucco. "Quello che ha fatto durante la mensa è stato troppo perfino per lei, gli ho chiesto di non prendersela con te. Dovrebbe smetterla, ma se dovesse continuare dimmelo"

Il suo tono serio creò un brivido su per la schiena del minore e si sentì protetto per qualche strana ragione.

"Grazie" sussurrò Jeongin sapendo benissimo di essere sentito da Chan, ma non rispose continuando semplicemente a camminare.

Gli ultimi metri li fecero senza dirsi nulla, Jeongin sentiva il cuore battere velocemente nonostante cercasse di tenere quell'espressione di freddezza.

"Vivo qui" disse Jeongin fermandosi davanti l'ingresso di un palazzo di otto piani. "Ti ringrazio per avermi accompagnato"

Chan pensò velocemente alle prossime parole da dire, forse sarebbe sembrato un pazzo ma sentiva che quello fosse il momento migliore per farlo, non voleva perdere l'opportunità.

"Ti va se ci conosciamo meglio?"

Jeongin si congelò a quella semplice frase uscita senza un senso o un filo logico dalle labbra del maggiore.

"N..nel senso. Magari diventiamo amici."

Sentiva quasi di aver fatto un salvataggio all'ultimo, spiegando meglio quello che intendesse con la sua proposta.

"Mi piacerebbe tanto hyung"

Jeongin si stupì della richiesta del maggiore sentendo tutto il suo corpo riscaldarsi all'idea di avere un'opportunità.

"Ehm, ora vado, ancora grazie hyung, buonanotte"

Letteralmente il ragazzo scappò all'interno del palazzo, Jeongin era troppo imbarazzato per stare ancora con lui, non voleva farsi vedere con le gote rosso e lasciò Chan da solo, ancora bloccato nella sua posizione, e con una domanda pronta ad uscirgli dalle labbra che non sarebbe mai arrivata alle sue orecchie.

"Posso avere il tuo numero di telefono?"

KILL THE DJ /Jeongchan/Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora