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Jeongin quella sera stava davvero provando a concentrarsi ma riusciva quasi a vedere i i numeri confondersi tra di loro in quella pagina bianca, vorrebbe davvero chiudere i libri e lasciare perdere ma ormai aveva quasi finito tutte le materie e doveva seriamente impegnarsi per matematica.

O meglio lui ci provava ma si lasciò andare sulla sedia invocando tutti i santi nella speranza di diventare un genio nel giro di 5 secondi.
Solo che non successe nulla e Jeongin si ritrovò ancora lì a non capire un cazzo.

In ogni caso decidesse di fare una piccola merenda, alla fine riusciva a sentire anche il proprio stomaco brontolare ed una piccola pausa non gli avrebbe fatto male. Appena si alzò i suoi occhi caddero su un oggetto abbandonato sopra il letto e si bloccò completamente.

Non c'era niente di interessante, era una semplice felpa di Chan hyung che quella stessa mattina aveva prestato al minore perché si era sporcato per colpa di una penna rotta, ma allora perché continuava a pensarci ed a far ricadere lo sguardo proprio lì.
Si impose di ignorare quello stupido pezzo di stoffa e di scendere al piano inferiore per mangiare qualcosa.

Sembrò funzionare per i primi dieci minuti, Jeongin tornò in camera con lo stomaco pieno e con l'intento di studiare finché lo sguardo non gli ricade di nuovo lì, un leggero rossore si espanse per le sue gote mentre la prendeva tra le mani e toccava pensieroso il tessuto morbido. Non capiva proprio perché gli stava facendo tutto quel effetto, l'aveva pure indossata per tutta la mattina senza problemi.

Senza rendersene conto il ragazzo sfilo la felpa che stava indossando e la sostituì con quella del maggiore, avvertendo uno strano senso di conforto. Era evidente che avessero due corporature completamente diverse quindi la felpa arrivava fino alle sue cosce, si ritrovò pure a fare le svolte alle maniche per poter star piu' comodo durante lo studio. Peccato che il suo cervello venne completamente fottuto dal profumo del maggiore e Jeongin non voleva ammettere a sé stesso che l'avesse indossata solo per bearsi di quella sensazione.

Non riusciva ad identificare bene che profumo fosse, ma quel tono così forte e speziato gli faceva girare la testa desideroso di affondare il naso direttamente contro il collo del maggiore il prima possibile.

Successe tutto in pochi secondi, il silenzio che avvolgeva la stanza venne riempito da dei piccoli singhiozzi mentre il volto del minore venne rigato dalle lacrime, tutto quello che riusciva a provare era la paura.
Iniziava a sentirsi estraneo a tutte quelle nuove sensazioni, nonostante avesse cercato di ignorarle ma in quel momento non poteva nascondere il desiderio e la voglia di sprofondare tra le braccia di Chan e di viversi dal vivo quel profumo, ma non riusciva non pensare che tutto quello fosse sbagliato.

Le lacrime non volevano accennare a fermarsi mentre il minore continuava a tremare dentro quella felpa che tanto aveva desiderato indossare e sentì il respiro mancargli quando cominciò a pensare che magari quelle emozioni volevano dire di più.

Jeongin non era pronto a tutto quello, non capiva più niente.
Si accovacciò sul pavimento freddo nella speranza di regolarizzare il respiro e il proprio battito cardiaco. Poso una mano proprio sul suo petto che si alzava e si abbassava velocemente, non sapeva da dove venisse tutto quel panico ma decise di ignorare tutti i pensieri rivolti verso il maggiore e iniziò a fare dei piccoli respiri  forzandosi di calmare le lacrime.

"Cazzo Jeongin" parlò ad alta voce il ragazzo, non riuscendo proprio a capire cosa gli stesse prendendo. "Devi calmarti"

Un pugno si schiantò con violenza contro la coscia, non aveva la minima idea di cosa stesse cercando di fare ma sperava che quel piccolo dolore l'aiutasse a distrarlo da tutti quei pensieri soffocanti.

Ed effettivamente Jeongin riuscì nel suo intento e nel giro di cinque minuti si ritrovò devastato ed esausto, si alzò con non poche difficoltà dal pavimento sembrava reduce da una maratona e senza rifletterci più di tanto si avvicinò al letto per poi infilarsi sotto le coperte.
Il respiro pesante e le lacrime secche davano fastidio al povero Jeongin ma decise di non fare niente se non abbandonarsi a quel calore che lo faceva sentire sicuro, c'era solo una domanda che non riusciva a lasciare la sua mente..

"Perchè?"

KILL THE DJ /Jeongchan/Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora