- Airis! -
Ledah urlò, mentre il corpo della guerriera si schiantava contro una colonna. La raggiunse correndo a perdifiato, frapponendosi tra lei e il suo avversario. Il loro avversario.
- Tutto qui, quello che sapete fare? E io che credevo di divertirmi almeno un po' con te, Airis. Dov'è finita la tua forza? - Ignus avanzò verso di loro, l'espressione del viso contratta in un sorriso grottesco, gli occhi accesi da un lampo ferale.
Il mantello arancione si muoveva sulle sue spalle a ogni suo passo, lasciando in bella vista il braccio coperto di sangue, scuro come il catrame. Ledah rimase immobile a fissare quell'essere, cercando di individuare una falla nella sua difesa. Scattò in avanti menando un fendente al basso costato.
- Uh... il nostro elfo ha riacquistato coraggio. - parò il colpo con estrema facilità, - Ottimo attacco, un po' deboluccio però. - un ghigno feroce si dipinse sulle sue labbra livide, – Ti insegno io come combatte un vero uomo. - lo colpì con il pomo della spada all'imboccatura dello stomaco, togliendogli il fiato dai polmoni.
Le gambe cedettero e Ledah si trovò agonizzante a terra, le braccia strette al ventre.
"Come può... come può essere così forte...?"
Un dolore improvviso al volto interruppe il filo dei suoi pensieri, mentre il sapore ferroso del sangue gli invadeva la bocca.
- E questa sarebbe la tua potenza, Ledah? Dai, perché non mi fai divertire? - una scarica di percosse lo fece rannicchiare in posizione fetale.
Tremando, allungò la mano verso una delle daghe, provando disperatamente ad afferrarla. La lama scheggiata di Ignus gliela trafisse, strappandogli un urlo che rieccheggiò nella cattedrale.Affidati a noi, Ledah... noi possiamo aiutarti...
Ledah strizzò gli occhi nel tentativo di mettere a fuoco ciò che lo circondava, ignorando quelle parole suadenti. "Non va affatto bene. Di questo passo, ci ammazzerà..."
- Allora? - Ignus girò la lama nella ferita, macellando la carne e i residui dei guanti ferrati, - Non vuoi lasciarti andare, vero? Cos'è, hai paura di perdere il controllo? -
L'elfo sussurrò un antico cantico e subito si ritrovò davanti alla colonna su cui Airis era stata schiantata.
- Portentoso! Nonostante tu abbia incassato così tanto, sei ancora in grado di usare la magia. - il guerriero mulinò la spada in una serie di fendenti, come se al posto di un duello si stesse semplicemente allenando, - Sei suo figlio, dopotutto. -
Guardò dietro di sé con la coda dell'occhio: Airis giaceva svenuta con la schiena appoggiata alla colonna. Quando avevano cominciato quel combattimento, aveva messo in seria difficoltà l'ex-comandante, ma lentamente aveva perso terreno, fin a quando Ignus era riuscito a sfondare la sua difesa con quell'ultimo, profondo affondo.
"E' come se le forze l'avessero improvvisamente abbandonata."
Sfoderò la seconda daga, mettendosi in posizione difensiva.
"Con Airis fuori gioco, sono nettamente svantaggiato e non posso avvalermi della magia ancora per molto. Inoltre," scrutò il suo avversario e il suo volto sfigurato dalle fiamme, "non sembra neanche umano."
- Chi ti ha mandato a cercarci? -
Nell'esatto momento in cui pronunciò queste parole, la spada di Ledah colpì quella di Ignus. Le due lame cozzarono, generando delle scintille. Il generale ridacchiò e senza il minimo sforzo respinse l'assalto dell'elfo.
– Mi manda la tua mammina. - tentò una stoccata al ventre, ma Ledah scartò indietro deviandola verso l'alto.
Un calcio in pieno petto fece volare il nemico contro il Signore della Foresta.
- Cosa vuole lei da me...? - avanzò verso di lui, stringendo spasmodicamente l'elsa. Sentiva la stanchezza logorargli i nervi, mentre lentamente perdeva lucidità. Lottò per rimanere sveglio, per non abbandonarsi a quella marea oscura che inghiottiva ogni sua resistenza.
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Fuoco nelle Tenebre
Fantasy[ Primo libro della trilogia 'Guardiani'.] Il suo corpo era luce, la emanava come una stella nella volta celeste, i capelli simili a lingue di fiamma. Ledah guardò quell'anima splendente, mentre si faceva strada tra i rovi e le spine. In quel luogo...