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"Sto esagerando"

Disse balbettando il minore nella speranza di fermare i suoi "nuovi amici".
Ma nonostante ne fosse cosciente non voleva fermarsi, anzi continuava a mandare giù un bicchiere dietro l'altro ignorando il bruciore che si espandeva per la gola.

Si trovava finalmente alla sua prima festa liceale sotto insistenza di Seungmin, ed a differenza di quello che aveva sperimentato al locale quasi un mese prima in quel momento si era lasciato andare, aveva bevuto e fatto amicizia sentendosi finalmente l'adolescente che era.

Seungmin e Hyunjin erano scomparsi già da un po' e ormai non sapeva più cosa domandarsi, ma si erano organizzati per tornare a casa uno per conto proprio, solo nel caso che qualcuno avrebbe voluto rimanere di più, bastava un veloce messaggio in quello pseudo gruppo su kakaotalk provvisorio creato quella sera.

L'idea era stata di Hyunjin e Jeongin aveva capito fin da subito che quella sera volesse rimanere solo con Seungmin, per lui non era un problema ma di sicuro si sarebbe messo a riempire di domande il proprio migliore amico l'indomani.

"UN APPLAUSO A JEONGIN" 

Urlò qualcuno di cui proprio non ricordava il nome e semplicemente fece un inchino scomposto accogliendo quei pochi applausi, avvertendo ancora il sapore di sambuca nella sua bocca.

"E' stato un piacere trascorrere questa serata con voi" disse in modo teatrale, afferrando di nuovo il bicchierino straripante di liquido trasparente.

"Anche per noi Jeongin "

"Tre, due, uno"

Ecco di nuovo il liquido amaro scivolargli per la gola ma ormai si era abituato, cominciando a sentire la voglia di berne ancora.

"Buonanotte gente" disse a quelle persone per poi allontanarsi da loro.

Era tardi ma ormai non gli importava molto dell'orario, mezzanotte, l'una, o le tre, sentiva solo il bisogno di riposare. Uscì dalla casa senza che nessuno lo fermò e si ritrovò finalmente all'aria aperta.

Inciampò leggermente nei suoi passi e si fermò davanti la casa. Nonostante fosse abbastanza lucido non voleva tornare a casa in quelle condizioni, sarebbe stato fin troppo pericoloso, quindi si fermò il tempo necessario per riprendere di nuovo coscienza di se stesso.

"Hai bisogno di aiuto?"

Una voce vagamente familiare richiamò l'attenzione del ragazzo.
Nella sua visuale entrò un ragazzo con cargo neri che gli fasciavano le gambe in una maniera impeccabile, la camicia nera che metteva in risalto i suoi muscoli e i capelli perfettamente acconciati.

Jeongin non l'aveva mai visto con quegli occhi e un piccolo brivido gli risalì lungo la schiena, non sapeva bene perché stesse avendo quella reazione e non gli importava molto del perché.

"Sto bene" parlò mettendosi composto.

"Ti ho visto scolare un bel po' di bicchieri" parlò senza cattiveria, quasi con tono preoccupato. 

"Infatti volevo tornare a casa"

"Posso accompagnarti?"

Il minore sgranò gli occhi alla sua richiesta e si mise a ridacchiare nervosamente davanti all'espressione confusa di Chan, non capendo il perché di quel interessamento verso di lui.

"Devo fidarmi?" domandò cercando di rimanere serio, quell'avvenimento l'aveva risvegliato dal suo stato di trance e stava sull'attenti, nell'attesa di altre informazioni.

Chan recuperò il telefono dalla sua tasca, digitava sullo schermo alla ricerca di qualcosa mentre lanciava delle occhiate alla figura di Jeongin, improvvisamente il telefono emise degli squilli, come se stesse chiamando qualcuno.

"Pronto? Channie hyung?"

Una voce inconfondibile arrivò alle orecchie dei due e Jeongin lo riconobbe subito.

"Jisung hyung" disse con un moto di energia avvicinandosi al telefono, e di conseguenza al maggiore.

"Jeongin? Sei tu?"

 La voce era assonata e confusa, sicuramente stava dormendo prima di ricevere la chiamata.

"Si, è Jeongin" parlò quella voce Chan. "L'ho incontrato alla festa, ed è mezzo brillo, gli puoi dire che può fidarsi di me e che lo accompagnerò a casa?"

"Voi due siete strani" commentò Jisung con tono stanco. "Jeongin fidati di Chan Hyung, o almeno fidati di me"

"Solo perché sei tu eh" disse divertito.

Effettivamente gli mancava stare in contatto con lo hyung, stavano stringendo un'amicizia che gli piaceva e non poterlo vedere lo stressava.

"Andiamo?"

Senza rendersene conto la chiamata era terminata lasciando Jeongin perso nei suoi pensieri sempre più lucidi, posò gli occhi su Chan, più vicino rispetto al normale e non gli dispiaceva, lo poteva osservare meglio.

"Si, andiamo"

KILL THE DJ /Jeongchan/Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora